La Diocesi di Faenza-Modigliana rilancia il cammino del Sinodo dei Giovani 2017-19 con nuovi eventi aperti a tutta la comunità. Gli incontri, dal taglio interattivo, saranno condotti da Riccardo Pollini, laureato in Scienze dell’Educazione presso l’Istituto Universitario Salesiano di Venezia, che presenterà la sua tesi dedicata proprio al Sinodo dei Giovani. (Per approfondire la ricerca di Pollini, è possibile leggere qui l’intervista realizzata da il Piccolo nei mesi scorsi).
Si comincia lunedì 16 gennaio alle 20.45 a Modigliana, nel salone del circolo parrocchiale (piazza Battisti 9). Il secondo incontro sarà alla parrocchia di San Michele di Bagnacavallo lunedì 30 gennaio alle 20.45, mentre lunedì 6 febbraio alle 20.45 l’incontro avrà luogo nella parrocchia del Paradiso a Faenza. A tutti e tre gli incontri parteciperà anche il vescovo Mario Toso.
Don Massimo Geminiani: “Vogliamo che questo percorso si innesti nel Cammino sinodale”
«Il processo attivato col Sinodo dei Giovani non deve essere dimenticato – spiega don Massimo Geminiani, incaricato alla Pastorale Giovanile -, anzi, vogliamo che si leghi al Cammino sinodale che stiamo vivendo come Chiesa. Si tratta di iniziative che necessitano di tempo per essere pienamente interiorizzate e dare frutto, ma è questo il cammino che il Papa ci ha indicato per la Chiesa del terzo millennio: dare vita a processi a non a eventi a sé stanti». Non si parte da zero: l’esperienza vissuta, il vademecum stilato nel 2018 e le interviste della ricerca offrono una base per crescere e rendere i giovani protagonisti. Le serate avranno lo stesso tipo di format. «Vogliamo cogliere l’opportunità del lavoro svolto da Pollini – dice don Massimo – che ha intervistato diversi giovani della nostra Diocesi e offrirà molti spunti da cui partiranno le riflessioni in gruppo: dal dialogo intergenerazionale all’esigenza di formazione e luoghi di incontro. Quanto emergerà dalle tre serate, che abbiamo voluto portare in zone diverse della nostra Diocesi per intercettare più persone possibili – sarà poi utile per definire il percorso che vogliamo portare avanti come Pastorale Giovanile.».
Cosa è emerso dalla ricerca
“Di certo il Sinodo di Faenza ha messo in moto alcuni processi particolari – dice Pollini, l’autore della ricerca -, che si innestano in una realtà giovanile, quella faentina, abbastanza vivace. Non è pratica comune nelle diocesi rendere i giovani stessi protagonisti di processi del genere. In particolare due aspetti hanno inciso in maniera positiva sull’esperienza sinodale e che bisognerebbe trovare il modo di implementare. Uno riguarda l’importanza di alcuni luoghi, come è stato il Seminario diocesano, dove riunirsi per parlare di questioni di fede, dove condividere i diversi percorsi che parrocchie, associazioni e movimenti vivono, ma anche dove trovano posto momenti informali così come momenti di preghiera e spiritualità. Altro punto, l’importanza di momenti aperti a tutti, eventi nei quali la Diocesi e i giovani credenti facciano proposte serie per tutti i giovani del territorio. Poi diventano pretesti per ritessere relazioni o per riprendere a farsi domande su alcuni temi”.