«Questo libro si rivolge a tutti coloro che hanno necessità di individuare nell’accoglienza e nell’ospitalità un sentimento, e a quanti svolgono la propria attività nell’ambito del ricevere e dell’accogliere, ma anche ai cuochi, ai pasticceri, agli operatori, ai giovani che si stanno affacciando a questo mondo». Sono queste le parole che il faentino classe 1990 Mattia Cicognani, maître e insegnante di scuola alberghiera, dedica ai lettori del proprio libro d’esordio: Ospitalità, a way of life (Maretti Editore). Un viaggio alla riscoperta del valore dell’accoglienza sin dalla sua genesi. Il libro è stato presentato ufficialmente il 19 maggio scorso al Grand Hotel di Rimini, presenti tra gli altri il giornalista Paolo Marchi, il presidente emerito di Ial Emilia-Romagna Francesco Falcone, il presidente della Fondazione Golinelli Andrea Zanotti, Paola Batani (Batani Hotels) e la conduttrice Simona Ventura.

Intervista a Mattia Cicognani

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Mattia, cosa significa per te la parola ‘Ospitalità’?

Massimo Montanari, racconta che Ovidio, più di duemila anni fa, parla già di ospitalità nel VII libro delle Metamorfosi. È la storia di Filèmone e Bàuci, anziani coniugi che in virtù del loro grande senso di accoglienza verranno ricompensati dagli dei. L’ospitalità di base è un sentimento che nasce all’interno delle mura domestiche. La voglia e il desiderio di accogliere ci viene trasmesso dai nostri genitori fin dalla nascita e prima ancora dai nostri nonni.
I profumi del cibo preparato con cura, la tavola imbandita con il servizio “bello” nelle domeniche di festa sono certamente uno degli esempi più concreti di accoglienza che noi ricordiamo spesso con emozione, che vanno a rianimare i nostri ricordi e il desiderio di stare insieme.

Come è cambiata l’ospitalità nella riviera romagnola in questi anni?

È da sempre un vanto che tutti noi romagnoli possiamo sentirci orgogliosi di possedere. L’ospitalità nasce in Romagna nel secondo dopoguerra. Quando tedeschi e austriaci tornano nei nostri territori trovano un popolo accogliente, che non riserva rancore. Batani Select Hotels, è l’essenza dell’ospitalità romagnola, calda, empatica, che risolve i problemi degli ospiti e che va incontro alle esigenze di tutti. Questo deve essere il nostro marchio. Oggi però il mondo cambia, le esigenze degli ospiti sono sempre più concentrate su parametri di qualità altissime, i momenti in cui si accede ai pasti sempre più dilatati e lunghi. Basti pensare che fino a qualche anno fa il servizio delle colazioni di un grande albergo terminava alle dieci del mattino, oggi questo sarebbe impensabile. Il mondo del turismo ha bisogno di esser tutelato dalle istituzioni e aiutato di più.

Come è cambiato il tuo lavoro con la pandemia?

Il Covid ha cambiato molto delle nostre abitudini. Il turismo si è rinnovato così come i turisti.
Gli italiani hanno riscoperto quanto è straordinaria l’Italia, noi, operatori di settore, abbiamo ben inteso quanto il servizio sia l’ingrediente fondamentale dell’esperienza perfetta dei nostri ospiti. Possiamo mangiare bene anche a casa; il ristorante deve dare qualcosa di più. Dovremmo continuare a investire nella qualità dei servizi, nella sicurezza degli ospiti ricordandoci sempre che la vacanza, rimane un momento di relax dei nostri clienti che deve esser tutelato.

Venendo all’imminente stagione estiva, che sensazioni avete sui numeri turistici in arrivo?

Il drammatico conflitto tra Russia Ucraina ha provocato una grave crisi su tanti punti di vista; il costo di alcune materie prime è lievitato e spesso sono già state difficili da reperire. Tuttavia il turismo russo aveva già sofferto con la pandemia.

Mattia, tu sei faentino e il tuo percorso scolastico si è sviluppato poi all’Artusi di Riolo Terme. Cosa ti ha insegnato quell’esperienza?

Riolo Terme è stato un luogo magico che mi ha portato a conoscere professionisti che mi hanno introdotto nel mondo del lavoro di qualità. Mauro Salvatori e Alberto Naldoni sono stati docenti e maestri di vita indimenticabili ma non voglio dimenticare nessun docente e dirigente scolastico.

A livello lavorativo, qual è la soddisfazione più grande che hai vissuto in questi anni?

Insegnare, ho scoperto in questi anni è per me un fuoco sacro, dalla formazione ricevo molto di più rispetto a quello che do. In questi sette anni passati come docente e formatore ho conosciuto giovani ragazzi, entusiasti e innamorati di un mestiere così difficile ma immensamente bello. È una vera gioia sapere che molti di loro sono già all’estero o lavorano nei migliori Alberghi e Ristoranti in Italia e all’estero. La soddisfazione più grande è sentire il loro entusiasmo e la loro energia. Poiché come ricorda Marino Golinelli, Insegnare è donare.

La prima cosa che diresti a un giovane che vuole crescere professionalmente nel tuo settore qual è?

Quello che dico sempre ai miei studenti è di avere un sogno. Vivere sognando un futuro di un mondo imprevedibile significa programmare, stimolarsi a fare meglio e sempre bene, significa amare ciò che si fa. Mi piace sempre ricordare il mantra di Marino Golinelli “La vita è esserci con intelligenza, in modo responsabile. È impegnarsi, darsi da fare perché le cose avvengano. Con sapienza e nel rispetto degli altri”.

L’autore, incarichi in prestigiosi hotel

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Classe 1990, faentino, Mattia Cicognani ha fatto della sua passione più grande una professione, seguendo con curiosità e creatività le orme del nonno ristoratore che gli ha permesso, fin da piccolo, di conoscere e amare questo ambiente. Ma l’ospitalità è un’arte che incontra nell’hôtellerie la sua quintessenza: a soli trent’anni Cicognani lavora come direttore di sala presso lo storico Palace Hotel di Milano Marittima e come quality manager per il Gruppo Batani Select Hotels. Il libro si rivolge agli appassionati, studiosi e professionisti dell’antico mestiere dell’accoglienza, in cui viene preso in esame il valore dell’ospite da vari punti di vista.