Nato a Faenza il 20 maggio 1929, Sante Tura è morto martedì a Bologna. Qui si era laureato Medicina e Chirurgia nel luglio 1954 e conseguì la specializzazione in Ematologia nel 1958, a Modena divenendo professore incaricato di Ematologia nella Facoltà di Medicina e Chirurgia presso l’Università di Bologna nel 1968.
Professore ordinario dal 1976, dallo stesso anno, fu Direttore della Scuola di Specializzazione in Ematologia.
Considerato tra i padri fondatori dell’Ematologia italiana, quale branca specialistica della Medicina Interna, ha formato numerosissimi allievi, parte dei quali hanno avuto la titolarità di cattedre di insegnamento di Ematologia in Atenei italiani e negli Stati Uniti ricoprendo posizioni di direttori di Ematologie ospedaliere italiane.
Il mondo scientifico e medico, a partire dal Policlinico Sant’Orsola, il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini e l’assessore alla Sanità Raffaele Donini, il sindaco Isola e il mondo politico locale hanno espresso le più sentite condoglianze alla famiglia.
Presidente dell’Ail e della Società italiana di ematologia, la sua è stata una vita spesa tra ricerca e insegnamento.
«Ricercatore illuminato e impegnato, con i suoi studi ha contribuito significativamente ai progressi nella diagnosi, terapia e cura delle malattie ematologiche neoplastiche nell’arco degli ultimi 50 anni», dicono al Sant’Orsola.
Cessata l’attività professionale, nel 1999 abbracciò anche l’idea dell’impegno in politica. Sulla scia della vittoria di Giorgio Guazzaloca alle Comunali di Bologna, accettò l’invito del Centrodestra a candidarsi alla Camera. Si era infatti dimesso Romano Prodi, chiamato alla guida dell’Ue, liberando un seggio alla Camera.
Tura non ebbe i favori delle urne: alle elezioni suppletive raggiunse il 45% dei consensi, battuto dal 48,9% di Arturo Parisi (Ulivo).
I funerali sono stati fissati per venerdì 15 ottobre alle 10 nella chiesa di Santa Maria della Misericordia a Bologna.