Se l’emergenza sanitaria in parte sembra rientrata, continua invece l’emergenza povertà. Ne parliamo con Francesca Galassini, coordinatrice della Caritas del Monticino per chiederle come ci si è attivati in questi mesi per aiutare le persone più bisognose.

Intervista a Francesca Galassini, coordinatrice Caritas del Monticino

Francesca, è aumentata la povertà dopo il lockdown?

In Caritas venivano 26 famiglie prima del lockdown, ora sono 62. Le persone che vengono da noi sono di Brisighella, Fognano, Villa Vezzano e San Cassiano. Il momento di maggior criticità è stato da novembre scorso alla primavera del 2021. Molte famiglie non erano mai venute in Caritas, ma altre erano famiglie che, dopo aver frequentato il Centro di ascolto per un certo periodo, si erano sistemate economicamente: il lockdown ha fatto ritornare loro in una situazione di povertà.

Cosa fate per aiutarli e quanti volontari siete?

In tutto siamo 25 volontari e ci consideriamo una grande famiglia sempre in movimento. Personalmente mi fa star bene dare sempre un aiuto a chi ne ha bisogno. Oltre all’ascolto, alle famiglie diamo viveri e abiti in giorni e orari stabiliti, ma ci stiamo orientando più verso i bambini, che sono circa una sessantina, per fornirli di materiale scolastico. Inoltre abbiamo cercato di favorire per alcuni di loro l’inserimento nei cre estivi, soprattutto quelli più fragili, sia per situazioni di emarginazione sia per difficoltà cognitive e d’apprendimento. Tutta la comunità ci ha aiutato in questo, per esempio attraverso i carrelli della solidarietà per raccolta viveri e materiale scolastico posti nei supermercati. In questi mesi ci hanno aiutato anche tanti volontari degli Alpini, del Centro volontari e degli scout. In questi ultimi mesi l’attenzione e la sensibilità verso il centro è aumentata da parte della comunità e ricevo numerose richieste da persone che intendono impegnarsi nelle nostre attività e nei nostri servizi.

Quali esigenze hanno le persone che vengono a chiedere aiuto?

Sono sì persone in difficoltà economiche, ma non solo. Vengono anche persone che hanno bisogno di atri tipi di aiuto: c’è chi si sente solo e ha bisogno di compagnia o anche chi ci cerca consigli di vario tipo. Oppure chi ha bisogno di supporto per la gestione dei figli. La differenza tra italiani e stranieri non è alta. Solitamente gli italiani che vengono da noi sono persone sole o al massimo coppie. La maggior parte degli stranieri sono di nazionalità marocchina che, al contrario degli italiani, hanno famiglie numerose con tanti figli.

Quali progetti state sviluppando?

Per il secondo anno consecutivo ci sarà la distribuzione dei giocattoli ai bambini. Mercoledì scorso ha aperto lo sportello dei servizi: due volontari si offrono di aiutare le famiglie a compilare documenti oppure per richiedere dei documenti e per avere chiarimenti in base ai propri problemi. Il 14 novembre celebreremo una messa di ringraziamento dalle suore di Fognano perché il nostro centro di ascolto compie cinque anni: in quell’occasione proporremo un open day al centro. Sta poi nascendo una collaborazione con il gruppo Garum per una sfilata di moda etica invernale al convento di Fognano.

Francesco Liverani