Vanessa Incontrada e Gabriele Pignotta sono protagonisti sul palcoscenico del Teatro Masini di Faenza, da venerdì 16 a domenica 18 dicembre alle ore 21, con lo spettacolo brillante Scusa sono in riunione… ti posso richiamare?, scritto e diretto dallo stesso Pignotta e interpretato insieme a Fabio Avaro, Siddhartha Prestinari e Nick Nicolosi.

Scusa sono in riunione… ti posso richiamare? è un’attuale e acutissima commedia degli equivoci che, con ironia, ci invita a riflettere sull’ossessione della visibilità e sulla brama di successo che caratterizzano i nostri tempi.

Scusa sono in riunione ph Renzo Daneluzzi gruppo

Pignotta dipinge il ritratto della sua generazione, quella dei quarantenni di oggi, abbastanza cresciuta da poter vivere inseguendo il successo e la carriera ma non abbastanza adulta da poter smettere di ridere ed ironizzare su se stessa.

Cosa succederebbe se queste stesse persone, per uno scherzo di uno di loro, si ritrovassero protagonisti di un reality show televisivo?

Una commedia geniale e travolgente, assolutamente da non perdere!

Gli interpreti della commedia incontreranno il pubblico sabato 17 dicembre alle ore 18 presso il Ridotto del Teatro Masini (l’ingresso all’Incontro è gratuito).

Martedì 20 dicembre “Persone naturali e strafottenti” con Marisa Laurito

La rivincita di Patroni Griffi, quarant’anni dopo”: così Franco Cordelli sul Corriere della Sera ha salutato il ritorno in scena, per la regia di Giancarlo Nicoletti, del nuovo e originalissimo allestimento di Persone naturali e strafottenti, l’opera più controversa e fra quelle di maggiore successo di Giuseppe Patroni Griffi, in scena al Teatro Masini di Faenza martedì 20 dicembre alle ore 21.

Una tragicommedia cruda, poetica ed esilarante, fra situazioni grottesche, cinismi, ironia tagliente e surrealismo, in perfetto equilibrio fra Eduardo e Ruccello, e ancora attualissima nella sua geniale spudoratezza.

Un cast unico, non convenzionale e proveniente dai mondi teatrali più variegati è il cuore pulsante di un’operazione destinata a far parlare di sé: Marisa Laurito accetta la sfida di dare voce e corpo al ruolo che fu di Pupella Maggio, segnando il suo ritorno alla grande drammaturgia d’autore e inaugurando una nuova stagione della sua lunga carriera; Giancarlo Nicoletti presta la sua attorialità unica e la sua esperienza di uomo di teatro a 360° al travestito Mariacallàs e il Premio Ubu Giovanni Anzaldo interpreta quel Fred che fu creato da un esordiente Gabriele Lavia.

Completa il cast il poliedrico Livio Beshir, attore con numerose esperienze teatrali, cinematografiche ma anche nella conduzione televisiva.

Quattro solitudini, un appartamento e una notte di Capodanno a Napoli. Donna Violante, la padrona, ex serva in un bordello, discute e litiga con Mariacallàs, un travestito, in bilico fra rassegnazione, ironia, squallore e cattiveria.

E ancora, Fred e Byron che sono alla ricerca dell’ebbrezza di una notte: l’uno, uno studente omosessuale alla ricerca di una vita libera dalle paure, l’altro, uno scrittore nero che vorrebbe distruggere il mondo per vendicare le umiliazioni subite.

Quattro persone naturali e strafottenti, che, per un gioco del destino, divideranno la loro solitudine con quella degli altri, mentre fuori la città saluta il nuovo anno, fra accese discussioni, recriminazioni, desideri repressi, liti e violenze sessuali.

Con lo spettacolo “Anastasia. L’ultima figlia dello Zar” si apre, mercoledì 21 dicembre, la nuova stagione di Danza

Con lo spettacolo Anastasia. L’ultima figlia dello Zar, co-prodotto da Equilibrio Dinamico Dance Company e compagnia La Luna nel Letto, si apre, mercoledì 21 dicembre alle ore 21, la nuova Stagione di Danza al Teatro Masini di Faenza.

Lo spettacolo, magico, poetico e onirico, è nato da un’idea della coreografa Roberta Ferrara, mentre drammaturgia, regia, scene e disegno luci sono firmati da Michelangelo Campanale. In scena i danzatori Serena Angelini, Antonello Amati, Beatrice Netti, Luca De Santis, Giulia Bertoni.

Anastasia Lultima figlia dello Zar2

In un ospedale, dopo essere stata salvata dalla morte in un canale di Berlino e dopo mesi di mutismo, una donna rivela di essere Anastasia, l’ultima figlia dei Romanov i reali che furono trucidati dalle milizie bolsceviche. Una sopravvissuta. Uno dei casi più misteriosi del Novecento.

È lei o non è lei? Un particolare lo svelerà. Forse il colore degli occhi, la cicatrice nascosta sotto gli abiti consunti dal tempo e dalla follia. Un modo di dire, una parola segreta mai rivelata che ora passa di bocca in bocca. Il popolo la vuole, ora. Sono io o non sono io? Lo rileverà alla memoria la sua immagine riflessa nei vetri di una finestra chiusa al mondo, il fischio del treno perso nella neve, la musica di un carillon che improvvisamente la incanterà.

Un sogno, un ricordo o la realtà? La musica batte il tempo e il tempo scorre, fugge come un cavallo, senza tregua e lascia particelle di memoria che diventano leggenda senza tempo, che esplodono nello spazio ricreando un luogo nel quale Anastasia è intrappolata nella ricerca di sé stessa.