Quale gioia ci dona la Pasqua di Cristo! Ogni anno si spalancano per noi le porte della comunione con il suo Amore e con la sua missione. La Pasqua ci costituisce popolo di Dio, inviato nel mondo. È l’occasione, ancora una volta, di pensarci insieme a Lui, nella vita, nel cammino per la gioia, che vorremmo raggiunga tutti. In una continua effusione dello Spirito che rinnova la faccia della terra.

La nostra non è la gioia di un popolo estraneo ai grandi problemi del mondo.

Tutto al contrario. È la gioia di un popolo che non si rinchiude in un cristianesimo devoto, di consolazione, di commiserazione delle nostre debolezze contingenti. È la gioia che fiorisce dalla forza di un dono che diviene completo con l’immedesimazione con il Pastore dei pastori, sulla Croce. È la gioia di una Speranza che non delude e che fa riprendere il largo della storia.

Guardiamo in avanti. Non siamo soli. Camminiamo nel mondo, fieri di essere di Cristo, pronti a seminare con Lui i semi della sua perenne giovinezza, della sua pienezza di vita.

Come Cristo ha desiderato coinvolgersi nelle vicende umane, anche noi non ci rifiutiamo di essere in mezzo alle sfide della storia. È il cammino dell’immersione nell’umanità, in ogni suo aspetto, per renderla più autenticamente umana attraverso il dono della vita divina.

In un mondo pieno di tanti segni di bontà e di bellezza, ma anche di tante fragilità, divisioni, ingiustizie, diseguaglianze e guerre, non assecondiamo ciò che lo distrugge ancora di più.

Collaboriamo con gli uomini di buona volontà per renderlo sempre più casa di tutti e per tutti. Coltiviamo l’attitudine alla fraternità, al dialogo sereno, sincero, propositivo, sempre audace, che non scende a compromessi inconcludenti, che avvantaggiano i più forti e lasciano da parte, ancora una volta, i più deboli e i poveri. Siamo annunciatori e testimoni di un Vangelo integrale, mostrando che tutto è connesso: che la persona umana va custodita sia nella sua dignità individuale, inviolabile, indisponibile, che la rende soggetto di doveri e di diritti, sia nella sua vocazione relazionale, che le assegna responsabilità nei confronti della società; che proprio questa dignità porta a rispettare allo stesso modo la vita nascente e morente, come la vita degli indigenti e dei migranti; che la cura del creato vive della stessa logica della cura della famiglia e dell’educazione.

La Pasqua è per la profezia, ci dice il cammino sinodale in cui siamo impegnati da alcuni anni. Essere profeti significa non solo guardare in avanti, fiutare il vento del successo, ma essere soprattutto costruttori, con sollecitudine instancabile, con passione, di una società più fraterna, giusta e pacifica.

In questa Pasqua desidero rivolgere un augurio speciale ai giovani della nostra Diocesi. Voi siete ricchezza per il futuro della Chiesa e del mondo. Portate nel cuore sogni, aspirazioni e anche attese e domande. In un tempo segnato da incertezze e preoccupazioni, il messaggio della Risurrezione vi esorta a non perdere la speranza. Cristo risorto vi invita a guardare a lui, a essere promotori di gioia e costruttori di pace. Lasciatevi guidare dalla luce pasquale e aprite il vostro cuore a Gesù, che vi accompagna sempre, anche nelle difficoltà, incoraggiandovi a vivere con coraggio e profondità di visione. Un abbraccio a tutti, piccoli e grandi, giovani e nonni, con l’amore di Cristo risorto.

                                        Mario Toso, vescovo