Può prendere forma attraverso il suono incisivo della poesia o tramite la gestualità di un attore. Oppure lo possiamo sentire guardando un video su Youtube o leggendo uno storico calendario. Sono le tante forme che può prendere il dialetto romagnolo. E a ognuna di queste arti si dedica, da più o meno anni, Alfonso Nadiani di Cassanigo. Dopo la lunga attività nella commedia dialettale, negli ultimi tempi Alfonso si è dedicato alla scrittura di poesie, e una di queste, Osta: la Gloria è risultata seconda classificata, il 31 maggio scorso, al concorso nazionale “Francesca Fontana: scrivile”.

«È stata una grande soddisfazione – dice Nadiani -. Non so se il termine poesia sia quello più appropriato per i miei scritti, preferisco chiamarli ‘i miei pensieri’, come ho intitolato anche la mia prima raccolta. Per me è naturale usare il dialetto e, attraverso questi scritti, racconto tanti aspetti della realtà che vivo: storie concrete, riflessioni sulla vita, sulla vecchiaia e sulla giovinezza. Il dialetto mi fornisce un’incisività che con l’italiano non avrei. A volte una parola dialettale può essere espressa in italiano, per esempio, solo usando tante parole». Tradizione e innovazione: i primi scritti di Nadiani sono arrivati sul suo profilo social. «Ho iniziato a scrivere su Facebook alcuni testi che sono stati apprezzati e da lì è nata l’idea di sviluppare qualcosa di più corposo che ha portato poi alla pubblicazione con l’editore Tempo al Libro.

Non demonizzo i social: in questi luoghi ho trovato modo di confrontarmi con tante persone sul dialetto, anzi, sui dialetti romagnoli, perché anche il più piccolo borgo ha la sua specificità». Youtube è un altro canale con il quale in questi anni si è valorizzato il dialetto, soprattutto verso le nuove generazioni, grazie ai 90 video di Romagna slang. ll progetto dell’Istituto Schurr spiega in maniera ironica espressioni e modi di dire dialettali e ha raggiunto oltre 500mila visualizzazioni «di voglia di dialetto c’è – commenta Nadiani – per questo è bene preservarlo».

Da 46 anni Nadiani è attivo nella compagnia degli “Amici del teatro di Cassanigo”, portando avanti una lunga tradizione che ha i suoi albori all’inizio del Novecento. «Era destino che mi appassionassi a questo mondo – spiega –; il mio babbo si è persino sposato in un teatro, nel ‘53, dato che la chiesa era stata bombardata nel corso della guerra». Quasi 50 anni di spettacoli tra fatiche, prove e viaggi accompagnati però sempre da applausi, soddisfazioni e voglia di proporre qualcosa di nuovo. Fino a quando il lockdown non ha messo lo stop alle rappresentazioni, e solo adesso, con fatica, si cerca di ripartire. «La ripresa ci dà l’occasione per svecchiare la commedia dialettale. Negli ultimi anni le compagnie si sono adagiate nei loro successi. Spesso ci si accontentava di testi poco validi che però piacevano a un certo tipo di pubblico, ma non ci si può fermare lì. Serve anche raggiungere un pubblico diverso, e per questo bisogna puntare sulla professionalità».