Tutta la comunità diocesana si stringe attorno alla morte di suor Gianna Patuelli, 56 anni, e al suo ritorno alla Casa del Padre. Si era consacrata nel 1996 nelle Francescane ancelle di Maria. Subito dopo il suo ingresso in convento ha scoperto di avere la sclerosi multipla, malattia degenerativa che progressivamente ha minato il suo fisico. «Posso muovere solo la testa. Ma questo non l’ha fermata, “posso ancora parlare, pregare e amare”, raccontava in un’intervista del 2016 sulla rivista Credere.

“Fin da ragazzina, ho sempre sentito il desiderio di consacrarmi al Signore – si legge in una sua testimonianza -; però consacrarmi significava lasciare delle realtà che amavo: la famiglia, la parrocchia, gli amici. Mi sembrava assurdo dover lasciare, avevo molta paura a farlo. Fino a che questo fuoco che avevo dentro ha prevalso e così a 30 anni, nel 1996, sono partita da casa e sono andata alla Verna, dove c’è la casa di formazione. Sono entrata in convento… Dopo 1 mese che ero lì, mi sono trovata in ospedale a fare la puntura lombare. Diagnosi: sclerosi multipla. È stato un momento brutto. Ho avuto paura. Sembrava che tutti i miei sogni si infrangessero. Quando sono tornata in convento dopo quel giorno, andai a confessarmi dal padre spirituale. Gli dissi che, dopo la diagnosi, io non ero più riuscita a pregare. Lui mi rispose che in certe situazioni non bestemmiare è già pregare. Io penso che potesse dirmi questo perché già mi seguiva, però per me è stata una risposta importante perché mi ha confermato che il Signore non vuole degli eroi, vuole delle persone che fanno un cammino e accetta i nostri dubbi, le nostre paure, i nostri perché”.

Da molti anni suor Gianna viveva nel convento di Quadalto, a Palazzuolo sul Senio, la casa madre della sua congregazione dove le consorelle si sono prese cura di lei, seguendola nella malattia. Molti gli attestati di cordoglio che giungono alla famiglia e altri ricordi che si leggono sui social, in particolare da parte della sua città natale, Russi. L’ex vice sindaco di Russi Laura Errani scrive: “Ci ha lasciato Suor Gianna. Dopo tanti anni di sofferenza affrontati col sorriso, voglio immaginarla serena e luminosa anche nel momento in cui abbandonava la vita terrena per essere accolta dal Padre cui aveva dedicato l’esistenza. Voglio ricordarla collega alla Scuola Media di Russi dove insegnava religione: un esempio di pazienza, bontà, sollecitudine verso i ragazzi, soprattutto quelli in difficoltà scolastica. Il suo sorriso ci accompagnerà a lungo e che il suo esempio sia un monito per noi tutti”.

Tutta la parrocchia di Russi e Pezzolo piange la perdita di suor Gianna, “che con il suo sorriso verso tutti, la preghiera sempre presente per la sua comunità di origine, la forza nella malattia, ci ha dato grande testimonianza di fede vissuta nel Signore”. Attraverso un manifesto funebre alcune amiche hanno voluto esprimere il proprio cordoglio: “Carissima Suor Gianna, fin da giovanissime sei stata per noi esempio di bontà, fiducia e generosità. In ogni momento con il tuo sorriso contagioso hai saputo illuminare anche il nostro cammino. Ora che sei nella gloria eterna continua ad illuminare i nostri passi”. Il funerale di suor Gianna Patuelli si terrà lunedì 1 agosto, alle ore 15 al santuario Madonna della Neve di Quadalto di Palazzuolo sul Senio.

“Ecco, queste suore mi stanno insegnando che è possibile essere fedeli al Signore nella salute e nella malattia, fino all’eternità”

“Purtroppo la morte è di casa – si legge nella testimonianza scritta per la Pastorale Vocazionale – Da 4 anni che sono a Quadalto ne ho già viste sei morire e ne ho assistite quattro, perché due sono morte improvvisamente. Quattro ho potuto assisterle e questa è stata una grande grazia. Una grazia grande perché assistere per me significa semplicemente stare lì, ferma, in silenzio, tenendo la mano alla morente. In silenzio perché capisci che ogni parola che riesce a dire la sorella che sta male è sacra. Vi voglio raccontare solo di una suora, una delle ultime suore che è morta, suor Elena. Aveva 104 anni, lucidissima fino alla fine… Una suora che ha amato la vita in tutte le sue manifestazioni, la natura, i fiori… che ha speso la vita in tutto e per tutto. Era consapevole, anche perché la superiora era molto schietta con lei, c’era un rapporto molto bello e quindi glielo diceva: “Ormai ci siamo suor Elena, ormai arrivi di là”. Questo mi ha sempre un po’ sconcertata, in quanto ero abituata forse in un mondo un po’ più laico, in cui si tende a nascondere la morte, a dire no, non ti preoccupare. Invece vedo che in convento lo dicono proprio… dicono: “Guarda: ci siamo. Ormai sei di là, col Signore”. Lei ha avuto molta paura, però era molto abbandonata. Pregava dicendo: “Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace. Però non era la preghiera di Elia: “Basta, prendi la mia vita”, ma “Desidero venire con te, anche se ho paura, so che sono fatta per l’aldilà, so che di là ci sei tu Padre che mi aspetti”. E l’ultimo giorno l’ho vista così serena, così rappacificata, che in un momento che ero con lei, ho detto: “Signore tu esisti davvero, io credo in te, credo nella vita eterna”. E ho rinnovato con una forza grandissima il mio atto di fede. Per un attimo volevo dire: “Suor Elena, voglio venire anch’io di là con lei…” avevo il cuore che mi batteva fortissimo, perché mi sembrava così bello fare questo passaggio… Ecco queste suore mi stanno insegnando che è possibile essere fedeli al Signore nella salute e nella malattia, fino all’eternità.