Un piccolo seme, partito nel 1992 con la nascita del Centro di Ascolto a Faenza, che ha intrecciato volti e storie nella concretezza della carità. Oggi come allora si parte dall’ascolto, dal non ignorare quella persona che bussa alla porta e che è segno evangelico. Don Marco Ferrini, direttore Caritas, trent’anni fa era proprio uno dei volontari che prestavano servizio al Centro di Ascolto. «Ricordo in quei primi anni un grande clima di famiglia – racconta don Marco -. All’epoca chiaramente eravamo agli inizi, c’erano meno persone a rivolgersi alla Caritas, ma è stato un seme fruttuoso che è cresciuto negli anni“.

“Negli anni è stato sempre più forte e importante il coinvolgimento delle Caritas parrocchiali”

“Col tempo il Centro di Ascolto si è gradualmente strutturato – prosegue don Marco -, fino ad arrivare agli anni più recenti, in particolare grazie ai fondi 8xmille, ai progetti di servizio civile, ai rapporti sempre più collaborativi con le istituzioni e l’Unione della Romagna faentina. E poi c’è stato un crescente coinvolgimento delle Caritas parrocchiali, con le quali si svolgono vari percorsi di formazione. Ecco, penso che sia cresciuta molto, da parte di tutta al comunità, la consapevolezza che la povertà non è assente dai nostri territori e che non dobbiamo ignorarla, anzi, dobbiamo essere tutti coinvolti nell’andare incontro ai nostri fratelli e sorelle».

Un cammino di carità fatto di incontro e relazione

E anche nel nostro territorio la forbice della povertà, tra chi ha molto e chi ha poco, è aumentata. «Ci sono tante conferme di questo, sia statistiche sia dall’esperienza diretta dal Centro di Ascolto – dice don Marco -. Questa tendenza si è accentuata dopo la crisi economica del 2008. A questo aspetto si aggiungono anche i flussi migratori, certamente maggiori rispetto a 30 anni fa». La Caritas non si è fatta trovare impreparata a questi mutamenti. «Al centro – evidenzia don Marco – c’è sempre la voglia di offrire non un semplice assistenzialismo, comunque importante, ma un cammino di carità fatto di incontro e relazione. Oggi il Centro di Ascolto e le Caritas parrocchiali devono sempre più accompagnare tutta la comunità a farsi carico, in maniera diffusa, di quella povertà che è segno evangelico. Come ci invita a fare il Papa: ‘dobbiamo lasciarci evangelizzare dai poveri’».