A Cassanigo, nella bella cornice del giardino di casa Nadiani, nel tardo pomeriggio di domenica 3 luglio scorso si è svolto un aperitreb, un simpatico evento culturale organizzato in collaborazione con la casa editrice Tempo al Libro, in cui la poesia, la musica andavano a braccetto e dove il dialetto la faceva da padrone. Un aperitreb? Mi pare già di sentirlo il mio amico Tugnèt: «Mo cus el? S’andiv a tirê fura?». «Tugnèt, sta bõ, no stê fê e’ spagogn! L’è na paröla növa par dì che prema d’ cminzê un treb u s’ mâgna un mörs, si butta giù qualcosa, una specie di merenda!». A casa di Alfonso però la brenda l’è sèmpar rinfurzêda, si può dire una vera e propria cena preparata lì seduta stante, dall’efficientissimo staff di chi gli dà una mano.

E’ s-cianàz non vive però di solo pane, piê freta e affettati misti, quindi passo alla seconda parte, a e’ treb, nutrimento dello spirito: una serie di poesie in cui tre autori diversi (lo stesso Alfonso Nadiani, Massimo Baccarini e Alberta Tedioli) esprimono, ognuno nel proprio dialetto (Cotignola, Faenza e Modigliana), il meglio dei loro sentimenti, intervallati da brani musicali eseguiti dal duo Emisurëla. «E mi surëla? Surëla d’ chi mo?». «Tugnèt, sta mo bõ e porta paze˜zia!» Si tratta di due sorelle, Anna e Angela De Leo che, pur molto giovani, in fatto di musica al n’ ha dla mastighêda e si sono messe insieme in una band dal nome certamente originale, ma ovvio, scaturito dalla risposta che Anna dava a chi le chiedeva chi fossero: «Mè e mi surëla!». Questa band originale lo è sicuramente per via del nome, ma non solo perché è, molto probabilmente, l’unica tutta al femminile della nostra zona; infatti, anche se a volte da duo si trasforma in trio, pure il terzo componente è un’altra donna: Rita Zauli.

In quanto a originalità poi il repertorio di Emisurëla non è certo da meno. Domenica sera Anna e Angela, scatenate al massimo, sono passate dalla musica folk di tempi ormai lontani (quelli per i balli di gruppo o staccati) che si facevano qui in Romagna o nel sud d’Italia, al liscio del maestro Secondo Casadei per spingersi fino all’esecuzione di brani di musica classica e il tutto con due soli strumenti (il violino di Anna e la fisarmonica di Angela) e tanta, tanta grinta.

Anna ha suonato con l’Orchestra giovanile italiana

Che Anna fosse tosta lo sapevo fin dagli anni della scuola media quando lei iniziò il corso a Indirizzo musicale della Strocchi studiando violino con il professor Paolo Zinzani. Arrivata in terza media, gasata al massimo anche allora, ste rêgan d’ na burdëla ebbe il coraggio di dirigere il coro e l’orchestra della Strocchi di fronte a una marea di gente in due serate memorabili a la Masõ. Cun la musica int e’ sângv, Anna ha poi continuato a studiarla e, lasciata a mezzo una probabile laurea in Giurisprudenza (avuchêta la j’è za par su natura), dopo cinque anni di Conservatorio (Cesena, Siviglia e Torino) si è invece laureata in violino. Per farvi poi capire s’ la va fört, a i tegn a dì che ha fatto parte dell’Orchestra giovanile italiana e che nel 2019 ha suonato perfino al Quirinale davanti al nostro Presidente Mattarella e a tót i pèz grós dla pulètica itagliâna.

Angela suona la fisarmonica

Angela, cl’ êtra Emisurëla, viene anche lei dal corso musicale della Carchidio-Strocchi, dove ha studiato pianoforte con il professor Stefano Allegri; quando c’è arrivata e’ sótscret l’era za andê in pinsiõ, mo a v’ pos garantì che la musica la l’ha int e’ sângv ne˜ca lì. Dopo il Liceo linguistico ha scelto l’indirizzo di Storia moderna presso l’Università di Bologna e, per passione, suona la fisarmonica e canta con Anna a cui è legatissima. Per qualcuno di voi a cui è già capitato di ascoltarle in piazza a Faenza insieme al gruppo dei Musicanti improvvisi o in ambienti rurali, nei festival musicali o durante la Musica nelle Aie, quel che sto per dire non è certo una novità, ma a noi, che domenica sera le ascoltavamo a stretto contatto di gomito, hanno fatto una gran bella impressione. Al dó burdëli dla bend Emisurëla con freschezza, spontaneità e simpatia hanno accompagnato ottimamente le parole dei tre poeti dialettali. Un grazie riconoscente va al nostro Alfonso per averci regalato una serata piacevole e pina ‘d savôr d’Rumâgna.