In merito al comunicato stampa diffuso dal presidente del Faenza Calcio Andrea Missiroli, l’amministrazione comunale è sconcertata nell’apprendere le modalità con le quali abbia deciso di interloquire con il Comune di Faenza, quando in tutti questi anni non ha mai fatto mancare il proprio supporto.
Nel comunicato vengono usati toni per nulla improntati sulla forma del dialogo e che vanno oltre la civile dialettica dovuta. Sostenere di essere vittima di “modalità vessatorie” sottintende infatti una precisa volontà, per nulla confacente al modo di porsi del Comune che deve garantire l’interesse generale e non di una parte, in questo caso del Faenza Calcio. Non sfugge perciò la gravità di tale affermazione.
Entrando nel merito della questione, come emerge dallo stesso comunicato stampa del Faenza Calcio, il Comune attraverso i suoi uffici ha prontamente rimborsato le spese sostenute dalla società per le trasferte esterne imposte dall’eccezionalità dovuta al cambio della data dello svolgimento del Palio.
Per quanto riguarda gli spogliatoi si precisa che questi non vengono mai utilizzati durante il Palio e quindi lo stato in cui versano, documentato dalle foto allegate al comunicato stampa della società del Faenza Calcio, non è in alcun modo riconducibile alla responsabilità diretta del Comune.
Sulla richiesta da parte della società del Faenza Calcio di gestire direttamente lo stadio Bruno Neri giova sottolineare che l’impianto è condiviso tra le attività calcistiche e le manifestazioni equestri legate al mondo del Palio.
Non è un segreto per nessuno che i rapporti tra il Faenza Calcio e il mondo rionale non siano idilliaci da molto tempo.
Una gestione affidata alla società calcistica rischierebbe di aumentare gli attriti con il mondo del Palio, cosa per nulla auspicabile, almeno fino a quando i percorsi delle due realtà saranno unite dal comune utilizzo dello stadio Bruno Neri. Occorre invece un gestore terzo che abbia la capacità di tenere assieme le due realtà e mediare le varie esigenze di chi utilizza, giova ricordarlo, un impianto pubblico, cioè a disposizione dell’intera comunità nelle sue diverse articolazioni associative.
L’amministrazione comunale in conclusione è fortemente amareggiata per una forzatura che non serve a nessuno e convinta che il dialogo pacato e costruttivo sia l’unica strada per risolvere le problematiche.