Ho partecipato al Viaggio della legalità svoltosi dal 7 al 12 novembre scorso, organizzato da don Luca Ravaglia e da alcuni amici della parrocchia. Il desiderio di intraprendere un viaggio così importante, coinvolgendo altri “martiri per la giustizia”, era nato anche in seguito alla visita alla mostra Sub Tutela Dei – Il giudice Livatino, curata dal Meeting di Rimini ed esposta alla Corte d’Appello di Bologna in ottobre 2023. Don Luca ha impostato le tappe fondamentali del viaggio, accompagnate da un libretto di preghiera, conoscenza e meditazione, per metterci nell’atteggiamento giusto.
Non solo turisti, ma pellegrini
Non eravamo semplici turisti, ma quasi pellegrini, non eravamo singoli, ma eravamo insieme. L’organizzazione, merito soprattutto di Franca e Domenico, è stata impeccabile: il noleggio di tre mitici pulmini, l’individuazione degli autisti “professionisti“ (Domenico, don Luca e Giancarlo) e dei referenti pulmino (Piera, Elisa, Brunella) che contano le persone, così nessuno si perde.
Vivere Palermo da protagonisti
Per le prime 4 notti veniamo alloggiati in una struttura di accoglienza religiosa, retta da volontari che operano nel sociale. Siamo nell’Albergheria, quartiere del cuore popolare di Palermo, letteralmente dentro al mercato più famoso della città: Ballarò. Proprio questa immersione nei colori, suoni e odori del mercato ci aiuta a vivere la città da protagonisti, ad apprezzare la bella verdura e il pesce sulle bancarelle di giorno, a pensare a questi lavoratori di notte, in case non proprio confortevoli, e alla solitudine dei tanti migranti che hanno la famiglia altrove.
Capaci e via d’Amelio
Tappe importanti della prima giornata sono state la sosta al monumento della strage di Capaci e all’albero della Pace in via D’Amelio, e subito si tocca con mano il clima di quegli anni, si prega per le vittime, si pensa a chi rimane. La giornata successiva è dedicata interamente all’incontro con Valentina (guida di Libera), che ci porta alla Kalsa, quartiere di origine araba, luogo di nascita di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Non si tratta per noi di venire solo a conoscenza di fatti del passato, ma di un vero e proprio incontro. Incontriamo Falcone e Borsellino bambini e ragazzi, le loro vicende famigliari, la loro determinazione e le loro difficoltà, la loro solitudine. Valentina ci fa il grande regalo di parlarci di sé, delle motivazioni che l’hanno spinta a non andarsene e a impegnarsi in una situazione difficile e spesso ostile. Conosciamo Roberta, nipote di Paolo Borsellino, che ci riceve nella sede dell’associazione fondata per favorire lo studio e l’aggregazione di bambini e ragazzi. E ci commuoviamo al pensiero che altri hanno raccolto il testimone.
La tavola, luogo di incontro
Il viaggio della legalità diventa così sempre di più ilviaggio dell’incontro. La tavola, lo sappiamo, è proprio luogo di incontro. La cucina siciliana è particolarmente ricca e contaminata. In piazza San Francesco pranziamo fuori, come fosse settembre. La caponata, le sardine in beccafico, lo sfincione, il pani ca mèusa, le panelle e le crocchette e i dolci, primo fra tutti il ricchissimo cannolo. Scopriamo che don Luca ne va matto. E, poi, neanche a farlo apposta, il nostro arrivo coincide con l’apertura, non distante da noi, di una grande fiera del gelato, con decine di espositori e relativi assaggi, non ce ne siamo perso uno. Piena di significati una cena al ristorante “Al fresco”, perfettamente serviti da giovani ex detenuti, che insieme ad altri si occupano anche dell’ottimo biscottificio Cotti in fragranza, riemergendo così dal male commesso.
Il patrimonio artistico e padre Puglisi
Non è mancata la visita al patrimonio artistico in città e fuori città, con una tappa a Monreale. Giuliana e Donata ci hanno aiutato a comprendere lo stile arabo – normanno, a gustare i mosaici della Cappella Palatina. Padre Jack, gesuita conosciuto tramite Marco ed Elisa, ci accompagna alla Cattedrale e ci fa compagnia a cena con tre giovani amici, che ci raccontano la loro storia. Poi, a Brancaccio, a vedere i luoghi di padre Pino Puglisi, la sua dedizione ai ragazzi, l’eredità che ha lasciato.
Il giudice Rosario Livatino
Attraversiamo la Sicilia fino a Canicattì per incontrare un altro martire della fede e della giustizia, il giudice Livatino. Donatella ci introduce in modo appassionato alla sua storia e a quella dei suoi assassini, ora pentiti. Abbiamo il tempo anche di visitare La Valle dei templi by night e “in the rain” e, chicca quasi finale, la scalata dei turchi in riva al mare.
Felicia e Peppino Impastato
Nell’ultima giornata, intensa più che mai, visitiamo Casamemoria di Felicia e Peppino Impastato: Luisa, la nipote, ci accoglie, ci racconta e ci spiega che è “la pratica del racconto” a mantenere viva la testimonianza di chi ha dato la vita per un ideale. Non è stato un viaggio qualsiasi o anonimo, ognuno ha fatto la sua parte e portato a casa qualcosa di importante da donare a chi incontra. Tra gli altri, mi sento di ringraziare Vincenzo, che fa amicizia con tutti e che introduce al dialetto romagnolo; Giovanna, incomparabile animatrice di appassionati beccaccini serali; Simone, sicuro navigatore a piedi, che ci ha riportato a casa sempre; Margherita, che ha portato pazienza, è stata al passo e si è preoccupata per tutti, in particolare per don Luca.
Virginia