In occasione della Veglia missionaria diocesana, venerdì 21 ottobre alla alle 20.30 chiesa del Paradiso di Faenza, l’arcivescovo di Asmara (Eritrea) monsignor Menghistab viene a parlarci dell’essere testimoni in un Paese in perenne conflitto perché governato da un dittatore: Isayas Aforki, pur di mantenere il potere, sta annientando questo popolo in tutti i modi, togliendo i diritti elementari delle persone. Monsignor Menghistab ci parlerà di come la Chiesa eritrea viva la missione in questa situazione, di cosa i vescovi propongono per dare speranza al popolo di Dio. Ci ha detto che non parlerà di politica non parlerà di come i diritti umani vengono calpestati perché lui deve tornare in questo martoriato Paese di cui non si parla, di cui non si sa o si fa finta di non sapere…

L’Ami per anni ha operato in Eritrea, ma è stata cacciata dal Paese

E allora noi dell’Ami, che abbiamo tanto in quel Paese, che abbiamo subìto in prima persona la repressione della dittatura, essendo stati cacciati dopo un ventennio di servizio nell’ospedale costruito e diventato un modello per l’Eritrea, vogliamo almeno testimoniare e informare. Nel 2019 l’ospedale è stato confiscato togliendo un prezioso aiuto alle persone malate. Da tre anni cerchiamo di tornare là senza esito. L’ambasciata non dà i visti, prima per la pandemia, poi ora è venuta fuori la verità. Il dittatore non vuole visitatori scomodi che raccontino la realtà, perché si è alleato con l’Etiopia (di cui il primo ministro è stato insignito Nobel della pace!) contro il Tigrai. Aforki ha perpetrato da novembre 2020 la deportazione, gli stupri e l’uccisione di molti profughi fuggiti dall’Eritrea nel corso degli anni e stanzianti nei campi profughi del Tigrai. Alcuni sono riusciti a fuggire in Sudan, altri in altre regioni dell’Etiopia, ma la situazione è peggiorata di giorno in giorno fino alla decisione dello scorso settembre di attaccare il Tigrai con tutti i mezzi, anche quelli dell’arruolamento forzato degli uomini fino a 70 anni di età. Le case di chi non si faceva trovare in casa per l’arruolamento sono state murate, le famiglie costrette a cercare alloggio da parenti e amici in una situazione di angoscia crescente.

Le persecuzioni e la chiusura delle scuole: giovani costretti alla leva militare

La gente è sempre più isolata, senza potersi spostare per la mancanza di mezzi di trasporto e di carburante, è costretta a vivere senza elettricità e con i prezzi dei generi di prima necessità triplicati. La persecuzione è rivolta soprattutto alle chiese, che non possono più avere opere sociali, per cui tutto è stato confiscato: asili, scuole di tutti i livelli e scuole professionali, centri sanitari, ospedali… Persino la scuola italiana presente nel Paese da 119 anni è stata chiusa. Nessuno ne ha parlato, il Governo italiano ha ignorato completamente che centinaia di ragazzi non hanno potuto fare gli esami di maturità e che tutti i professori sono stati costretti a tornare in Italia.

Da anni i racconti di alcuni amici sono quelli di una continua chiamata alla leva obbligatoria, evitata dai giovani scappando e vivendo le notti diventate un incubo. Infatti, improvvisamente, arrivano i camion dei militari a fare le retate costringendo i giovani a salire per essere trasportati a Sawa per il servizio militare illimitato. Emblematica la storia di Musè che si è nascosto tante volte ed era riuscito a non farsi prendere, ma a un certo punto ha saputo che la madre anziana era stata arrestata e tenuta in prigione per più di 20 giorni. Alla fine si è consegnato per liberare la mamma. Storie comuni che non fanno cronaca perché non si vivono da vicino. Storie pesanti che costringono ancora gli Eritrei a scappare da una vita disumana… ma adesso non si può nemmeno scappare da questo inferno.

Antonietta Zampino
Associazione Missionaria Internazionale

Foto ANSA/SIR