La montagna non è solo neve e dirupi, creste, torrenti, laghi, pascoli. La montagna è un modo di vivere la vita. Un passo dopo l’altro, silenzio, tempo, misura. (Paolo Cognetti)
Le Aquile sono un gruppo di donne del faentino che nella vita quotidiana fanno i più disparati lavori, sono figlie, mamme, mogli, compagne, che condividono l’amore per la montagna, amano camminare e che conoscono il significato della fatica. C’è chi frequenta tutte le uscite organizzate durante l’anno e chi, invece, può partecipare al solo fine settimana di luglio (il terzo del mese), su e giù per l’arco alpino, quello per cui ci si prepara tutto l’anno. Indipendentemente dalla frequenza alle attività, la suggestione di queste fantomatiche “aquile“ fa ritrovare, in questa occasione, il filo dei discorsi lasciati in sospeso l’anno precedente. Discorsi che non si possono definire semplicemente chiacchiere ma piuttosto ragionamenti, riflessioni, quasi una terapia di gruppo. Si crea quella complicità che normalmente fatica ad instaurarsi con le persone che si frequentano regolarmente o che si conoscono da sempre: il piacere della condivisione è il regalo più prezioso. È il contesto della montagna a creare l’alchimia! La fatica ci fa togliere le maschere che di solito indossiamo; in quei tre giorni smettiamo gli usati abiti del quotidiano ed ecco perché ci divertiamo così tanto. Quella che appare timida e riservata prima o poi trova il modo di farsi notare per il suo essere speciale.
Un’esperienza che viene proposta da 20 anni
Il gruppo è rigorosamente femminile, perché le donne insieme si rilassano di più e, sempre insieme, mostrano una capacità di adattamento per qualcuno insospettabile. In ogni donna c’è un qualcosa di speciale che porta all’accettazione dell’altra con serenità e con un sorriso, magari con una battuta e un canto. C’è chi è entrata in punta di piedi, forse anche un po’ titubante, ma alla fine è stata conquistata dalla forza del gruppo. Nel confronto si possono trovare soluzioni insperate; ascoltando le altre ci si rende conto che i problemi sono più o meno gli stessi e, nell’ ascolto e nella condivisione, si riesce a ridimensionare i propri. Ci si arricchisce proprio grazie alle diversità: tante donne, tante storie, tanta vita.
Lo spirito delle Aquile fa alzare l ‘asticella dei propri limiti fisici e invita a superarli, col motore dell’allegria e del sorriso e insieme si raggiungono cime, che da sole, alcune nemmeno col pensiero le avrebbero affrontate. Sembra che in montagna le persone siano diverse, meglio predisposte verso gli altri: nel nostro gruppo ci si volta indietro, si aspettano le ultime della fila e, talvolta, si appesantisce il proprio zaino, per permettere all’altra, di andare avanti.
È incredibile come da certe situazioni si percepisca la positività delle persone e si avverta la leggerezza della gioia della vita. La condivisione anche di spazi stretti, con tanti letti in un unico ambiente, un solo stretto bagno, magari senza acqua a disposizione, incredibilmente allarga gli orizzonti. L’esperienza delle Aquile è molto coinvolgente, camminare diventa quasi secondario rispetto al lato relazionale. Le Aquile ti mettono alla prova, ti guardi allo specchio e vorresti essere come l’altra che fatica ma non molla e solo dopo ti rendi conto che stai facendo lo stesso anche tu.
La montagna è grandiosità del Creato, è bellezza della terra, è ridare la giusta proporzione alle cose, è trovare la pace interiore facendo cose impegnative, è senso di libertà e di bellezza. È vedere la vita da un altro punto di vista: dalla cima tutto è piccolo e silenzioso, un inno all’armonia. In montagna si riscopre la lentezza, si rallenta l’ingranaggio del mondo frenetico nel quale siamo inserite. È ritrovarsi faticando, è energia, salute, fisicità, soddisfazione, è esperienza di vita all’ aria aperta dove sembra non esserci alcun vincolo. La montagna può anche far paura ma la vera sfida consiste nel superarla insieme. Per qualcuna di noi è un amante, una passione sfrenata, di cui non può fare a meno, ma anche potenza, immensità e, anche catastrofe, perché nulla è statico: tutto nasce e poi muore. È relax, vita, respiro, pensieri, solitudine, libertà, fatica, sudore. In montagna non ci si può arrendere, chi lo fa soccombe, perciò avanti e ancora avanti sempre avanti, forza!
Questi i nostri pensieri, questo il nostro stare insieme, queste siamo noi: unite ma diverse, in gruppo ma uniche, grate a colei che ci ha invitate a farne parte, riconoscenti per il sorriso che ci portiamo a casa, per le risate, la spensieratezza, per la voglia di tornare anche l’anno successivo per scoprire nuove montagne e per dare un nuovo obiettivo al nostro faticare. Un grazie speciale alle nostre guide: Irene, instancabile organizzatrice, l’anima pionieristica; Laura, il suo braccio destro, l’anima del “camminare in sicurezza”.
Grazie a tutte le splendide donne che in questi venti anni hanno camminato insieme, anche solo per una fugace stagione ma delle quali serbiamo il ricordo e la cui traccia non è svanita nel vento.
L’Aquila della Crusca e tutte le “aquile” della stagione 2022