Con una lettera aperta, i comitati Borgo Alluvionato e Fluire si rivolgono al commissario per la ricostruzione, Fabrizio Curcio, chiedendo interventi decisi e un approccio straordinario per affrontare le criticità ancora irrisolte dopo le alluvioni che hanno colpito Faenza e il suo territorio

Borgo Alluvionato e Fluire scrivono una lettera aperta a Curcio

I comitati Borgo Alluvionato e Fluire, che rappresenta il forese faentino, si rivolgono con una lettera aperta al commissario per la ricostruzione Fabrizio Curcio, a cui esprimono tutta la preoccupazione per lo stato attuale della ricostruzione, definendola “confusa e pasticciona”, con un impantanamento burocratico che ha portato solo il 3% dei cittadini a presentare domanda di ristori sulla piattaforma Sfinge.

“L’abbiamo incontrata e ascoltata in regione, percependo la sensazione che lei sia la persona giusta per occupare il ruolo di “commissario straordinario per la ricostruzione ma anche una persona onesta e competente può impantanarsi nel fango post-alluvione, se non assume un atteggiamento straordinario nei confronti della politica e degli enti coinvolti, scrivono i rappresentanti dei comitati, sottolineando come la ricerca di compromessi tra le parti in gioco abbia finora danneggiato i cittadini alluvionati.

Tra le principali difficoltà segnalate vi sono gli ostacoli burocratici che scoraggiano chi dovrebbe accedere ai ristori.

Abbiamo individuato tanti colli di bottiglia che ostacolano la procedura e tengono lontane le persone spaventate da una burocrazia che non capiscono e che a volte, neanche i tecnici abilitati a redigere le perizie, hanno tempo e voglia di acquisire.
Se avrà tempo e modo di ascoltarli, volentieri possiamo illustrarli uno ad uno, qualcuno potrebbe essere sfuggito ai radar e risultarle poco noto, avendo ereditato una situazione contraddistinta da un evidente impantanamento operativo
.”

La sicurezza idraulica del territorio

A disorientare è inoltre la mancanza di una chiara strategia per mettere in sicurezza il territorio.

Un nodo centrale della lettera riguarda la necessità di un piano efficace per la gestione delle acque e per la messa in sicurezza del territorio, a partire dalla manutenzione degli argini e dalla realizzazione delle casse di espansione.

“L’Emilia-Romagna è tra le prime regioni italiane: non regge che non si trovino i soldi per le manutenzioni necessarie e per definire una volta per tutte dove realizzare le casse di espansione, gli allagamenti programmati e le opere per contenere le piene”, evidenziano i comitati.

O proviamo a governare i milioni di metri cubi d’acqua – si legge ancora nella lettera – oppure decide il fiume dove e chi allagare ma non raccontiamoci più la favola che il fango è democratico perché a parità di alluvione, le storie sono molto diverse: fra i 6 metri d’acqua dei grandi alluvionati che hanno avuto invaso le stanze nelle quali mangiavano e dormivano e i 20 centimetri in garage,
passa tanta acqua sotto i ponti.
E oltre ai quartieri cittadini anche il territorio del forese faentino necessita di una pianificazione importante
.”

La lettera sottolinea inoltre la necessità di azioni coordinate su tutto il bacino idrografico, dalla montagna alla pianura, per prevenire ulteriori esondazioni. Particolare attenzione viene rivolta ai vincoli ambientali che impediscono interventi di sfalcio e manutenzione lungo i corsi d’acqua, causando accumuli di detriti e restringimenti della portata fluviale.

Servono azioni a monte che rallentano e trattengono le acque, serve una gestione delle area di allagamento, servono mirate azioni a protezione della città e a valle servono tutte le azioni utili a far defluire le acque velocemente.

Ci sono aree Sic e Zps, dove non è possibile effettuare lo sfalcio ordinario e dove, dopo tre alluvioni, ci sono ancora dei boschi, che
causano tracimazioni, rotture, creano dighe di detriti, riducono la portata dell’acqua.

Chiediamo che tutto questo venga “attenzionato” e chiediamo di richiedere lo spostamento di tali aree in altre zone, visto il rischio. Probabilmente questo ambito non è in capo a lei, ma la regione ha provveduto a giugno 2024 a rinnovare i piani di gestione di tali
aree, senza considerare le due alluvioni.”

L’urgenza di piani di emergenza aggiornati

Un altro tema evidenziato dai comitati è l’importanza di piani di emergenza aggiornati, per evitare di farsi trovare impreparati di fronte a nuove situazioni critiche.

“Siamo vicini alla stagione primaverile, quando le piogge possono colpire duro. Si sinceri che i piani di emergenza dell’Unione Romagna Faentina e degli altri territori siano aggiornati e prevedano risposte puntuali e operative”, avvertono i firmatari della lettera, chiedendo anche la garanzia di mezzi adeguati, come pompe idrovore e attrezzature perchè in caso di emergenze “non c’è tempo di improvvisare: bisogna che enti e istituzioni sappiano cosa fare.”

“Burocrazia e inerzia ulteriore offesa verso chi ha già subito gravi danni

Il documento si conclude con un appello diretto al commissario Curcio affinché il suo mandato si distingua per un’azione incisiva e tempestiva, evitando che la burocrazia e l’inerzia “costituiscano un’ulteriore offesa per chi ha già subito danni enormi”.

“Pensiamo che il suo curriculum e le sue competenze diano ottime garanzie, a patto che lei abbia la forza e l’onore di volere fare qualcosa di straordinario. Se sarà così, ci creda, le persone se ne accorgeranno immediatamente”, concludono i comitati, ribadendo la loro disponibilità a un confronto per individuare soluzioni concrete ed efficaci per il territorio.