“Ieri ci siamo commossi. Questo riconoscimento dà senso a tanti anni di lavoro”. E’ emozionato il sindaco di Faenza Massimo Isola, il giorno dopo l’annuncio ufficiale che segna un passo importante per la città delle ceramiche. Faenza e la Spezia sono state selezionate dal Ministero degli Affari esteri per rappresentare l’Italia nella candidatura alla rete delle città creative dell’Unesco. La Spezia per il settore del design e Faenza nell’artigianato e arti popolari, ambito nel quale la città vanta una tradizione secolare, in particolare per la ceramica artistica.
Solo due le candidature ammesse
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Le due città in lizza a Parigi non saranno però antagoniste: potrebbero infatti essere ammesse entrambe nella rete. Non era semplice arrivare a questo punto. Il bando prevedeva infatti che ciascun paese presentasse solo due candidature, sulle decine avanzate. “Un riconoscimento straordinario che celebra la nostra secolare tradizione ceramica e la creatività che da sempre caratterizza il nostro territorio – ha precisato Isola – . E’ solo un primo passo ma fondamentale, a conferma del valore della candidatura e del lavoro straordinario di istituzioni, artigiani, botteghe, associazioni, cittadini che rendono Faenza il punto di riferimento internazionale dell’artigianato ceramico. Aver superato le ambizioni di importanti e ben più grandi città italiane testimonia da un lato l’unicità della nostra identità culturale, dall’altro le eccellenti qualità riconosciute in Italia e nel mondo alla nostra città”. Faenza è infatti l’unica a non essere capoluogo di provincia tra le 14 città italiane che già fanno parte della rete. Realtà importanti come Roma, Bologna o Bergamo per citarne alcune. La rete delle Città creative dell’Unesco, istituita nel 2004 e composta ad oggi da oltre 350 città, sparse per il mondo, promuove la cooperazione attraverso la creatività per uno sviluppo urbano sostenibile.
Le motivazioni dell’Unesco
Tra le motivazioni che hanno portato l’Unesco a candidare Faenza “una presenza radicata della produzione artigianale della ceramica nel contesto cittadino e interessanti iniziative volte a favorire un’ampia partecipazione della cittadinanza alla vita culturale, oltre ad un valido sistema formativo professionale. La vivacità culturale di Faenza – si legge – evidenzia una solida vocazione internazionale ed un’apertura a progetti innovativi spesso interdisciplinari, che confermano l’impegno in favore della creatività e la condivisione degli obiettivi della rete delle Città Creative”.
A giocare un ruolo importante anche la resilienza durante e dopo le alluvioni
Non solo: Faenza ha sviluppato un’incredibile resilienza dimostrando di sapersi rialzare anche dopo il disastro delle alluvioni che l’anno colpita negli ultimi due anni. “ Faenza -scrive infatti l’Unesco – rappresenta una valida testimonianza di come la città sappia reagire alle tremende calamità naturali che nel corso degli ultimi due anni ne hanno determinato la devastazione, ponendosi come obiettivo di raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e di consolidare le iniziative già avviate per ridurre il consumo del suolo, rivitalizzare gli spazi urbani e mitigare le ondate di calore e le inondazioni“. La stessa sottolineata anche da Manuela Rontini sottosegretaria alla presidenza della Regione che ha ricordato come “pur lavorando sull’emergenza, Faenza non ha mai smesso di lavorare per qualcosa di più grande, coltivando le proprie giuste ambizioni”.
Prossimo appuntamento il 3 marzo a Parigi
Se Faenza dovesse entrare a far parte della rete, molto positiva sarà la ricaduta su economia locale e turismo. “Il nostro saper fare sarà il motore dell’economia post alluvione” ha precisato Isola. Intanto ci si prepara all’ultimo passo: entro il 3 marzo infatti il dossier andrà presentato a Parigi, sede dell’Unesco. “Per rispettare le scadenze abbiamo lavorato non-stop giorno, notte e weekend – racconta Benedetta Diamanti dirigente del settore cultura -. Ora a Parigi dovremo convincere l’Unesco, dimostrare di essere in grado di lavorare in rete e essere creativi coinvolgendo anche gli altri settori come musica, architettura o teatro”. A Parigi “andremo con umiltà – ha concluso Isola – ma al contempo con grande determinazione e orgoglio”.
Barbara Fichera