Grande talento e fantasia, tecnica sopraffina, ma anche grinta e caparbietà. Sono state queste le qualità e il segno distintivo di Roberto Donadoni. Da molti considerato una delle migliori ali nella storia del calcio, il campione lombardo è stato l’ospite di prestigio del “Milan Club Faenza Carlo Sangiorgi” a chiusura dell’attività stagionale e dei festeggiamenti per i 40 anni dalla fondazione.

Donadoni si è messo alla prova anche sul green del Golf Club Le Cicogne

Nella giornata faentina, Donadoni, ottimo giocatore di golf, si è messo alla prova sul green del Golf Club Le Cicogne in una partita con il presidente Franco Ginestretti e altri soci, salutato anche dall’ex campione della bici e commentatore tv Davide Cassani, a cui ha raccontato di aver praticato anche il ciclismo in gioventù.

gruppo al golf club le cicogne con cassani primo a sx
Donadoni al Golf Club Le Cicogne di Faenza, in compagnia tra gli altri, di Davide Cassani

Ha poi raggiunto il Circolo Tennis per incontrare i supporter rossoneri guidati da Giuseppe Sangiorgi, numero uno del Milan Club Faenza. La serata, a cui hanno partecipato il vicesindaco Andrea Fabbri e Nicola Cavina, allenatore del Faenza Calcio, è stata piacevole e viva.

con lallenatore del faenza calcio nicola cavina
Roberto Donadoni con Nicola Cavina, mister del Faenza Calcio

Donadoni si è concesso alle tantissime domande dei fan

Con grande disponibilità, Donadoni ha risposto a tantissime domande, firmato autografi e scattato foto con i tifosi, confermandosi persona di grande signorilità, eleganza e valori.

Il campione orobico, dopo gli inizi all’Atalanta, ha giocato 390 partite ufficiali (23 gol all’attivo) in 12 stagioni, conquistando 18 trofei e cucendosi addosso la maglia rossonera. “Sono sempre stato tifoso del Milan fin da bambino – ha sottolineato Donadoni – e sono cresciuto nel mito di Gianni Rivera. Sono orgoglioso del mio passato e di aver avuto la possibilità di far parte di quel team rossonero con un grandissimo presidente come Silvio Berlusconi, una persona che ha cambiato mentalità nel mondo del calcio per cui ha fatto tanto. E’ stato il segreto alla base dei tanti successi di quegli anni. Un trascinatore, appassionato vero e sempre riconoscente”.

premiazione donadoni

“Sono stato un giocatore capace di adattarsi alle esigenze della squadra”

Silvio Berlusconi aveva accolto Donadoni, secondo ingaggio della sua presidenza come “colui che avrebbe riacceso le luci a San Siro”. Definizione quanto mai azzeccata: centrocampista completo, veloce, intelligente, dotato di tecnica, stile, fantasia, ottimo dribbling e controllo di palla, visione di gioco, “Roby” aveva grande capacità di crossare che lo rendeva un efficace uomo assist, più che realizzatore, nonostante un tiro preciso dalla distanza.

Credo di essere stato un giocatore capace di adattarsi alle esigenze della squadra– ha osservato Donadoni- con la volontà di cercare di fare sempre il massimo. La duttilità è stata un vantaggio”.

E’ stato un perno fondamentale del Milan degli Immortali con mister Arrigo Sacchi “un grande innovatore, un visionario che seppe trasmetterci la capacità di giocare da squadra”.

Poi del Milan degli Invincibili, con Fabio Capello “bravo a proseguire sulla linea tracciata, senza stravolgere nulla, ma dando il suo inconfondibile segno”.

Infine, dopo una breve parentesi negli Stati Uniti ai Metrostars di New York del Milan sorprendente di Alberto Zaccheroniche seppe farci prendere consapevolezza nei nostri mezzi e raccogliere l’occasione di vincere in modo inaspettato e quindi più gradito di il titolo di rincorsa. Fu la vittoria del gruppo”. L’anno successivo Donadoni in Arabia con l’Al-Ittihad vinse il campionato e la coppa del re saudita e chiuse la carriera.

La vittoria più bella la Coppa dei Campioni del 1989

La vittoria più bella in un percorso così lungo al Milan? “Quando hai la possibilità di giocare tanto tempo in un club, è difficile scegliere un momento. Però indimenticabile è sicuramente la vittoria della Coppa dei Campioni del 1989 a Barcellona contro lo Steaua Bucarest, dominato e sovrastato in uno stadio quasi interamente rossonero. A livello personale poi il primo gol a San Siro

Il Milan di oggi è reduce da una stagione molto deficitaria.

Dopo una annata così complicata, mi auguro una ripresa, una ripartenza. La storia rossonera merita altri scenari. Questo implica la necessità di ricostruire e rilanciare il progetto. Sono fiducioso e mi auguro che il club abbia davvero intenzione di farlo. Il ritorno di Massimiliano Allegri è un passo importante: è un allenatore che conosce già l’ambiente. Ma al di là del tecnico, è fondamentale che ci sia una società forte, con idee chiare e ben allineata con lo staff. Solo così si possono raggiungere obiettivi ambiziosi”.

Donadoni in maglia azzurra

Donadoni è stato un punto di forza del Milan, ma anche della Nazionale Italiana (totalizzando in azzurro 63 presenze e 5 gol) con cui arrivò terzo nel 1990 e secondo nel 1994 ai Campionati Mondiali, in entrambi i casi la squadra azzurrà uscì ai calci di rigore. “L’amarezza rimane, ma bisogna capire che perdere così sta nell’ordine delle cose nella vita di uno sportivo. Occorre saper cogliere gli aspetti positivi e crescere”.

Intrapresa la carriera di allenatore, ha guidato diverse squadre di club, iniziando dal Lecco, poi Livorno, Genoa, Cagliari, e per alcuni anni di Parma (con cui conquistò l’Europa League poi vanificata dal fallimento della società) e Bologna.

E’ stato commissario tecnico della Nazionale italiana, conducendo la squadra azzurra agli Europei 2008 dove fu eliminata ai calci di rigore dalla Spagna poi campione.

In questi tempi difficili per la formazione azzurra il campione bergamasco ha ribadito che “vestire la maglia azzurra, ascoltare l’inno nazionale fa venire i brividi. Si deve dare il massimo, tutto quello che si ha dentro. Questo è lo spirito che mi ha sempre accompagnato nella mia esperienza”.

Con la leggenda rossonera Donadoni, vero signore dello sport, Milan Club Faenza, ha concluso la terza stagione dalla ricostituzione nel 2022 con l’intitolazione a Carlo Sangiorgi, pioniere del tifo rossonero in città, che lo aveva fondato nel 1984.

L’evento con Roberto Donadoni è stato infatti il settimo di una serie d’eccezione che in tre anni ha portato in città gli allenatori Arrigo Sacchi e Alberto Zaccheroni, i giocatori Sebastiano Rossi e Massimo Agostini, Alberico Evani, Nelson Dida e Filippo Galli:una soltanto delle tante iniziative del Milan Club Faenza affiliato all’Associazione Italiana Milan Club (A.I.M.C.) che apre i tesseramenti per la prossima stagione sportiva, quella che spera sia della rinascita.