Giovedì 8 maggio, nella sala Bernabei di Modigliana, si è svolta la presentazione del libro Tagliatele le trecce di Iose Berti, pubblicato da NFC edizioni. L’iniziativa è stata promossa dall’Associazione Auser e ha visto la partecipazione di Alberta Tedioli, amica dell’autrice, che ha introdotto il volume con un toccante racconto personale.
Un libro che attraversa luoghi, epoche e relazioni
Nel corso dell’incontro, Alberta Tedioli ha raccontato la storia dell’autrice riminese Iose Berti, con la quale condivide una lunga amicizia nata tra i banchi dei mercatini di antiquariato.
Il libro, a metà tra diario e racconto, ripercorre un’esistenza intensa e fuori dagli schemi, partendo dall’infanzia vissuta tra le colline riminesi e la miniera di zolfo, fino all’età adulta segnata da grandi cambiamenti.
«Iose ha raccontato in questo libro la sua vita. Una storia non comune fra la collina riminese con le sue tradizioni, la vita a contatto con la miniera di zolfo, la bella e numerosa famiglia, la perdita del padre in tenera età. Una storia viva, un libro che si legge d’un fiato», ha spiegato Tedioli.
Negli anni Settanta, l’autrice si trasferisce a Londra: qui nasce Carlton, che diventerà campione di basket e parteciperà alle Olimpiadi. Poi arriva Lucilla, e oggi sono i nipoti a riempire la sua vita.
Una vita raccontata con semplicità e autenticità
Il volume si sofferma anche sulla passione dell’autrice per il restauro e la riscoperta degli oggetti antichi, una passione che Alberta Tedioli ha descritto come un linguaggio condiviso:
«Iose ha una passione innata per ridare vita a vecchi oggetti, li cerca ovunque, li studia, li restaura. È un linguaggio che ci accomuna».
Nel libro emergono tratti poetici e riflessioni che rivelano la profondità di una donna che ha vissuto ogni fase della propria vita con intensità:
«Nessuna velleità letteraria in quello che ho scritto. Solo la volontà di lasciare che le mie radici rimangano impresse nell’animo dei miei figli e nipoti», ha dichiarato Iose Berti.
E conclude: «Mi piace la vita fatta di emozioni, belle e brutte, quella sottile linea che dovrebbe dividere il bene dal male, ma così sottile che spesso mischia tutto e rende l’esistenza altroché più bella e attraente».