Alla chiesa del Suffragio c’erano una cinquantina di persone all’incontro delle Caritas parrocchiali di Russi e della Bassa Romagna. Ed erano presenti anche associazioni laiche e le pubbliche istituzioni con la sindaca di Bagnacavallo, Eleonora Proni, in veste di presidente dell’Unione dei Comuni. Con lei alcuni assessori e la dirigente dei Servizi associati di Bassa Romagna, Carla Golfieri.
I dati della povertà nella Bassa Romagna
Sfiorano le 400 le persone seguite sul territorio attraverso sette realtà. In maggioranza donne; più della metà stranieri (62%). Dunque c’è anche una discreta quota di nostri conterranei. A livello lavorativo, l’11% ha un lavoro a tempo pieno, il 30% part time e il 28% sono disoccupati. Il 6% dichiara di lavorare in nero.
La Proni ha portato i saluti della città e sottolineato l’impegno dei Comuni per una politica attenta alle persone più disagiate e, sotto questo profilo, la disponibilità a collaborare anche con le Caritas parrocchiali.
Si sono registrati intervenuti delle Caritas parrocchiali di Fusignano, Bagnacavallo, Cotignola, Alfonsine, Sant’Agata sul Santerno e Russi. Ciascuno ha presentato la propria realtà e le attività svolte.
A Bagnacavallo, anni ’80, si ha notizia della nascita della Caritas, risultata addirittura la prima in assoluto a livello diocesano. Ancor prima di quella di Faenza. Una realtà che si è sempre evoluta e ancora oggi lavora per far sì che possano rendersi disponibili nuovi volontari. Oggi c’è una presenza di volontari legati alla parrocchia, ma anche alla realtà dell’Omg, per cui le attenzioni sono indirizzate sia alle esigenze della Caritas locale che delle missioni.
La distribuzione viveri è la forma più comune dell’impegno delle Caritas parrocchiali, spesso accompagnata anche dalla distribuzione di vestiario. Fatta eccezione per Cotignola, le altre realtà hanno messo in piedi anche un Centro di ascolto in cui incontrare le persone e vagliare le richieste di aiuto. Cotignola dispone comunque di un punto di incontro per famiglie e, durante la pandemia, sono iniziate visite a domicilio per portare pacchi e conoscere meglio le persone delle varie famiglie.
Quasi ovunque è stato messo in funzione anche un mercatino dell’usato per disporre di aiuti in denaro. Non in tutti casi il ricavato del mercatino va alle Caritas. A Villanova di Bagnacavallo, dove una struttura Caritas è in fase di elaborazione e avvio, si inviano contributi anche ad altre associazioni.
Damiano Cavina, referente Caritas parrocchiali: “Non è solo offrire un servizio, ma educare alla fede”
Damiano Cavina, referente diocesano per le Caritas parrocchiali, ha sottolineato anche il volto educativo e formativo della Caritas. Non si tratta infatti, solo di realizzare una sempre più perfetta attività di distribuzione di beni, ma anche di favorire l’educazione alla fede attraverso l’attenzione al prossimo, ai suoi bisogni materiali, ma anche attenzione a ciascuna persona che si incontra nella sua umanità.
La distribuzione di viveri e vestiti, o il pagamento di qualche bolletta o di un affitto, sono cose importante e rispondono a bisogni concreti di quanti vivono anche accanto a noi. Sotto questo profilo è importante che ci sia la collaborazione con le pubbliche istituzioni per essere efficaci ed evitare che in alcuni casi si ecceda e in altri non si riesca ad arrivare.
Per questo Damiano Cavina ha sottolineato l’altro aspetto su cui le singole Caritas e le rispettive parrocchie sono chiamate a prestare attenzione e a investire tempo e risorse. Occorre infatti avere sempre chiaro le ragioni del nostro servizio al prossimo, che è strettamente legato al nostro credere in Gesù Cristo. Sappiamo tutti della frase che nostro Signore pronunciò circa il fatto che “i poveri saranno sempre tra voi”. Dunque occorre impegnarsi per fronteggiare i bisogni, ma occorre avere chiaro il perché farlo. Dunque serve una sensibilizzazione verso i fedeli, ma anche la formazione dei volontari attraverso la catechesi, la liturgia e la pastorale.
a cura di Giulio Donati