La scorsa domenica 15 maggio, l’Ami ha organizzato l’ormai ‘tradizionale’ giornata di open Day presso la casa Ami di Fognano, in cui sono accolte diverse persone profughe. È un’occasione prima di tutto per incontrare amici e volontari che si coinvolgono durante l’anno nei vari servizi AMI: ognuno a volte fa un pezzettino e in questa occasione: attraverso video e racconti si può finalmente cogliere una visione d’insieme e il senso del proprio impegno. Poi per fare un resoconto dei servizi in India, Eritrea, Tanzania e Italia. Il titolo che dà la direzione della giornata è: Non smettiamo di portare frutto che è una rielaborazione di Ger.17.8
Se può aiutare a cogliere un po’ lo spirito della giornata ecco uno stralcio dell’introduzione. Senz’altro le foto offrono un piccolo saggio dei vari momenti: peccato che né le parole, né le immagini restituiscano il clima di amicizia, pur nelle diversità, e voglia di fare bene che si respirava.
Ben trovati! Stavolta un po’ prima del previsto. Ci siamo visti a settembre e ci rivediamo a maggio. Segno che vorremmo tornare a ritmi ed appuntamenti normali.
Tuttavia la normalità non ci è permessa dal disorientamento che viviamo per un’inaspettata guerra.
Questo è il motivo e il senso del titolo di questa giornata: non smettiamo di portare frutto! E’ una frase del profeta Geremia: ‘ L’uomo che confida nel Signore è come albero il cui fogliame rimane verde, nell’anno della siccità non è in affanno e non cessa di portare frutto ’.
Stiamo conoscendo anni di siccità, e non solo per mancanza di pioggia. Alla pandemia si è sovrapposta la guerra in Etiopia: entrambe le tragedie sono state archiviate da quella ucraina.
Esse sono la grande siccità di speranza oggi. In esse cerchiamo, come AMI, di portare un piccolo frutto. Come sappiamo: trovando in queste situazioni indicazioni per vivere la nostra dimensione missionaria, l’internazionalità e l’accoglienza. Queste tre caratteristiche costitutive dell’AMI le troverete declinate nei racconti dei vari servizi in India, Eritrea, Tanzania e Italia. In ognuno di questi Paesi siamo chiamati a portare frutto! (…)
