L’8xmille a Brisighella ha tante facce: la carità delle persone, la capacità di progettare il futuro e la bellezza di una Chiesa attrattiva che unisce tutta la comunità. Tutti questi aspetti sono sottolineati da don Elvio Chiari, parroco della collegiata di San Michele Arcangelo, nell’illustrare i lavori realizzati grazie ai fondi 8xmille e della comunità brisighellese che hanno permesso alla chiesa di tornare al suo splendore. Gli interventi si sono focalizzati in particolare sul tetto e sulla facciata della chiesa, con l’obiettivo di rimettere in sicurezza il luogo simbolo per i fedeli della vallata, che da anni erano oscurati dalle impalcature. “È stato bello vedere come la comunità si sia fatta carico di questi finanziamenti – prosegue don Elvio – e come grazie all’8xmille sia possibile vivere tutti quanti la gioia dell’Eucaristia in una chiesa rinnovata”.

Massimiliano Arbia è il tecnico che ha coordinato i lavori alla collegiata di San Michele, e con lui capiamo la portata degli interventi messi in atto nei mesi scorsi grazie al finanziamento Cei.

Intervista a Massimiliano Arbia

Quali erano le criticità maggiori presenti nella struttura?

Al di là degli interventi architettonici seguiti in concerto con l’architetto Annalisa Bonaccorsi e il geometra Paolo Sami della Cmcf di Faenza, di certo l’aspetto sicurezza. Il mio ruolo di coordinatore della sicurezza mi ha portato ad affrontare e approfondire gli aspetti relativi ai lavori sui tetti e nella facciata di una chiesa che si affaccia su spazi pubblici a quote rilavanti.

Quando siete riusciti a partire coi lavori? E, nello specifico, che ruolo hanno giocato i fondi 8xmille?

I lavori relativi al tetto e agli interventi puntuali di messa in sicurezza della facciata sono partiti nel gennaio 2019 con l’approntamento del cantiere per i lavori del tetto. Nell’agosto 2018 la Cei aveva comunicato la proposta di assegnazione di un contributo di 154.353 euro a fronte di una spesa ammissibile accertata di 220.505. Il ruolo giocato coincide in circa il 70% del totale. È stato fondamentale e lo sarà per tutti gli interventi per i quali sarà ammesso. La parrocchia di San Michele Arcangelo ha già presentato una richiesta dei fondi 8xmille per l’intervento necessario al recupero delle sacrestie. Ci auguriamo che venga ammesso.

Per quanto riguarda i lavori sul tetto, ci puoi illustrare i lavori che avete svolto?

Per quel che riguarda la copertura, sono stati rimossi e ricollocati coppi in laterizio previa pulizia delle superfici e ricollocamento di nuovo strato impermeabilizzante. Come previsto dalla normativa vigente è stato inoltre installato sistema di protezione anticaduta.

E per quanto riguarda la facciata della chiesa?

Si sono eseguiti una serie di interventi volti al restauro della facciata. L’intonaco tendente al distacco e ammalorato è stato rimosso e ricostituito con nuovo in malta di calce. Quello in condizioni accettabili è stato ripulito da residui di colore, trattato con sostanze biocide per evitarne la nuova formazione. Il tutto completato con velatura a calce. Il paramento di mattoni a faccia vista è stato interessato da una sagramatura per armonizzare nel contesto l’ampiezza delle specchiature. Gli elementi lapidei sono stati “ripuliti” e trattati con pigmentazioni colorate per una maggiore omogeneità nella ricerca di equilibrio di tutta la facciata. Il tutto seguendo le prescrizioni della Soprintendenza.

I cronogrammi sono stati rispettati?

Mediamente direi di si. Per l’intervento sul tetto e quelli puntuali di messa in sicurezza della facciata i lavori sono partiti a gennaio 2019 e ultimati nell’ agosto dello stesso anno. Il completamento della facciata ha avuto un’ iter più travagliato, si è potuto ultimare i lavori fino ad espletare le formalità burocratiche a febbraio 2021. Liberare la facciata di San Michele dal ponteggio è stato bel momento, con un po’ di tensione come coordinatore della sicurezza, ma di grande soddisfazione.

Sei residente a Fognano. Per un cittadino della vallata, che significato hanno avuto questi recuperi?

Nel 2008 ho avuto la possibilità di un’esperienza simile per la chiesa di San Pietro a Fognano. Ritengo che ci sia duplice soddisfazione, quella professionale e quella personale. La prima per aver partecipato ai lavori importanti di restauro di beni religiosi e sociali; e quello personale che suscita il pensiero tutte le volte che passi davanti e guardi la facciata della chiesa.