Non c’è solo un letto caldo. C’è anche qualcuno con cui parlare e condividere una parte di cammino mentre si vive una situazione difficile. Qualcuno che pensa a te mentre il mondo ti ignora. L’accoglienza notturna della Caritas diocesana di Faenza è un luogo privilegiato per relazionarsi con una parte di mondo che non conosciamo. Lo sa bene Maria Gisio, 27 anni, che da maggio 2022 sta svolgendo un anno di servizio civile al dormitorio femminile. Qui sono a disposizione quattro posti letto dove vengono ospitate donne che si trovano a vivere in situazione d’emergenza. «Magari, pur avendo un lavoro, non riescono a permettersi di pagare un affitto. E in attesa di trovare una soluzione stabile, si appoggiano a questo spazio – racconta Maria -. Vengono accolte nel tardo pomeriggio e ripartono la mattina dopo. Hanno a disposizione anche la cucina, il servizio docce e un pasto caldo».
Anziane sole, donne straniere… e a volte avere un lavoro non basta
Il freddo invernale può trasformarsi in una vera e propria emergenza per chi non ha una casa, tanto da mettere in pericolo la propria vita. E le persone che chiedono aiuto vivono le situazioni più disparate. Ci sono signore anziane e sole che non riescono a farcela con la pensione che hanno, oppure donne straniere appena arrivate in Italia a cui manca la documentazione in regola e hanno ancora difficoltà con la lingua. Avere un lavoro, a volte, non basta. «In questi mesi tra dicembre e febbraio abbiamo inevitabilmente più ospiti – spiega la volontaria -. Al momento per esempio ci sono due donne badanti rumene che hanno una quarantina d’anni e che lavoravano h24, ma essendo rimaste senza lavoro hanno perso anche un luogo dove dormire. Finché non trovano un’altra occupazione sono senza casa». Oltre all’accoglienza, si costruisce assieme ai Servizi sociali un percorso che porti queste persone all’autonomia, andando oltre il semplice assistenzialismo.
Il cammino a fianco dei poveri permette di vedere la realtà sotto una luce diversa. «Una volta ho accompagnato una signora, che non parlava italiano, con la sua bambina di 2 anni alla palazzina 13 dell’ospedale – ricorda Maria -. Aveva bisogno di un pediatra, e sono riuscita ad aiutarla in tutte le questioni burocratiche. Dopo questo, la signora mi ha ringraziato tanto e dopo il colloquio col medico si è quasi inginocchiata di fronte a me. L’andare dal dottore per me era una cosa banale, ma per lei era qualcosa di estremamente importante».
L’esperienza di servizio civile: “La Caritas è una grande famiglia, mi sono sentita subito accolta”
«A livello formativo l’esperienza del servizio civile in Caritas mi ha dato tanto – dice Maria -. Sono una persona molto timida e chiusa, e con il servizio civile mi sono messa in gioco. Lo stile Caritas è quello di una grande famiglia in cui ci si aiuta l’un l’altro, e io mi sono sentita subito accolta. Vengo dalla Puglia, sono in Romagna da poco e questa è stata l’occasione per conoscere meglio questa terra anche con occhi diversi. In futuro, mi piacerebbe continuare a lavorare nel sociale, aiutando chi ha bisogno».
C’è tempo fino al 20 febbraio 2023 per fare domanda per il servizio civile in Caritas. Il bando è aperto per giovani dai 18 ai 28 anni e prevede un servizio di un anno con rimborso spese di 444 euro. Qui tutti i dettagli dei progetti Caritas.
Samuele Marchi