Una startup innovativa sta creando un suo sito produttivo a Marradi. A Popolano per l’esattezza. L’obiettivo, producendo acqua in brick, è quello di definire nuovi canoni del consumo consapevole. In particolare riguardo all’acqua. Di base va subito detto che l’acqua è quella buona del nostro Appennino.
Il contenitore che la startup ha ideato è di cartone ed è composto da circa l’80% di materia vegetale che ben si presta a uno smaltimento agile e controllato in quasi tutti i Comuni d’Italia: va conferito nella carta e per saperne di più si può consultare il sito www.tiriciclo.it
Alice Garau, sarda di origine, faentina di adozione, ha un’esperienza consolidata in progettazione, stesura e coordinamento di progetti con finanziamenti pubblici e privati, per filiere in economia circolare. La incontriamo.
Intervista ad Alice Garau, Quality manager
Dove nasce questa idea che in questi mesi sta prendendo forma concreta a Popolano? Perché la scelta di un brick e non del vetro?
Acquainbrick nasce nel 2019 come startup innovativa con l’obiettivo di definire nuovi canoni del consumo per l’acqua on-the-go (detta anche acqua da passeggio, ovvero le classiche bottigliette di plastica da 500 ml) e quello di chiudere il cerchio del riciclo, nella logica di economia circolare, elaborando il progetto di un nuovo granulo plastico derivante dallo scarto del contenitore di carta esausto.
Il nostro brick è completamente riciclabile: per l’80% circa si compone di materia vegetale. La cellulosa proviene da foreste Fsc, dispone di un tappo bio-based, composto da polimeri derivanti dalla canna da zucchero.
È resistente e coprente, per proteggere il prodotto contenuto. È compatto, per facilitare lo stoccaggio e il trasporto, totalmente o parzialmente personalizzabile. È un nuovo strumento di comunicazione. E a confronto con l’analisi del ciclo di vita (Lca) di altri materiali risulta più sostenibile di altri materiali. Non è più sostenibile chi ricicla di più, ma chi impatta di meno per produrre.
La scelta della sede a Popolano di Marradi
Perché proprio a Popolano?
Personalmente sono legata a Popolano di Marradi per motivi familiari: la mamma del mio compagno è nata qui. Da subito, mi sono innamorata delle montagne, degli scorci, della comunità di questo posto.
Quando ci siamo messi a cercare il posto giusto per impiantare lo stabilimento, non è stato certo il primo posto che ci è venuto in mente… diciamo che è stato il destino a portarci qui, a incontrare Tommaso Triberti, oggi sindaco, e tutta la sua Giunta e collaboratori, che hanno accolto il nostro progetto con entusiasmo e partecipazione e hanno accolto noi, come “gente di casa”.
Come ti senti in veste di unica donna fra i quattro fondatori della società?
Sinceramente, non mi sento in nessun modo rispetto a questo argomento. La squadra di Acquainbrick – Ly Company Italia è eterogenea, particolare e non ci sono differenze tra uomini e donne: siamo tutti uguali. Esistono gli equilibri funzionali per competenze e mansioni, ma non quelli gerarchici cui siamo abituati… Siamo tutti colleghi, ogni giorno fianco a fianco, e soci, una volta all’anno, durante l’Assemblea di chiusura bilancio. Poi, non sono l’unica donna! Ho delle meravigliose colleghe: Lia, Chiara e Antonella. Direi che sono in ottima compagnia!
Quest’avventura imprenditoriale ha un costo importante. Al vostro fianco avete una società spagnola. Di chi si tratta e come mai loro?
All’inizio del nostro progetto eravamo una commerciale, con un’idea ma senza il prodotto; avevamo bisogno di trovare un fornitore che sposasse il nostro progetto. In Italia, non abbiamo trovato nessuno, mentre con la visione allargata, in Europa abbiamo trovato la Ly Company Group, azienda leader nel settore, numero uno a livello mondiale. Un’azienda fatta di persone speciali ed è successo che siamo diventati loro clienti, loro amici, e ci siamo ritrovati come una famiglia allargata. Abbiamo imparato a conoscerci: loro in noi hanno visto una possibilità di crescita, fresca ed entusiasta; noi in loro abbiamo trovato l’esperienza imprenditoriale e la competenza tecnica che a noi mancava….
Quali saranno le ricadute sull’economia marradese?
Quelle che si possono prevedere su qualsiasi territorio definito disagiato, che viene scelto da un imprenditore per fare impresa… Siamo una società benefit, quindi scegliamo eticamente personale locale e agiamo assieme alle istituzioni locali per fare bene al territorio che ci ospita, chi ha metta, chi non ha prenda.
Come procedono i lavori? C’è una data di inaugurazione in vista?
I lavori sono ormai alla fine. Contiamo di aprire per la prima metà di settembre, con l’inaugurazione ufficiale… per ora tutte le energie e le risorse, sono focalizzate alla messa in opera dell’impianto.
a cura di Giulio Donati