Gli operatori del progetto “Terra Condivisa”, promosso da Farsi prossimo in collaborazione con Caritas diocesana, sono stati invitati mercoledì 7 settembre al Centro Pastorale diocesano di Ancona al 1° MAS – Meeting di Agricoltura Sociale, che ha coinvolto esperti e operatori provenienti da diverse realtà italiane. Le realtà di agricoltura sociale nel nostro Paese sono in un periodo di grande fermento: rappresentano infatti una frontiera per l’inclusione sociale attiva di persone fragili, sono una risorsa per il mondo agricolo e aprono la strada a nuovi modelli di economia sostenibile.

A conoscere l’Orto del sorriso di Jesi

Abbiamo avuto modo di incontrare e sentire le testimonianze degli altri operatori e i tirocinanti del progetto “Orto del sorriso” di Jesi nato nel 2014 grazie a un’intuizione della Caritas diocesana di Jesi con lo scopo di valorizzare, in una logica di coinvolgimento locale e sociale, i terreni messi a disposizione dalla diocesi, favorendo l’inserimento lavorativo di persone svantaggiate o in difficoltà economica. In apertura le parole di Mons. Angelo Spina, arcivescovo di Ancona-Osimo, ha sottolineato che la “prospettiva di ecologia integrale, ambientale e umana trova attuazione nei progetti di agricoltura sociale. La terra coltivata deve essere custodita e dobbiamo usarla con intelligenza e creatività per non abusarne. Inoltre è importante l’aspetto sociale perché non si produce per l’io ma per il “noi””. Inoltre il vescovo di Jesi, Mons. Gerardo Rocconi, ha sottolineato che siamo chiamati a fare il bene, ma che il bene deve essere fatto bene!”.

Il convegno è stata un’importante occasione per ascoltare le testimonianze dei protagonisti, in particolare due beneficiari del progetto dell’area Marche, Alessio e Brian, che hanno raccontato la loro esperienza. “Ogni giorno esco dal carcere e vengo a coltivare la terra: grazie alla fiducia che hanno riposto in me le istituzioni e gli operatori, sto riacquistando fiducia in me stesso- racconta Alessio – Spero che altri detenuti possano usufruire di questo tipo di misure alternative”. “Si può sbagliare ma è sempre possibile riprendere in mano la propria vita” racconta Brian, detenuto in affidamento ai servizi sociali del territorio.

Il progetto Terra Condivisa è in parte finanziato con i fondi 8xmille

Anche l’operatrice Chiara Resta ha avuto modo di raccontare ai presenti il percorso e le sfide quotidiane di Terra Condivisa, sottolineando che l’esperienza del nostro orto sociale è molto utile per facilitare il reinserimento delle persone fragili, permettendo loro di entrare in relazione con l’altro, oltre a imparare competenze nuove. Ha inoltre sottolineato l’importanza della rete creata sul territorio per poter supportare le persone fragili oltre al valore del progetto per la cura e la custodia del nostro territorio. “Stiamo lavorando per l’autonomia di Terra Condivisa: infatti questo è l’ultimo anno di finanziamento da parte dei fondi 8×1000 dedicati alla diocesi di Faenza-Modigliana, perciò stiamo promuovendo la nostre iniziative in modo che la rete di supporto che abbiamo creato possa continuare anche in futuro” ha concluso l’operatrice.

Durante le tavole rotonde hanno inoltre raccontato la propria esperienza Luca Zoncheddu, Direttore della Caritas di Viterbo, Francesca Durastanti (Caritacoop, Viterbo), l’Avv. Gianemilio Genovesi, esperto legale (Milano) e Rosario Giuliano, Presidente della Cooperativa Sociale Lanza del Vasto (Genova). E ancora Leonardo Lopez, Funzionario Servizio Agricoltura della Regione Marche, David Donninelli della Coldiretti Ancona, Andrea Bordoni, direttore generale Assam Marche, e Bruno Mezzetti del Dip. di Scienze Agrarie, Alimentari ed Ambientali dell’Università Politecnica delle Marche. L’incontro è terminato con un pranzo a buffet a base di prodotti di stagione dell’Orto del Sorriso.