Nuovo marchio, nuove storie da raccontare. La Cab (Cooperativa agricola brisighellese), conosciuta più semplicemente come Terra di Brisighella, dal 1972 produttrice dell’olio extravergine di oliva di Brisighella, ha presentato nei giorni scorsi l’operazione di rebranding che ha rivoluzionato non solo il marchio e la sua immagine coordinata, ma anche le bottiglie della sua vasta gamma di oli. Il progetto è partito nel 2020, dalla definizione del nuovo marchio, che evoca l’immagine delle verdi colline che abbracciano e circondano il territorio brisighellese, che si incontrano, dando vita a una storia di cooperazione umana che genera meraviglia e che, negli anni, ha costruito una solida identità distintiva. Ne parliamo con Maria Cristina Tedesco, responsabile della rete commerciale della cooperativa Cab Terra di Brisighella.
L’intervista a Maria Cristina Tedesco, responsabile rete commerciale Cab
Avete presentato il rebranding delle bottiglie d’olio Brisighello, uno dei primi Dop italiani. Cosa vuol dire ridisegnare la confezione? Cosa si migliora e come invece si mantiene la tradizione, parte integrante del prodotto?
Il processo di evoluzione della nostra cooperativa, partito con il rinnovamento degli impianti oleari, passato poi alla messa a punto del processo produttivo in collaborazione con Unibo, è giunto ora a coinvolgere tutti gli aspetti commerciali e distributivi, compreso il packaging dei prodotti. Toccare, se pur con intento nobile, l’immagine di un prodotto storico come il Brisighello è certamente una grande responsabilità. Innanzitutto perché la nostra voce non è di un singolo, ma è quella di 350 soci del territorio brisighellese. Vanno inoltre considerate e messe opportunamente in evidenza le radici storiche della tradizione olearia e i legami strettissimi, non solo tradizionali ma anche tecnici, con la zona di produzione (la vena del gesso romagnola, fungendo da baluardo e da regolatore termico al pari di un ampio specchio d’acqua) permette la coltivazione di ulivi nell’areale brisighellese. Ecco quindi il richiamo nella grafica delle etichette agli ulivi secolari, alla pieve romanica (Pieve Tho) nella cui cripta giacciono i resti di un frantoio del II secolo, alle torri di Brisighella. Tradizione ma anche innovazione: i contenitori scelti sono in vetro brevettato con altissima capacità filtrante rispetto alla luce, e in particolare per il Brisighello si è realizzata una bottiglia in vetro modificato molecolarmente che la rende impermeabile ai raggi solari.
Un prodotto di qualità come l’olio Brisighello oggi riceve una nuova bottiglia. Quale sarà il futuro di questo prodotto? Quali sinergie potrà generare col territorio? Quale invece potrebbe essere la sua vocazione internazionale?
Brisighello è certamente espressione del suo territorio e ne costituisce una risorsa importante anche in relazione alle possibilità legate al turismo. Da sempre Cab è il riferimento per l’accoglienza dei visitatori ai quali offre non solo la possibilità di un turismo esperienziale con le visite in frantoio e le degustazioni, ma anche la possibilità di percorrere i sentieri e i percorsi del museo all’aperto dell’olio che ha realizzato.
L’anno prossimo Cab compirà 60 anni. Com’è oggi la situazione della cooperativa e come sarà il futuro che aspetta questa importante realtà del territorio brisighellese?
Per quanto riguarda il futuro possiamo confermare che la produzione olearia a Brisighella, in particolare per quanto riguarda il prodotto certificato Dop, di cui Brisighello è la massima selezione, è in progressivo aumento. Proprio per questo motivo la Cooperativa sta rivedendo la propria politica commerciale aggiungendo nuovi punti vendita, un sito di e-commerce e una nuova e strutturata rete commerciale su tutto il territorio nazionale e, non appena la situazione sanitaria lo permetterà, continuerà nel progetto di internazionalizzazione intrapreso in epoca precovid.
Mattia Randi