In occasione dell’Ottobre missionario il centro missionario diocesano organizza due veglie: venerdì 18 ottobre a Popolano di Marradi, a partire dalle 19.45, in cui verrà intitolata una via in ricordo di Rita Rossi, e venerdì 25 ottobre alla chiesa di San Marco alle 20.45, presieduta dal vescovo monsignor Mario Toso.

Rita Rossi: la vita

Rita Rossi nasce a Marradi il 23 marzo 1940. Frequenta le scuole medie a Fognano e il primo biennio delle scuole superiori a Faenza.
Nel 1961 si iscrive alla scuola infermieri professionali e nel 1969 si diploma presso la scuola di ostetricia. Nel 1965, appoggiandosi agli Oblati di Roma, parte per il Laos dalla quale nel 1967 sarà espulsa insieme agli altri missionari, a causa della guerra in Vietnam.
Tornata in Italia si avvicina alla spiritualità di Nazareth di Charles de Foucauld. Nel 1969 decide di partire per Yokadouma, all’Est del Camerun, per servire i Pigmei Baka. Si mette al servizio dei Baka come ostetrica, infermiera e successivamente come sostegno all’educazione dei giovani e assistenza ai carcerati. Il 7 dicembre 2014 muore in un incidente stradale vicino alla capitale Yaoundè. Rita ha vissuto con i Baka e per i Baka in totale condivisione della vita, amando e facendosi amare come madre. L’eredità di Rita è grande, è ricca: ha lasciato l’esempio di povertà, di vita donata all’altro, al servizio dell’altro, l’Amore verso il Signore Gesù, lo spirito missionario.

Dal diario di Rita Rossi

Durante un ritiro spirituale della Fraternità (23 ottobre 1971) Rita scriveva così nel suo diario. «La spiritualità della fraternità mi porta sempre più a scoprire la vita di Nazareth in una imitazione più vera e totale della vita di Gesù in quel periodo. Accettare e aver scelto questo tipo di vita mi porta a riscoprire i veri valori dell’amicizia, devo saper creare vera amicizia con le persone che mi sono vicine e anche con le altre persone con cui vivo meno direttamente. Vivere semplicemente le gioie e le sofferenze di ogni giorno, viverle per Amore, per la Redenzione di tutti. Oggi devo qui scoprire come vivere la semplicità e la povertà della famiglia di Nazareth, come partecipare alla vita di questa gente, i Pigmei. Sento che devo prima creare una grande amicizia con il nostro fratello Gesù, è Lui che mi darà la sicurezza dell’amicizia con gli altri. Una preghiera più silenziosa e in adorazione del grande Mistero di Amore di Dio per tutte le creature, Amore che l’ha portato alla morte, alla crocifissione per la Resurrezione di tutti. Adorare per lasciarmi contestare dalla Parola di Cristo. Adorare l’Eucarestia silenziosa che non sconvolge niente ma salva il mondo. Silenzio e Adorazione punti fondamentali della mia vita. Sono un poco distratta e portata alla critica di fatti e riflessioni che non vedo realizzati, ma non devo guardare gli altri ma me stessa. Devo chiedermi come realizzo la vita di fraternità? La vita di fraternità non vuol dire che tutto sia perfetto o in armonia… mi è difficile invece accettare questi contrasti, vederli alla Tua luce e forse per aiutarmi al meglio, scoprire la Tua Volontà in fondo è questo che la fraternità deve realizzare. Devo essere molto disponibile ad amare e fare mio ciò che mi verrà chiesto. Ho accettato di vivere qui e devo essere di aiuto agli altri, non un ostacolo. Assieme a loro devo meglio capire e conoscere le necessità dei fratelli Pigmei perché la nostra presenza sia veramente luce della Tua Parola. Oggi mi sembra di non realizzare questa presenza, il mio modo di vivere è troppo diverso dal loro, mi sembra che da come vivo non possano proprio capire che c’è Qualcuno che li ama, ma forse solo dei paternalisti… è un po’ il mio pallino di questi tempi. Devo essere più semplice nella povertà, liberarmi da questo problema, perché i poveri sono poveri; non hanno il problema di essere poveri. Credo sia bene prendere esempio dai Pigmei, vivere nella Provvidenza, confidare in Lui che veste i gigli del campo, usare le cose che Tu mi doni con gioia. Importante è confidare in Te e non nelle cose. Tu mi hai dato dei talenti molti o pochi, non so… so che devo fruttificarli per Te, per gli altri (…). Il Tuo Amore per me, mi dice che devo amare gli altri, Tu hai dato la Tua vita per me, io devo essere capace di donare la mia per gli altri».

Tradurre con la vita il Vangelo

Leggendo le parole di Rita si può comprendere a pieno chi lei fosse e lo stile di vita che avesse. Rita Rossi, come tanti altri missionari della nostra Diocesi, è stata in grado di tradurre le parole del Vangelo, la Parola del Signore Gesù, attraverso la sua vita.
Occorre in questo Ottobre missionario ricordare tutti coloro che hanno vissuto al servizio dell’altro, del povero, tutti coloro che si sono inginocchiati e che con umiltà hanno lavato i piedi agli ultimi seguendo l’esempio del Signore, occorre ricordare loro e pregare per chi continua a fare ciò tutt’ora, chi in un mondo sempre più individualistico riesce a porre lo sguardo oltre, oltre l’apparenza, oltre la superficialità.