Dall’insegnamento delle lettere dell’alfabeto a organizzare uscite didattiche alla biblioteca comunale per capire come richiedere libri a prestito. Sono queste alcune attività che, negli anni scorsi, venivano svolte durante il corso di italiano per stranieri promosso dall’organizzazione di volontariato Farsi Prossimo e dalla Caritas diocesana. Dopo lo stop a causa della pandemia, l’intenzione è quella, appena possibile, di ricominciare con questa proposta che permette alle persone più bisognose di avviare un percorso per inserirsi nel proprio territorio. La barriera linguistica, infatti, è uno degli scogli maggiori di fronte al quale tante persone o famiglie fragili rischiano di rinchiudersi nel proprio isolamento: dalle difficoltà burocratiche fino all’impossibilità di vivere attivamente i luoghi della socialità.

“Di fronte alla sofferenza non basta vedere, è necessario toccare”

Diversi i volontari che hanno dato il proprio contributo al progetto dei corsi d’Italiano, tra questi Cristina Tampieri, che ha iniziato a prestare servizio nel 2016. «Mi è stata segnalata la possibilità dei corsi di Italiano per stranieri: non avevo particolare esperienza, ma grazie all’aiuto degli operatori ho potuto tenere, in particolare, i corsi di livello base. Finora è stata un’esperienza davvero arricchente. Nel mio piccolo, volevo dare il mio aiuto a persone nate in parti del mondo con minori opportunità. A livello personale ho potuto toccare con mano una realtà, come quella dell’immigrazione, che spesso vediamo solo attraverso il filtro della televisione o dei social. Come ha detto recentemente papa Francesco, «di fronte alle sofferenze non basta vedere, è necessario toccare», e solo dando un volto e una storia alle persone che vediamo arrivare da Paesi lontano riusciamo ad avere una consapevolezza più piena della realtà».

Ora Farsi prossimo cerca volontari per far ripartire i corsi

La lezione in classe diventa così anche un momento di forte condivisione di storie e di esperienze da parte dei migranti, molti provenienti dai Paesi dell’Africa centrale, dal Pakistan e, negli ultimi anni, anche tanti albanesi. Vista l’enorme varietà del livello di stranieri che si rivolgono a questo servizio – da coloro che sono quasi analfabeti a quelli che già parlano l’italiano discretamente, ma hanno bisogno di migliorarsi – Farsi Prossimo suddivide le varie classi in base al livello di Italiano, cercando di dare una certa omogeneità. E non ci si limita solo alla lezione frontale. «Cerchiamo di aiutare i partecipanti nelle difficoltà burocratiche che noi diamo per scontate – dice Cristina – inoltre in passato abbiamo organizzato anche un’uscita in biblioteca. Ritenevamo fosse importante far conoscere loro questo luogo e poter prendere a prestito qualche libro adatto a loro». Con una classe, è stata poi realizzata nel 2018 una pubblicazione. «Abbiamo chiesto ai partecipanti di scrivere in una decina di righe la loro esperienza in Italia. Dai loro testi è nato un opuscolo, con il testo in italiano e la traduzione nella loro lingua d’origine a fronte. È stata davvero gratificante».

Per contatti e proporsi come volontario: info@farsiprossimofaenza.org