Harold Hotelling (1895 – 1973, statistico americano) ha studiato il modello che porta il suo nome di “differenziazione orizzontale di prodotto”: viene considerato il padre dei modelli di competizione politica. L’autore lo mise a punto nel 1929, immaginando dei bagnanti distribuiti uniformemente (uno per ogni punto) su una spiaggia, che vogliono fare meno strada possibile per comprare il gelato e due venditori, che hanno lo stesso prodotto e, ovviamente, vogliono vendere più gelati possibili. La scelta ottimale dei due gelatai in equilibrio è quella di localizzarsi esattamente al centro della spiaggia, dividendosi a metà le vendite complessive. Tradotto nella competizione politica dove i bagnanti sono elettori e la spiaggia il luogo delle preferenze politiche sull’asse destra-sinistra, il modello predice che, in un sistema bipolare, i leader dei due poli si collocheranno con programmi quasi simili al centro, dividendosi a metà l’elettorato.

La realtà, però, è più complessa del modello, perché i poli non sono sempre solo due, gli schieramenti non sono omogenei ma in competizione al loro interno e gli assi delle preferenze politiche sono molteplici (per esempio: l’asse progressività fiscale-flat tax, l’atteggiamento verso la questione climatica, verso i migranti, verso la tutela della vita…) e, dunque, più che sul segmento di una spiaggia, noi elettori siamo in realtà collocati in uno spazio a più dimensioni. Ma la sostanza resta, perché ogni bagnante-elettore va a servirsi dal gelataio che sente essere più vicino: in più, l’avvento dei social media ha creato un terremoto nel modello.

Numerosi studi hanno evidenziato come i social media abbiano favorito la polarizzazione, cioè il fatto che molti bagnanti si collocano agli estremi della spiaggia. La ragione è che il business dei social media dipende dal “traffico” di messaggi, che a sua volta cresce quando si creano conflitti e polemiche. Abbiamo pertanto assistito ad affermazioni di gelatai ‘populisti’ che, con apposite campagne di comunicazione, hanno spinto i bagnanti verso un estremo della spiaggia dove si sono poi collocati a vendere il loro prodotto.

I cittadini bagnanti, se vogliono migliorare il loro benessere, possono e devono organizzarsi meglio, verificando su quali assi e dimensioni esistano aggregazioni significative di preferenze nello stesso punto della spiaggia, per spingere i gelatai a venire a portare il gelato esattamente in quel punto. L’aggregazione della domanda non è cosa facile né banale e sono necessari impegno e lavoro sociale per renderla forte e in grado di farsi sentire.

I valori della sussidiarietà, partecipazione, cittadinanza attiva, inclusione sociale, creazione di valore sociale ed economico, sono proposte e ricette sperimentate e condivise, sulle quali l’impegno della società civile dovrà avere voce presso la classe politica. I processi di co-programmazione e co-progettazione, le comunità energetiche, la formazione continua, il lavoro di inclusione sociale fondati sulla cura delle relazioni, sono segno della ricchezza della nostra società civile.

Alla fine delle elezioni si formerà un governo e dunque i bagnanti potranno servirsi da un solo gelataio. Ci sarà, perciò, da fare i conti con il risultato delle prossime elezioni generali, che sarà sicuramente importante (selezionerà il gelataio e il suo posizionamento), ma c’è un mondo dopo il 25 settembre e il futuro in quel mondo dipenderà dalla distanza tra bagnante e gelataio.

L’impegno di queste settimane della società civile dovrà servire a migliorare le nostre prospettive future, creando un metodo e un processo in grado di ridurre questa distanza prima e dopo il voto e favorendo l’affermazione di soluzioni condivise, che possano generare un progresso civile verso il bene comune.

Ed è un lavoro che pone domande a ciascuno di noi.

Tiziano Conti