Giochi, amicizie, preghiera assieme. Sono questi alcuni degli ingredienti che da lunedì animeranno il grest parrocchiale di Sant’Antonino per tre settimane. Una cinquantina di bambine e bambini, delle classi elementari, pronti a vivere tante esperienze accompagnati dai loro animatori. «Abbiamo rilanciato il grest l’anno scorso dopo uno stop di alcuni anni – racconta il parroco don Massimo Geminiani – e dopo quella positiva esperienza, proseguiamo con tanta energia questa proposta».

La struttura è simile a quella di altri grest parrocchiali, con quattro giorni di attività in parrocchia e una giornata invece dedicata a una gita. Non mancherà un’ambientazione a caratterizzare le giornate: quest’anno saranno le avventure di Aladdin ad accompagnare i partecipanti nelle attività. Non un parcheggio, ma un luogo di crescita: questo vogliono essere i grest parrocchiali. «Ci sono dei temi che fanno da filo conduttore nelle varie giornate e che puntano molto sulla condivisione tra i bambini – spiega don Massimo – e prima di pranzo proponiamo sempre ai ragazzi un momento di catechesi per scoprire la figura di Gesù. Il grest è pensato come un arricchimento per il percorso di catechismo che tanti giovani della nostra parrocchia vivono».

“Anche gli animatori delle superiori vivono qui un’occasione di crescita”

piccoli bambini del grest

Una proposta di qualità non può essere improvvisata: per questo i circa 25 ragazzi – per lo più delle scuole superiori – che fanno da animatori arrivano preparati all’appuntamento. «In tanti hanno partecipato alla proposta Identikit animatore fatta dalla Diocesi. Oltre a questo, ci ritagliamo sempre momenti di confronto educativo prima del grest in cui trattiamo delle linee pedagogiche da utilizzare, a partire anche da cose semplici: l’abbigliamento da avere in questi contesti, il linguaggio da usare con i bambini…». Ecco allora che lo spendersi per i più piccoli diventa occasione di crescita anche per i ragazzi più grandi. «Il nostro è in primis un servizio ai bambini e alle famiglie – specifica don Massimo -, ma sono luoghi preziosi in cui viene data l’occasione ai giovani di sperimentarsi nel servizio».

Dal lavorare assieme, si fa squadra: uno degli aspetti più belle del grest è quello di riuscire a unire assieme educatori e bambini delle parrocchie vicine, come Santa Lucia. «Una delle soddisfazioni più belle – conclude il don – è sentire i bambini dire “che bello, da grande voglio fare anche io l’animatore e spendermi per questo servizio”. Significa che qualcosa di forte è stato trasmesso». Non parcheggi, ma trampolini di lancio per crescere insieme.

Samuele Marchi