Tanta partecipazione, lunedì scorso in Seminario, al primo incontro della Tresere educatori. Segno di una Chiesa realmente in cammino e in formazione. La serata, prima dell’intervento dell’ospite Antonio Chiusolo, è stata aperta da un momento di preghiera di don Massimo Geminiani, incaridal vescovo, monsignor Mario Toso. «Credo che il titolo dato quest’anno alla Tresere, e cioè Annunciare donandosi, sia quanto mai significativo e pregnante – ha detto il vescovo -. Non solo perché la Tresere è incastonata nel dinamismo del cammino sinodale, che dice la realtà pellegrinante della comunità cristiana, tutta intera, mentre si muove nel tempo e nel territorio, per annunciare l’Amore del Padre, del Figlio e dello Spirito santo. Ma soprattutto perché dice bene ciò che viviamo sia come singoli sia come comunità: dimoriamo e viviamo in Cristo come persone in comunione con l’inviato dal Padre. Mentre accogliamo, celebriamo il Verbo che si fa carne, siamo da Lui stesso, il missionario per eccellenza, mandati ad annunciare l’Amore di Dio. Un tale Amore ci compagina, ci struttura e ci invia. Il mandato di annunciatori della Parola prende vita e senso, in particolare, nel memoriale della sua incarnazione, morte e risurrezione. Quanto detto vuole ricordare l’essenza del catechista e la sua missione: ogni catechista, mentre nell’Eucaristia sperimenta l’Amore di Cristo, diviene un cuore innamorato e amante. Mentre vive un tale Amore si sente sollecitato a comunicarlo a tutti»
“Ogni catechista, mentre nell’Eucaristia sperimenta l’Amore di Cristo, diviene un cuore innamorato e amante”
«I nostri giovani non solo proclamano la loro fede – ha ribadito il vescovo -, ma la vivono e la testimoniano quando entrano in pieno nell’esperienza di fede del memoriale dell’Eucaristia. Proprio questo stiamo riscoprendo durante il nostro cammino sinodale. Se non “innamoriamo” i giovani e le persone di Gesù sino ad aprirli all’amore perseverante di Lui, che si fa cibo e bevanda per noi nell’Eucaristia, difficilmente la loro fede diventerà adulta, difficilmente educheremo i nostri credenti a partecipare alla nuova creazione iniziata da Cristo con la sua incarnazione. Quello che in sostanza desidero dirvi questa sera è che per essere bravi catechisti, per fare bene gli educatori alla fede si deve sempre tenere come punto di riferimento – punto di partenza e punto di arrivo di una catechesi che fa vivere la comunione con Gesù Cristo – il memoriale della morte e risurrezione di Gesù Cristo».
«Chi partecipa all’Eucaristia (alla frazione del pane) – conclude il vescovo – è sollecitato a farsi Eucaristia, a farsi dono».