Riproponiamo questo articolo del 28 aprile 2017 su “Il Piccolo” del viaggio organizzato in Vaticano dalla nostra redazione che ha portato all’incontro con papa Francesco.
Merita davvero di essere raccontata la bella esperienza vissuta dai 50 partecipanti al viaggio a Castel Gandolfo e a Roma di martedì 18 e mercoledì 19 aprile proposto da Il Piccolo in collaborazione con l’associazione “La ceramica del cuore” e la Riunione Cattolica “E.Torricelli”.Già alla partenza si percepiva l’entusiasmo di tutti per l’attesa di qualcosa di molto speciale. Il viaggio in pullman ci ha permesso di fraternizzare e di prepararci nello spirito a due giorni di “scoperte” eccezionali.
A Castel Gandolfo, accogliente borgo con una lunga storia, interessanti monumenti e panorami suggestivi, eravamo attesi e, accompagnati da due valide guide, abbiamo visitato il Palazzo Pontificio, costruito fra il 1624 e il 1628 per volere di papa Urbano VIII e progettato dall’architetto Carlo Maderno (1556-1629) sulle linee del preesistente Castrum Gandulphorum, appartenuto ai Gandolfi e ai Savelli. Il Palazzo è oggi un museo aperto al pubblico per volontà di papa Francesco, per il quale “i musei devono diventare sempre più luogo del bello e dell’accoglienza”. Il complesso delle Ville Pontificie ha una superficie di oltre 55 ettari ed è il frutto della creazione di tanti artisti, Dopo la visita delle sale, contenitori di preziose opere d’arte e di interessanti documenti, ci siamo trasferiti a Villa Barberini, voluta da Taddeo Barberini, nipote di Urbano VIII, per ammirare i sorprendenti giardini e i consistenti resti della zona residenziale e monumentale della Villa dell’imperatore Domiziano (I sec. d.C.). Poi il gustoso pranzo alla fattoria della Villa Pontificia, quindi di nuovo nella piazza del paese su cui si affaccia la chiesa di San Tommaso da Villanova, Collegiata parrocchiale, costruita dal 1658 su progetto di Gian Lorenzo Bernini (1598 -1680). Nella sua cripta, con commosso stupore, abbiamo ammirato il monumentale presepio in ceramica che l’Ente Ceramica e l’Amministrazione comunale di Faenza vollero donare al papa S. Giovanni Paolo II in segno di gratitudine per la sua visita alla nostra città il 10 maggio 1986. Ci siamo complimentati con il ceramista Vittorio Ragazzini, guida del nostro gruppo e autore delle tre grandi statue dei Re Magi e della statua di Pietro Andrea da Faenza, famoso maestro maiolicaro del XV secolo. Dopo l’intensa giornata e una rapida cena, un sonno ristoratore ci ha fatto recuperare le energie per l’indomani. Mercoledì, sveglia alle 5.30, trasferimento in piazza S. Pietro. Buona la sistemazione di tutto il nostro gruppo, che ha potuto seguire l’udienza generale anche attraverso il maxischermo e ha avuto l’opportunità di vedere da vicino papa Francesco che, in auto, ha percorso lentamente tutta la piazza soffermandosi a salutare e a benedire. A Vittorio, al ceramista cotignolese Enzo Babini e a me era- no stati consegnati tre biglietti gialli, che ci avrebbero permesso di sedere in una postazione privilegiata accanto alla cattedra del Pontefice. Enzo Babini aveva con sè un prezioso presepe in bronzo da donare a Francesco.
Quando, dopo i dovuti controlli, abbiamo raggiunto i nostri posti, mi sono resa conto che Vittorio in Vaticano è conosciuto e stimato come valente artista. “Gesù è qui, in piazza, con noi, vivo e risorto”. Con questo annuncio di gioia si è aperta la catechesi del Papa rivolta ai 20mila fedeli presenti.Dopo la benedizione vi è stato l’incontro più ravvicinato del Papa con alcuni gruppi particolari e noi eravamo tra questi. Il Papa ci ha preso la mano, allora Enzo gli ha mostrato e illustrato il suo dono(foto). Vittorio lo ha invitato a includere anche Faenza come tappa della visita pastorale che farà in Romagna in ottobre. Io, invece, incredibile, ma vero, sono rimasta muta. Le tante parole che avevo intenzione di dirgli mi sono rimaste nel cuore; il suo carisma e il suo sguardo mi hanno commosso nel profondo tanto da sentirmene appagata. La mia voce avrebbe disturbato quel momento ineffabile! La bella giornata di sole ci ha poi permesso di vedere o rivedere altri tesori di fede e di bellezza di una città veramente unica, che non finirà mai di affascinarci.
Rosalba Rafuzzi
