Alla scuola materna statale di Modigliana, i bambini stanno riscoprendo il dialetto attraverso un progetto educativo innovativo. Grazie all’iniziativa delle insegnanti e al contributo di Alberta Tedioli, esperta nella didattica dialettale, i piccoli imparano filastrocche in romagnolo, avvicinandosi in modo giocoso alla lingua dei nonni.
Il dialetto come ponte tra passato e futuro
L’esperimento ha preso il via nel 2024, con l’idea di proporre ai bambini dai 3 ai 6 anni semplici filastrocche in dialetto, per osservarne la reazione e la capacità di apprendimento.
I testi, scritti da Alberta Tedioli, sono in rima baciata, con una metrica orecchiabile e contenuti adatti a tutti, senza distinzioni di cultura o provenienza.
La scuola di oggi è profondamente cambiata rispetto al passato: è frequentata da molti bambini di origine straniera e per questo è importante che le attività proposte favoriscano l’inclusione e la condivisione. Il dialetto, spesso percepito come una lingua “antica”, diventa per i più piccoli una novità, un’opportunità per scoprire nuove sonorità e arricchire il proprio bagaglio linguistico.
Il successo delle filastrocche in dialetto
L’iniziativa ha ottenuto risultati sorprendenti: i bambini hanno dimostrato un’incredibile capacità di apprendimento e, dopo poche lezioni, erano già in grado di recitare le filastrocche in dialetto. Un piccolo esperimento che ha confermato quanto i più piccoli siano aperti alla scoperta e all’acquisizione di nuove competenze linguistiche.
In occasione della festa del papà, il 19 marzo, i bambini hanno recitato una poesia dedicata ai loro babbi, utilizzando proprio il termine tipico della Romagna e della Toscana, a differenza di altre regioni italiane dove si dice “papà”.
Un modo per difendere e valorizzare la ricchezza linguistica locale, senza però chiudersi alle novità.
La poesia per la festa del papà
Ecco la filastrocca che i bambini reciteranno in dialetto modiglianese:
O bà, at chènt sta canta
A j’ho ch’era tu la santa
Mè a so romagnól e at ciem bà
Anch se fóra de què it ciama papà
Parola on po’ tropa finerlana
Anch per nó ca sè ed Mugiana
O bà, grazie t’um e fat evnì ei mend
Che pu la vita l’è sól on zir e tend.
Un’iniziativa che dimostra come il dialetto possa essere un ponte tra passato e futuro, uno strumento di gioco e di apprendimento che permette ai bambini di entrare in contatto con le radici culturali del proprio territorio, perchè gettare dei semi per il futuro, è sempre un buon investimento.