Riscoprire il valore autentico della politica come servizio al bene comune e non come mera lotta per il consenso. È questa una delle sfide più urgenti emerse durante l’incontro “Rigenerare l’Impegno Politico”, che si è svolto il 28 marzo a Faenza. In un tempo segnato da individualismo e sfiducia nelle istituzioni, si è sottolineata la necessità di una nuova partecipazione politica, capace di includere i giovani, ricostruire il dialogo e rafforzare il senso di comunità. Un impegno che non può essere demandato solo alle istituzioni, ma che richiede il contributo di tutti, in particolare dei cattolici, che da sempre hanno avuto un ruolo cruciale nella vita politica e sociale del Paese.
L’incontro si è tenuto a Faenza lo scorso 28 marzo negli spazi di Faventia Sales, promosso da Faenza Cresce in collaborazione con Agesci, Azione Cattolica e Compagnia delle Opere. L’evento ha rappresentato un momento di riflessione sull’impegno politico e sociale nel contesto attuale, coinvolgendo relatori di spicco nazionale come Alessandro Bracci, vicepresidente nazionale della Compagnia delle Opere, Giuseppe Notarstefano, presidente nazionale dell’Azione Cattolica, e Francesco Scoppola, presidente del Comitato nazionale Agesci.
L’incontro, moderato dall’assessore Davide Agresti, si è aperto con i saluti istituzionali del vicesindaco Andrea Fabbri e l’intervento di Luca Cavallari, presidente di Faenza Cresce.
Un nuovo impegno politico per un’epoca complessa

L’iniziativa si inserisce nel solco delle Settimane Sociali dei Cattolici, tenutesi lo scorso luglio a Trieste, che hanno rilanciato il tema della “democrazia ad alta intensità” e della partecipazione attiva per il futuro dell’Italia, non limitandosi solo al contesto pre-politico. “Siamo entusiasti di poter ragionare su questi temi di respiro nazionale ed europeo nella nostra città”, ha affermato Cavallari, sottolineando come eventi come l’alluvione abbiano dimostrato l’importanza di costruire e preservare una comunità coesa e solidale. Il vicesindaco Fabbri ha evidenziato come il contributo dei cattolici alla politica italiana sia sempre stato significativo, dalla stesura della Costituzione fino a oggi. “In un’epoca di estremismi, abbiamo bisogno di modelli nuovi. I cattolici hanno sempre saputo essere lievito per la società, e oggi più che mai è necessario rigenerare questo spirito”, ha dichiarato.
Giovani e politica: un rapporto da rinsaldare

Un tema centrale della serata è stato il ruolo dei giovani nella politica e nel volontariato. “Riprendo la nozione di politica che arriva anche dalla nostra associazione scout: la costruzione di un mondo migliore, per questo non c’è contrapposizione tra impegno associativo all’impegno politico” ha esordito Francesco Scoppola, secondo il quale il problema non è la disaffezione dei giovani, quanto la crisi delle strutture tradizionali di aggregazione: “I giovani vogliono impegnarsi, ma spesso non si riconoscono nelle forme istituzionali del volontariato. La crisi vera è del mondo adulto”. Ha poi ribadito l’importanza di rinnovare le modalità di coinvolgimento, costruendo spazi in cui i giovani possano sentirsi protagonisti e sviluppare i propri talenti.
Dello stesso avviso Giuseppe Notarstefano, che ha parlato di una società segnata dall’individualismo e dall’utilitarismo, dove tuttavia persiste una forte domanda di esperienze di gratuità e di impegno per il bene comune. “Dobbiamo costruire luoghi autentici di partecipazione, spazi in cui i giovani sentano che il loro contributo ha valore”, ha sottolineato.
Educazione e bene comune: le basi per un rinnovamento
Alessandro Bracci ha affrontato il tema della disaffezione alla vita pubblica, attribuendolo a una società sempre più ripiegata sull’individualismo. “Se sei affezionato solo a te stesso, alla fine ti stanchi anche di te stesso. Ma l’uomo è fatto per vivere relazioni generative”, ha detto, indicando nell’educazione e nella formazione i pilastri per un nuovo impegno politico. La Compagnia delle Opere ha infatti posto al centro della sua azione il tema della formazione – a tutte le età, non solo per i giovani – convinta che solo attraverso una rinnovata attenzione all’educazione si possa riscoprire il valore del bene comune.
Anche Notarstefano ha insistito sulla necessità di una società più inclusiva e intergenerazionale: “Non dobbiamo creare riserve per i giovani, ma costruire una società dove giovani e adulti si prendano cura reciprocamente. Anche papa Francesco nella Laudato si’ ci indica che il bene comune deve includere tutti e la forza di una società si misura dalla cura che si ha verso i più fragili“. Un concetto ripreso da Scoppola, che ha evidenziato come l’educazione non sia un processo impositivo, ma un cammino condiviso: “Sono stati i ragazzi che ci hanno insegnato che la sostenibilità ambientale è una priorità del mondo di oggi, e questo dimostra che l’educazione è un processo di reciproco scambio. Più che a temi giovanili, in politica è importare guardare ai problemi e ai bisogni della nostra società con lo sguardo dei giovani”.
Il ruolo dei cattolici nella politica di oggi
Durante la serata si è discusso anche del ruolo dei cattolici nella politica attuale. Giuseppe Notarstefano ha evidenziato la stanchezza diffusa per una politica vissuta solo come scontro mediatico e ha richiamato l’insegnamento di Don Milani: “La politica è fare le cose insieme, altrimenti è avarizia”. In questo senso “i tempi ci stanno provocando”. Ha sottolineato la necessità di ricostruire il senso del dialogo, in un’epoca in cui le differenze ideologiche si trasformano spesso in divisioni insanabili. “Abbiamo sdoganato di nuovo la guerra, ma la politica deve essere il contrario della guerra”, ha affermato, invitando a “mettere insieme le competenze per rispondere ai bisogni complessi della società”.
Bracci ha aggiunto che l’impegno dei cattolici non si limita alla politica in senso stretto, ma riguarda tutti gli ambiti della società. “Un cattolico deve dare ragione della propria fede attraverso il proprio lavoro, le proprie scelte, il proprio impegno”, ha dichiarato, ribadendo che la politica non è una ricerca di consenso, ma un servizio al bene comune.
Scoppola ha invece sottolineato le responsabilità della comunità cattolica nel difendere le istituzioni democratiche, criticando la tendenza a cedere a letture demagogiche. “Se la partecipazione è solo fare e non essere, perderemo il valore della politica”, ha avvertito, invitando i presenti a riappropriarsi di uno spazio che per troppo tempo è stato trascurato. “Le Settimane sociali di Trieste hanno rimesso al centro la parola democrazia e la necessità di uscire dalla timidezza verso l’impegno politico. Credo ancora nel ruolo e nel valore dei partiti, ma bisogna difenderli e averne cura”.
Europa e pace: una nuova prospettiva

Il dibattito si è infine spostato sul tema dell’Europa e della pace. Scoppola ha evidenziato come i media tendano a polarizzare il dibattito, riducendo la capacità di analisi critica. “L’essere adulti significa affrontare i problemi con lucidità e collaborazione, perché nessuno si salva da solo”, ha detto. Notarstefano ha poi riflettuto sul concetto di pace, ricordando che non si tratta di un’assenza di conflitto, ma di un lavoro faticoso e continuo. “Il progetto europeo non è un incidente della storia, ma una risposta politica di grande valore”, ha affermato. Bracci ha chiuso l’incontro parlando della necessità di riscoprire il senso originario dell’Unione Europea. “I cattolici hanno un ruolo fondamentale: devono costruire l’unità che il Papa ci chiede“, ha concluso. Un tema finale che è emerso è quello dell’accompagnamento dei giovani che vogliono impegnarsi in politica: “non dobbiamo lasciarli soli”.
La serata ha dimostrato che la politica non è un’arena da cui fuggire o da guardare con sospetto dalla distanza, ma un campo in cui scendere e far lievitare il cambiamento. Il compito che attende i cattolici e tutti coloro che credono nel bene comune è chiaro: riscoprire la politica come un servizio e non come un privilegio, una dialettica tra le parti e non uno scontro verso un nemico, un’opportunità per costruire insieme una società più giusta, solidale e lungimirante. Servono soprattutto spazi reali di crescita, formazione e dialogo, per accompagnare e sostenere chi decide – giovane o meno . di spendersi in prima persona nell’impegno politico.
Samuele Marchi