Bandiera di Gaza in chiesa durante una veglia di preghiera per la pace. C’è chi non è d’accordo. Il consigliere comunale di Forza Italia, Alberto Ancarani critica la scelta di esporre la bandiera della Palestina accanto a quella della pace nella veglia di preghiera che si è tenuta ieri a San Francesco, organizzata da tutti i gruppi scout di Ravenna. E lo fa, a sorpresa, con una lettera aperta all’arcivescovo Ghizzoni, inviata a tutti i giornali. La risposta del direttore, Francesco Zanotti: “Vogliamo giustificare quanto accade a Gaza perché c’è stato il 7 ottobre?”.
La lettera del consigliere Ancarani
Ecc. Rev.ma, mi rivolgo umilmente a Lei perché sono rimasto turbato, come molte altre persone che mi hanno segnalato l’accaduto, da una foto pubblicata sui canali social del settimanale diocesano, nella quale, all’interno della splendida basilica di San Francesco, compare un folto gruppo di scout posizionato nella parte dell’Altare, ove è collocato anche il Crocifisso, con davanti, in bella mostra, due bandiere sul pavimento: quella arcobaleno della pace e quella del presunto stato di Palestina. Ora, ammesso e non concesso che l’esposizione di bandiere in una basilica dell’importanza di San Francesco, così come in qualunque chiesa, pur opinabile, possa essere tollerata, trovo di una gravità inaudita che non sia presente anche quella di Israele.
Ancarani: “Bandiera palestinese tutt’altro che un simbolo di pace”
Infatti la percezione che viene data, all’impatto di quell’immagine, è un sostegno della Chiesa solo alla cosiddetta causa palestinese, senza alcun riguardo alla gravissima vicenda degli ostaggi israeliani tuttora nelle mani di terroristi tagliagole che considerano infedeli tutti coloro che non solo non sono di religione islamica, ma anche che non fanno parte della loro “fazione islamica”. La circostanza è ulteriormente delicata per la presenza di numerosi minori, che evidentemente dovrebbero essere educati e catechizzati con modalità che non prevedano spinte politiche in ambiti religiosi, a maggior ragione su vicende di questa complessità. Che l’ArciDiocesi di Ravenna faccia passare questo tipo di messaggio è dunque a mio avviso estremamente pericoloso e mi sento di rivolgerLe un appello pubblico per una presa di posizione che escluda con fermezza lo scenario sopra richiamato. Peraltro, non posso non evidenziare come la bandiera palestinese rappresenti, essa stessa, tutt’altro che un simbolo di pace. RingraziandoLa fin d’ora per l’attenzione che vorrà dedicarmi, Le confermo il deferente apprezzamento per il suo Alto magistero nella nostra diocesi.
Alberto Ancarani
La risposta del direttore del Corriere Cesenate, Francesco Zanotti: stiamo dalla parte di chi è calpestato nella sua dignità
Caro Ancarani, quando si dice il tifo… Prima di tutto la ringrazio per la scrupolosità con cui segue il sito di Risveglio, l’edizione ravennate del nostro giornale interdiocesano. Mi fa davvero piacere, segno di una stima e una autorevolezza della nostra testata locale che si è accresciuta ancora di più negli ultimi anni grazie a chi ci lavora, a chi edita il nostro giornale e all’unificazione dei settimanali delle diocesi di Cesena-Faenza-Ravenna che abbiamo avviato nel 2021.
“Originale scrivere all’arcivescovo per lamentarsi di Risveglio”
Nel merito della sua lettera le dico subito che mi pare abbastanza originale che lei scriva all’arcivescovo Ghizzoni per lamentarsi di un articolo apparso sul sito di Risveglio. Non capisco perché non l’abbia indirizzata direttamente alla redazione del giornale, oppure personalmente al vescovo. In secondo luogo mi pare che quanto realizzato ieri dai diversi gruppi scout non abbia nulla di controproducente. A meno che non si voglia vedere, come lei dice, che la bandiera della Palestina sia un simbolo contro qualcuno, con una visione da tifoseria stile curva nord e curva sud che qui non trova cittadinanza.
Abbiamo bisogno di pace e di verità
Visto che lei ci segue con così tanta dovizia, avrà letto, spero, di quello che da mesi, se non da un paio d’anni, stiamo scrivendo su Gaza dopo il massacro, che ogni volta condanniamo così come fanno tutti gli esponenti della Chiesa cattolica, del 7 ottobre 2023. La condanna di quella strage con oltre 1200 morti nulla toglie alla gravità di quanto poi accade nella Striscia di Gaza da due anni. Possiamo tacere questo perché c’è stato il 7 ottobre? Vogliamo giustificare quanto accade a Gaza perché c’è stato il 7 ottobre? Abbiamo bisogno della pace, certamente. E abbiamo anche bisogno di verità. Di poter sapere cosa accade davvero là. Guardi, a Gaza, dieci anni fa, ci sono stato, e le potrei raccontare. Se non si vede, a volte si fa fatica a comprendere.
Non dividiamoci
La mobilitazione di popolo delle ultime settimane indica un risveglio di umanità e di coscienza, anche collettiva, che non può essere bollato per colpa di frange estremiste, dalle quali vogliamo prendere le distanze. L’esposizione di una bandiera, da parte degli scout, non può pregiudicare una presa di coscienza che va di certo, e lei sarà d’accordo con me, ben al di là di uno schieramento di parte e contro Israele che non c’è stato. Due popoli due Stati sta ripetendo la diplomazia vaticana in ogni occasione. Questa potrà essere una soluzione per una pace giusta e duratura. Cominciamo da noi. Basta dividerci in schieramenti. Basta guardare solo da un punto di vista.
L’insegnamento di monsignor Giancarlo Bregantini
Dove viene meno la dignità della persona umana, ci disse alcuni anni fa monsignor Giancarlo Bregantini, un vescovo che si è battuto contro le mafie, in un incontro con direttori dei settimanali cattolici, il giornale è chiamato a indignarsi. Agli scout, che penso animati dalle migliori intenzioni, faremo presenti le sue osservazioni. Ma, mi creda, in casa cattolica troverà sempre accoglienza chiunque. Ripeto: pace, giustizia, perdono e verità sono gli ingredienti per superare questo conflitto terribile che rischia di contagiare troppi, anche alle nostre latitudini.
Francesco Zanotti













