Ultime due settimane per potere ammirare la mostra “Giacinto Cerone. L’angelo necessario”, a cura di Marco Tonelli al MIC di Faenza. La mostra chiude il 27 aprile, con due visite guidate aperitivo gratuite (incluse nel prezzo del biglietto), previste per sabato 26 aprile e domenica 27 aprile, alle ore 16.
In mostra oltre 80 opere, tra sculture e disegni di Giacinto Cerone (1957-2004) che il MIC Faenza ha voluto riportare alla memoria nel ventennale della sua scomparsa.
L’artista di Melfi, programmaticamente contradditorio, materico e gestuale, violento e spirituale, è stato uno dei più originali e liberi scultori italiani, lontano da raggruppamenti, scuole, movimenti, stili o mode del momento.
Purtroppo, dopo la sua morte, l’artista era finito un po’ in secondo piano nelle cronache dell’arte, così il MIC di Faenza ha voluto riportare all’attenzione del pubblico l’arte di questo straordinario artista.
Faenza è stata per Cerone una meta preferenziale fin dal 1993, quando elesse la bottega Gatti per realizzare una serie di ceramiche smaltate utilizzando tecniche di lavoro forse poco ortodosse ma di forte espressività e sperimentando un grande varietà di colori e forme.
Ma l’irruenza del suo linguaggio si misura a partire dai differenti materiali impiegati sia nella produzione scultorea (legno, ceramica, plastica, metallo, marmo, gesso, pietra) che in quella disegnativa, per lo più indipendente dalla realizzazione delle opere plastiche, oltre che nell’uso di tecniche legate alla velocità e alla gestualità.
La sua arte è anarchica e istintiva, arcaica e sperimentale, lucida e razionale pur nella sua sintesi plastica emozionale, inconscia e carica di poesia, come quella da lui letta nelle poesie dei suoi autori preferiti: Friedrich Hölderlin, Sandro Penna e Dino Campana.
La mostra sarà aperta anche a Pasqua, Pasquetta e il 25 aprile, con orario continuato dalle 10 alle 19.