Accanto ai malati, con poche parole ma una presenza che lasciava il segno. Era così suor Teresa Galassi, religiosa della Piccola Famiglia di Santa Teresa del Bambin Gesù, morta il 15 agosto all’ospedale di Ravenna nel giorno dell’Assunta.

Suor Teresa è nata a Brisighella ed, entrata nella Piccola Famiglia da giovane, si è dedicata da subito agli ammalati. Infermiera di formazione, ha prestato servizio all’Opera fondata da don Angelo Lolli a Ravenna e anche nella Casa di riposo di Sant’Alberto fino al 2014 quando, con l’apertura di Santa Teresa a Faenza si era trasferita nella struttura faentina “per il servizio liturgico e pastorale agli ammalati ma anche ai poveri perché lì è stato possibile fare una convenzione per recuperare le eccedenze alimentari della struttura: e lei di occupava proprio della redistribuzione”, spiega suor Anna Morandi, superiora delle suore di Santa Teresa.

“Aveva 85 anni – prosegue – ma ha fatto servizio fino all’ultimo con una presenza silenziosa e laboriosa, fino al luglio scorso quando si è dovuta sottoporre a un intervento di sostituzione della valvola cardiaca e poi è subentrata un’infezione e anche il Covid. È stata una sofferenza per noi non poterle stare accanto negli ultimi giorni”.

Una presenza che però lasciava il segno, spiega suor Anna: “Anche dall’Ausl, in questi giorni, in tanti mi hanno parlato di lei e di quanto mancasse, perché suor Teresa riusciva a consolare e ad aprire alla speranza”. Importante anche l’assistenza nel reparto Bambini di Santa Teresa e l’assistenza ai familiari dei malati nella struttura Oasi.   

Le parole dell’arcivescovo di Ravenna

Il funerale è stato celebrato il 17 agosto nella chiesa dell’Opera Santa Teresa dall’arcivescovo di Ravenna-Cervia, monsignor Lorenzo Ghizzoni. “Una vita silenziosa e operosa, a servizio di Dio e dei fratelli”, della quale rendere grazie. Questo il ritratto che l’arcivescovo Lorenzo ha tracciato di suor Teresa Galassi, In tanti, nella chiesa dell’Opera hanno voluto salutare la suora che era in servizio nella struttura di Faenza, accanto a malati e poveri.

Citando il Vangelo di oggi (Mt 20,1-16), l’arcivescovo ha spiegato che “il Signore dà a tutti il necessario per vivere, solo per il fatto di aver lavorato anche un’ora sola nella sua vigna. Un dono, quindi, non proporzionato alla quantità delle nostre opere buone, e nemmeno alla nostra fedeltà: nessuno, al termine della vita, porta solo meriti ma tutti ci portiamo dietro limiti e fragilità. Tutti coloro che hanno lavorato almeno un po’ con il Signore e per il Signore vengono ammessi e giustificati. Dobbiamo ringraziarlo perché usa con noi più Misericordia che giustizia”. Soprattutto oggi, ha proseguito mons. Ghizzoni, che celebriamo le esequie di chi ha lavorato sempre e sin dall’inizio nella vigna del Signore”.

“La mia vita sia consolazione e gioia per i poveri e gli ammalati”, scriveva don Lolli: una meditazione, ha sottolineato al termine della celebrazione suor Anna Morandi, superiora della Piccola Famiglia di Santa Teresa del Bambin Gesù “che mette in luce la missione del fondatore e di chi l’ha seguito. Come appunto suor Galassi.

Entrata giovanissima nella Piccola Famiglia, “con l’obiettivo di stare accanto a chi soffre – ha sottolineato suor Morandi – suor Teresa ha vissuto nel silenzio e nella preghiera: quanta gente però andava e si confrontava con lei”. Prima nel reparto bambini dell’Opera, poi alla casa di riposo di Sant’Alberto e infine anche all’Oasi, casa nata per accogliere e dare sostegno ai familiari degli ammalati. Infine anche Santa Teresa di Faenza, dove suor Teresa ha prestato il suo servizio dal 2015: “Lì il cibo rimasto veniva redistribuito a chi non l’aveva e suor Teresa si occupava proprio di questo. Un segno importante: cambiano i tempi e le circostanze ma noi possiamo sempre aiutare i poveri. In questo vi chiedo una preghiera per suor Teresa e anche per noi, le sue consorelle”.

“Alla sera della vita, saremo giudicati sull’amore” (San Giovanni della Croce) è la frase scelta dalle consorelle per il ricordo funebre di suor Teresa: un amore che ha lasciato il segno.