Un accostamento che potrebbe sembrare scontato, trattare i rifiuti come una risorsa, ma questa espressione non trova ancora una concreta applicazione nonostante esistano aziende in grado di rispondere a questa esigenza crescente del nostro tempo. Quella di raccogliere e trattare rifiuti di ogni tipo, senza inquinare e senza aumentare i siti discarica. Fra queste Astra, consorzio di aziende con sede a Faenza, in grado di operare sull’intera regione Emilia-Romagna e zone confinanti di Veneto e Lombardia, piuttosto che Marche.
La partecipazione al RemTech Expo di Ferrara
E proprio grazie ai propri soci e al personale esperto e altamente qualificato, con tutte le sue società consorziate nel 2021 Astra ha realizzato un volume d’affari pari a 30 milioni di euro, ci sottolinea il direttore Stefano Gabusi. Abbiamo contattato il direttore mentre a Ferrara, nei locali della Fiera, stava seguendo l’allestimento dello stand Astra per la tre giorni di RemTech Expo, Hub Tecnologico Ambientale, evento specializzato sui temi del risanamento, della rigenerazione e dello sviluppo sostenibile dei territori che si conclude venerdì 23 settembre. Il consorzio faentino è presente, trattandosi di una fiera internazionale sui temi del risanamento, bonifiche siti contaminati, protezione e sviluppo sostenibile del territorio, coste e porti, dissesto idrogeologico, cambiamenti climatici, rischio sismico, rigenerazione urbana e industria chimica sostenibile giunta alla sua XVI edizione. Astra Ecologia vanta una grande esperienza in tutti questi settori, unita a una grande potenzialità grazie alla trentina di aziende socie.
“In Emilia-Romagna mancano discariche per inerti”
«Proprio la crisi energetica con cui abbiamo a che fare – spiega il direttore Stefano Gabusi – dovrebbe indurci a ripensare l’intero sistema dei rifiuti». In pratica, fino alla raccolta e alla loro preparazione per un’adeguata destinazione, anche in Italia ci siamo, ma il tema vero è quello della carenza di adeguati sistemi di stoccaggio o volti alla termovalorizzazione. «In Emilia-Romagna ci mancano discariche per inerti – aggiunge Gabusi – mentre nelle vicine Marche manca un termovalorizzatore. Per i rifiuti speciali, in generale, servirebbe giungere all’autosufficienza regionale. Sullo smaltimento dei nostri rifiuti, invece, oltre ai costi perché ce li prendano, dobbiamo considerare le spese di viaggio verso altri paesi europei. Parliamo di Francia, ma soprattutto di Germania e Danimarca che, con i loro termovalorizzatori trattano i nostri rifiuti scaldandosi a producendo energia elettrica, direi sulle nostre spalle».
Giulio Donati