È partita con sette giorni di anticipo rispetto allo scorso anno la vendemmia 2022. Il 1° agosto nel bresciano, e più precisamente nel territorio della Franciacorta, alcune aziende hanno iniziato a raccogliere i grappoli di uva che serviranno a realizzare gli spumanti a base Pinot nero e Chardonnay. E in Romagna, che cosa succede? Sulla Newsletter di agosto del Polo di Tebano di Faenza ne parlerà Marisa Fontana, esperta di vitigni e vini romagnoli, enologa e preparatrice d’uve per varie cantine romagnole. Ecco un’anticipazione dell’intervista.
Intervista a Marisa Fontana
«In Franciacorta hanno già iniziato a vendemmiare e noi non tarderemo molto – dice Fontana – Il problema è che non si trova manodopera per raccogliere l’uva. Per fortuna che la meccanizzazione della vendemmia inizia ad essere abbastanza diffusa: ormai più di metà delle aziende viticole romagnole utilizzano questo sistema».
A che punto è la maturazione dell’uva?
«La situazione davvero particolare di questo 2022 è lo straordinario anticipo con cui hanno iniziato a maturare i Sangiovese: mai visto i primi acini di Sangiovese invaiare al 12 di luglio! Questo significa che probabilmente già prima di ferragosto potranno essere raccolte le uve di Sangiovese per le basi spumante. Anche Trebbiano e Merlot sono avanti. Il Pignoletto è nel suo standard di inizio-metà invaiatura, mentre le varietà precoci come Pinot e Chardonnay sono in anticipo mediamente di 4-5 giorni rispetto all’anno scorso».
Quanto sta influenzando il caldo continuo e soffocante delle ultime settimane?
«La siccità sta iniziando a gravare in modo importante sulle giovani viti dei nuovi impianti, che hanno apparati radicali ancora poco sviluppati e soffrono parecchio se non hanno un impianto di irrigazione. Per quanto riguarda le viti adulte, fino alla fine di luglio non avevano sofferto in maniera evidente, ma negli ultimi giorni sono emersi i primi problemi. Sarebbe importante che piovesse nei prossimi giorni, per evitare uno stress idrico severo e che potrebbe inficiare anche la qualità delle uve».
Per quanto riguarda la produzione vinicola, cosa dobbiamo aspettarci?
«La produzione potrebbe essere in linea con quella dell’anno scorso, ma l’indisponibilità di acque irrigue e la mancanza di precipitazioni potrebbe ancora influire sul risultato finale, sia in termini quantitativi che qualitativi. La quantità di grappolini fiorali aveva fatto pensare ad una maggiore abbondanza, ma le colature di fiori e acinini in allegagione hanno raffreddato da subito l’entusiasmo. Io mi accontenterei di avere gli stessi numeri del 2021. Non ci sono situazioni drammatiche, ma le famose piogge d’agosto potrebbero davvero fare la differenza».
Quali sono le differenze fra questa annata e quella dell’anno scorso?
«La differenza sostanziale tra le due annate sta nel fatto che la 2021 è stata parimenti calda e siccitosa, ma anche molto ventosa. E il vento protrattosi fino alla vendemmia, oltre ad anticipare lo stress idrico rispetto al 2022, ha comportato una disidratazione dei grappoli e una concentrazione del succo anche nel rush finale. Il “socio di maggioranza”, il tempo meteorologico o il buon Dio, come dir si voglia, la fa sempre da padrone nell’impresa agricola, ma vogliamo essere fiduciosi che anche nell’annata 2022 riusciremo a fare qualche buona bottiglia per dimenticare le asperità di un periodo veramente pesante sotto tutti i punti di vista».