Dolci, gustosi, attenti all’ambiente e premiati a livello nazionale. I mieli di girasole, alla colza e il millefiori di Pieve Regina di Carlo Alberto Avanzolini vincono la Goccia d’oro, aggiudicandosi rispettivamente due gocce al girasole e una gli altri due. Si tratta di uno dei concorsi più importanti per quanto riguarda la qualità dei mieli italiani, a cui in questa edizione hanno partecipato 1.067 prodotti.

Un riconoscimento nazionale per l’azienda biologica guidata da Carlo Alberto Avanzolini

A spiccare sono state anche le produzioni di Pieve Regina, azienda con sede in località Cavina che unisce il sapere della tradizione apistica romagnola con le innovative tecniche di raccolta e gestione biologica delle arnie. L’azienda si estende per circa venti ettari. Il laboratorio, appena ristrutturato per rispettare le norme igienico-sanitarie, è posto nell’antica pieve Cavina. In tutto l’azienda gestisce 200 alveari ad allevamento biologico in tre Regioni: Emilia-Romagna, Toscana e Marche. I luoghi di raccolta del miele sono fondamentali per garantire la qualità del prodotto. I mieli di castagno, acacia, tiglio vengono prodotti sull’Appenino e nel parco della Vena del Gesso; il girasole, la colza e il millefiori vengono invece prodotti nelle prime colline marchigiane. Fin qui il valore aggiunto dalla natura, ma poi è anche la mano dell’uomo che deve garantire la giusta armonia con l’ambiente. Apiari posti in vegetazioni spontanee, arnie fabbricate in materiali naturali, nutrizione solo con alimenti certificati: queste alcune delle chiavi su cui punta l’apicoltura bio.

Settore apicultura: “In futuro resisteranno solo le aziende ultra specializzate”

«Siamo felici per questo nuovo riconoscimento della Goccia d’oro – spiega Avanzolini -. Da tradizione partecipiamo a questo concorso con i mieli più particolari e innovativi, anche se magari non conosciuti. In questo modo anche se non otteniamo una premiazione abbiamo modo di farli valutare da una giuria qualificata». Successi del presente, ma anche uno sguardo al futuro. Tra le vittime di maltempo e cambiamenti climatici c’è il settore apicoltura. La produzione di miele non è mai stata bassa come quest’anno. «La crisi del settore non nasce oggi – dice Avanzolini -. Sono almeno otto anni che le produzioni calano. I cambiamenti climatici hanno effetti sull’apicoltura prima ancora che in campo agricolo. Per sopravvivere è fondamentale non stare fermi e cambiare modalità e tempi di allevamento. In futuro riusciranno a sopravvivere solo le aziende ultra-specializzate».