Chiesa piena, questa mattina, per l’ultimo saluto al ricercatore ucciso in Colombia ad aprile. Una comunità attonita, sospesa tra la notizia arrivata oltre due mesi fa e il funerale odierno si è stretta attorno ai genitori, Sandra e Gabriele. Fuori dalla chiesa il saluto sulle note di “Rondine” di Mango.
L’ultimo saluto nella sua Longastrino
“L’ho incontrato un paio di volte, Alessandro. Abbiamo parlato di progetti, di futuro”, dice quello che è stato il suo parroco, don Sante Bertarelli. È quello che manca più ora a Sandra e Gabriele, i genitori di Alessandro Coatti, giovane ricercatore ucciso in Colombia ad aprile. La chiesa di San Giuliano a Longastrino fatica a contenere tutti quelli che vogliono salutarlo in occasione delle esequie, celebrate questa mattina dal parroco, don Alessio Baggetto con don Sante. Sull’altare anche il diacono Edo Assirelli.
Sarebbe dovuto tornare a Pasqua. Ad aprile la notizia del suo omicidio
Nell’omelia, don Sante offre un suo ricordo personale di Alessandro: “L’ho incrociato a casa sua quando sono andato a benedire – ricorda –. Mi ha colpito: di solito non si incontrano molte persone giovani. In quell’occasione e poi quando è venuto lui nella casa di accoglienza abbiamo parlato un po’”. Di futuro, di progetti. Alessandro se n’è andato presto da Longastrino, a 19 anni: prima a Pisa, per frequentare la Normale, poi a Londra, dove lavorava come responsabile delle politiche scientifiche della Royal Society of Biology. Sarebbe dovuto tornare a Pasqua dopo un periodo in Sud America. Ma la notizia della sua morte, per la quale le autorità colombiane hanno fermato quattro persone, è arrivata prima. Secondo la ricostruzione degli inquirenti sarebbe stato ucciso nel corso di un tentativo di rapina nella città di Santa Marta. Il suo corpo dopo essere stato identificato è stato restituito alla famiglia solo pochi giorni fa.
La comunità attonita, rassegnata
Un’incredulità rassegnata. Questa la sensazione diffusa, questa mattina, a Longastrino. Una comunità quasi attonita, sospesa, tra la notizia di oltre due mesi fa e il funerale odierno, come se non credesse fino in fondo a quel che è successo ad Alessandro.
Le parole di don Sante: “Ho provato a mettermi nei panni dei genitori”. Gesù sulla croce dice: “Oggi sarai con me in Paradiso”
“Accanto alla parola di Dio vogliamo mettere anche le parole degli uomini – spiega all’inizio dell’omelia don Sante -. Il fatto di essere qui in tanti, oggi, dice che l’umanità aiuta”. Il Vangelo scelto per il rito funebre è quello che racconta del buon ladrone. “Ha a che fare con la croce. Ho provato, in questi mesi, a mettermi nei panni di Sandra e Gabriele – aggiunge il sacerdote -, panni che ti fanno sentire caldo e freddo allo stesso momento. Vorrei dirvi quello che ha detto Gesù a chi gli stava accanto sul calvario, una considerazione che vale per me e anche per Alessandro: ‘Oggi sarai con me in Paradiso’”. Ma cos’è il Paradiso? Don Sante lo racconta attraverso una lunga citazione di Romano Battaglia: “Alla fine ci sarà lui ad attenderti. Stai tornando a casa. Il nostro sguardo supera le distanze e tutti coloro che ci hanno voluto bene sono lì, vivono ancora nell’universo e ci aiutano a sentirci meno soli. Dio è una luce più forte di quella del sole che sorge dietro le montagne”.
La cugina Arianna: “Anche se era a Londra, lui c’era”
Al termine della Messa è la cugina, Arianna, a prendere la parola per ricordare Alessandro e a ringraziare i presenti per la vicinanza: “Per me era come un fratello – spiega -, con cui potermi confrontare, al quale mi ispiravo sempre. Sono fiera di chi era e di quello che ha fatto. Era a Londra ma ogni volta che avevo bisogno lui c’era. Non ringrazierò mai abbastanza la vita per averlo avuto vicino e nella mia famiglia. Gioioso, socievole, altruista, non ha mai perso la voglia di vivere, di combattere per ciò in cui credeva”.
Fuori dalla chiesa, l’addio sulle note di “Rondine” di Mango
Il rito delle esequie si conclude. Don Alessio asperge la bara con i fiori donati dalla famiglia, dalle due nonne di Alessandro, e degli amici, e la circonda con il turibolo d’incenso. I genitori escono sul sagrato per salutare Alessandro che è già stato caricato sul carro funebre, tra le note di “Rondine” di Mango: “Nonostante tu sia la mia rondine andata via. Sei il mio volo a metà. Sei il mio passo nel vuoto”. Un saluto, da lontano, e il carro parte, con tutto il paese dietro ad accompagnare Alessandro al cimitero.
Daniela Verlicchi



















