“Camminare fa bene: ci mette in relazione con quanto accade intorno a noi, ci fa scoprire suoni, odori, rumori della realtà che ci circonda, in poche parole, ci avvicina alla vita degli altri.” A dirlo è papa Francesco, nella prefazione al libro “La fede è un viaggio”, antologia di meditazioni del Pontefice, per viandanti e pellegrini. Per approfondire i temi legati al camminare, all’escursionismo e alla salvaguardia dell’ambiente abbiamo incontrato Giancarlo Buccioli, presidente del Cai Faenza, da ottobre 2024. Buccioli, 63 anni, è nato a Roma ma vive con la famiglia a Faenza dal 1997 e da ormai trent’anni fa parte della sezione faentina del Cai. “Guido il consiglio direttivo – dichiara Buccioli – con la più alta presenza femminile. Sono tre le donne presenti ed è un aspetto che ci tengo a sottolineare, perché è importante per la nostra associazione.”

Intervista a Giancarlo Buccioli: “Garantiamo la manutenzione su oltre 400 km di sentieri, dalla zona di San Benedetto in Alpe, Tredozio e Modigliana fino a quella di Marradi”

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Buccioli, come imposterà il primo triennio da presidente?

Non ci saranno rivoluzioni, mi muoverò in continuità con la nostra attività precedente che si focalizza su due filoni principali: l’alpinismo, che attira i soci più giovani e l’escursionismo, ambito in cui registriamo la maggiore partecipazione. Sicuramente ci saranno idee nuove, che guardano al futuro, con l’obiettivo di crescere, dal punto di vista qualitativo e quantitativo, per quanto riguarda gli eventi proposti e di attirare giovani, attraverso scuole, oratori e gruppi scout.

Dunque, che novità ci saranno?

Vogliamo avvicinare la cittadinanza alle tematiche ambientali e naturalistiche e quindi anche nel 2025 organizzeremo, grazie al nostro comitato scientifico nato tre anni fa, un ciclo di conferenze al Museo Malmerendi. La prossima si terrà il 7 febbraio e avrà come tema la presenza dell’orso bruno in Trentino. Si tratta di eventi aperti a tutta la cittadinanza e che hanno avuto un ottimo riscontro, lo scorso anno, in termini di partecipazione. Ci saranno poi anche delle escursioni naturalistiche, dove si percorreranno meno chilometri ma ci sarà più spazio per spiegazioni dedicate agli aspetti ambientali. Inoltre, qualche settimana fa è nato, per iniziativa principalmente di Luca Nati, il gruppo Cai Valle del Tramazzo che propone escursioni ed attività, aperte a tutti i soci Cai, sul territorio di Modigliana, Lutirano e Tredozio.

A fine 2024 avete inoltre inaugurato il bivacco di Lozzole.

Sì, “il Circolo di Lozzole” vuole essere un punto di appoggio per gli escursionisti che hanno bisogno di un riparo. Dispone di quattro posti letto e ci auguriamo possa essere utilizzato in maniera rispettosa.

Come Cai Faenza quanti chilometri di sentieri gestite sul territorio?

Garantiamo la manutenzione su oltre 400 km di sentieri, dalla zona di San Benedetto in Alpe, Tredozio e Modigliana fino a quella di Marradi e dintorni. C’è un grande sforzo da parte di alcuni soci, che ci tengo a ringraziare, per mettere in campo i necessari interventi di manutenzione.

Gli eventi meteo estremi degli ultimi due anni che impatto hanno avuto sulla rete dei sentieri?

L’alluvione di maggio 2023 ha provocato migliaia di frane in Appenino e il territorio di Modigliana, in particolare, è stato molto colpito, con forti ripercussioni sulla sentieristica Cai. Alcuni tratti sono stati proprio cancellati dalle frane e si sono dovuti modificare i percorsi, in altri casi siamo riusciti invece ad intervenire per ripristinare i sentieri, ricostruendo il fondo o rimuovendo alberi e ramaglie. Da maggio 2023 ci siamo insomma impegnati per garantire l’utilizzo dei sentieri a tutti gli escursionisti, in totale sicurezza. L’alluvione ha inoltre ritardato la pubblicazione della nuova Carta dei sentieri dell’Appenino faentino, che è poi uscita nel 2024, in versione cartacea e digitale, tramite l’app Avenza.

I sentieri sono quindi tutti fruibili?

Abbiamo pressoché completato gli interventi di ripristino però purtroppo la situazione legata alle frane, in Appennino, è  molto dinamica e quindi consigliamo agli escursionisti, prima di partire, di consultare il sito del Cai Faenza o contattare la nostra sede il giovedì sera.

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Può l’escursionismo essere un freno allo spopolamento delle nostre aree collinari?

Questo è un tema molto sentito dalla nostra associazione perché amiamo il nostro Appennino. Non è facile che i giovani rimangano a vivere in collina ma per fortuna succede e, a riguardo ci sono tanti esempi. Penso al gruppo di giovani che ha aperto a Tredozio, il rifugio di Lago di Ponte, colpito purtroppo anche dal terremoto. A Modigliana il Comune ha dato vita al progetto dei Sentieri Agrourbani, che permettono di esplorare il territorio camminando. Sono tutte iniziative con cui si cerca di invertire la rotta e invogliare le persone a frequentare la collina. Come Cai, attualmente abbiamo una convenzione con il Comune di Modigliana per la manutenzione dei sentieri e ci auguriamo, al più presto, di attivarla anche con il Comune di Tredozio.

Che valore hanno il camminare e il fare fatica, aspetto che si è un po’ perso nel mondo odierno?

L’uomo ha sempre camminato, è diventato sedentario soltanto in epoca moderna, per cui camminare fa parte del nostro essere. E’ un’attività all’aria aperta che coinvolge a livello fisico, emotivo e spirituale, in cui possiamo ritagliarci un momento per riflettere e ammirare la natura che ci circonda. Inoltre camminare vuol dire, per noi del Cai, anche amicizia e rapporti umani, costruiti nel tempo. La fatica ovviamente si sente ma va considerata un elemento positivo, perché dà più valore a ciò che si fa, alla meta che si riesce a raggiungere e costringe a confrontarsi con i propri limiti e a non strafare.

Samuele Bondi