Il 4 dicembre scorso, al Ridotto del Teatro Masini di Faenza, nell’ambito della 20^ edizione dell’Ottobre Giapponese, si è tenuto il Concerto di Hiromi Yamada (mezzo soprano) e Denis Zardi (pianoforte) dedicato a don Vincenzo Cimatti. Tra le musiche eseguite, l’Ave Maria dall’opera Hosokawa Grazia (1940). Presente al Concerto anche il vescovo Mario, che ha ringraziato per le ottime esecuzioni.

Gli artisti

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Hiromi Yamada si è laurea all’Università delle Arti di Tokyo e si è trasferita in Italia. Ha studiato canto al Conservatorio Statale di Musica di Verona, diplomandosi con il massimo dei voti. Ha vinto il Premio Accademia Filarmonica e ha proseguito per un breve periodo la sua formazione al Conservatorio Statale di Mosca. È stata borsista del governo italiano. Ha ricevuto il premio di miglior artista emergente dall’Associazione Internazionale degli Artisti di Tokyo. Grazie all’ampia estensione vocale, ha un repertorio assai vasto, dalla musica sacra alla musica da camera, dall’opera lirica alla musica contemporanea. È attiva come concertista sia in Italia sia in Giappone. Inoltre per far conoscere queste composizioni in Italia, si è fatta promotrice del progetto Ogura hyakunin
isshu in Italia.

Denis Zardi dopo aver concluso di studi di pianoforte al Conservatorio “Boito” di Parma si perfeziona all’Accademia internazionale “Incontri col Maestro” di Imola e al Conservatorio europeo di Rotterdam. Vincitore di numerosi premi in concorsi nazionali ed internazionali, svolge la sua attività artistica dividendosi fra solismo e musica da camera. Parallelamente si dedica con passione allo studio della composizione diplomandosi col massimo dei voti al Conservatorio “Martini” di Bologna. Tra le sue composizioni alcune opere pianistiche, brani di musica da camera, colonne sonore di film, musica sacra. Insegna pianoforte nella scuola di musica “Sarti” di Faenza e all’Istituto “Masini” di Forlì

La vita di monsignor Vincenzo Cimatti

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Vero romagnolo di Faenza, proviene da una famiglia di santi: dei tre figli superstiti, lui è venerabile; la sorella, suor Maria Raffaella, della Congregazione delle Suore Ospedaliere della Misericordia, è stata beatificata il 12 maggio 1996; Luigi, Salesiano coadiutore e missionario in America Latina, morì in concetto di santità. Vincenzo nacque a Faenza il 15 luglio 1879 da Giacomo e Rosa Pasi, genitori di modestissima condizione economica. Perdette il papà all’età di tre anni. Fu in quell’anno che la mamma, sollevandolo sulle braccia, gli additò don Bosco, presente a Faenza nella chiesa parrocchiale: “Vincenzino, guarda, guarda don Bosco!”. Di questo provvidenziale incontro Vincenzo Cimatti conservò il ricordo per tutta la vita. A nove anni entrò nel collegio salesiano di Faenza e si rivelò subito un ragazzo brillante. Vi restò sette anni e poi scelse di diventare Salesiano.

Percorse le varie tappe formative fino al sacerdozio che gli fu conferito da monsignor Cagliero nel marzo del 1905. Parallelamente alla formazione religiosa curò anche quella professionale, e in varie direzioni: diploma di abilitazione all’insegnamento in Canto corale presso il Regio Conservatorio di Parma (1900), laurea in Scienze Naturali alla Regia Università di Torino con specializzazione in Agraria (1903), laurea in Filosofia e Pedagogia sempre all’Università di Torino (1907). Plurima la preparazione, plurimi i ruoli affidatigli: maestro di musica, direttore dell’oratorio San Luigi di Torino (1912-1919), insegnante, preside e compositore brillantissimo nel collegio di Valsalice e poi direttore della comunità. Le sue operette venivano eseguite ampiamente nelle scuole e oratori salesiani. Viene chiamato “Maestro” da generazioni di chierici.

Il suo grande sogno però fu sempre quello di andare in missione. Questa “grazia” era da lui chiesta con tanta insistenza al Rettor Maggiore, don Filippo Rinaldi, oggi beato: “Mi trovi un posto nella missione più povera, più faticosa, più abbandonata. Nelle comodità io non mi ci trovo”. Gli fu accordata quando ormai aveva 46 anni. Venne inviato come capo-spedizione in Giappone con 5 sacerdoti e tre laici a fondare la missione e l’opera salesiana. Vi lavorerà 40 anni. Conquista il cuore dei Giapponesi con la sua finezza, con il suo talento artistico (dirige concerti musicali con strepitoso successo) e più ancora con la sua bontà. Va ai più poveri, ai bimbi, ai vecchi, ai malati. Apre orfanotrofi, oratori, scuole professionali. Mette in piedi a Tokyo un’editrice. Versatile, lasciò molti scritti di pedagogia, di agraria, di agiografia. Sono state raccolte 6.138 sue lettere. Fu musico di una fecondità straordinaria: circa 2.000 i concerti da lui tenuti in Giappone, Manciuria, Corea del Nord e del Sud e circa 950 le sue composizioni musicali, tra cui 18 Messe cantate, la prima opera lirica in lingua giapponese – “Hosokawa Grazia” (in tre atti) – e 48 operette.

Con lui nacque la prima casa salesiana a Miyazaki ed egli ne fu il primo direttore. Tre anni più tardi diventerà il superiore della nascente visitatoria. Quando nel 1935 la missione di Miyazaki-Oita fu eretta in Prefettura Apostolica, egli fu nominato Prefetto Apostolico con il titolo di Monsignore. “Ma perché volete avvelenarmi il sangue? – scrive subito a Torino – Lasciatemi lavorare tranquillo e senza fronzoli. Lo immaginate don Bosco con i fiocchi e le frange?”. Agli amici che dall’Italia gli hanno inviato il corredo da monsignore spedisce indietro tutto: “Vendete e mandatemi i soldi per i miei poveri”. Dimessosi per motivi politici nel 1940, cedette il posto a un Salesiano giapponese.

Trascorse i difficili anni della guerra, pieni d’innumerevoli sacrifici, in una parrocchia di Tokyo. Nel 1949, dopo aver ricoperto per 21 anni la carica d’ispettore, ne viene finalmente sollevato. Continuò il suo lavoro come direttore dello studentato filosofico e teologico di Chofu. Solo all’età di 83 anni fu lasciato completamente libero da ruoli di responsabilità. Morì da patriarca, il 6 ottobre 1965. “Vorrei morire qui per diventare terra giapponese”. La sua salma, riesumata nel 1977 e trovata perfettamente intatta, ora riposa nella cripta di Chofu. Monsignor Cimatti è una figura disegnata direttamente da don Bosco, di cui ha incarnato tutte le virtù” (Nazareno Padellaro).