La scuola riparte, e non sempre il cammino è lineare. Un anno si fanno grandi balzi avanti e qualche anno dopo si torna indietro sui propri passi. Ne è un esempio quello che è accaduto durante la pandemia e che diventato quasi un mantra: «la digitalizzazione della scuola». Con risultati portati in certi casi alle estreme conseguenze: dopo il 2020 sembrava che in futuro tablet, schermi e registi elettronici dovessero sostituire in toto quaderni, fogli, diari. Poi il passo indietro: ci si accorge che digitalizzare va bene, ma nella giusta misura e con il buon senso. Lo ha ricordato recentemente anche lo psicoterapeuta Alberto Pellai alla Route nazionale Agesci di Verona: «In Italia stiamo ricevendo una quantità enorme di fondi dal Pnrr per acquisto di materiale tecnologico per favorire la digitalizzazione e allo stesso tempo alcune scuole restano senza palestre. È un paradosso incredibile e a subirne le conseguenze sono i nostri giovani». Da qui la decisione, che ha acceso il dibattito, dello stop ai cellulari in classe deciso dal ministro dell’Istruzione Valditara. Con una circolare si è imposto il divieto assoluto di utilizzo dei cellulari in classe anche per fini educativi e didattici, per tutti gli alunni dalla scuola dell’infanzia fino alla scuola media. Rimangono eccezioni solo i casi previsti per sostenere alunni con disabilità, disturbi specifici dell’apprendimento o altri casi documentati. Sui computer e tablet, la circolare precisa che saranno possibili solo per scopi didattici e solo sotto la supervisione dei docenti.
Il divieto ai cellulari in classe non rappresenta l’unica novità prevista dal governo Meloni. Gli alunni e i docenti della nostra regione, che la mattina di lunedì 16 settembre rientreranno in classe, troveranno altre nuove misure.
Nella stessa circolare il ministro Valditara raccomanda di tornare a utilizzare diari e agende personali per scrivere comunicazioni e compiti a casa, in parallelo al registro elettronico. Un ritorno al cartaceo per promuovere, fin dai primi anni delle elementari, e poi alle medie, lo sviluppo dell’autonomia degli alunni nella gestione degli impegni scolastici, senza dipendere dall’accesso al digitale.
C’è anche la modifica del voto in condotta. Con il 5 scatterà la bocciatura e un 6 in condotta negli istituti superiori equivarrà a un debito in educazione civica. La conseguenza è che si dovrà poi sostenere un esame al rientro dalle vacanze estive.
Le opinioni, una docente e una mamma di Tolosano e Lanzoni pro diario
Il diario cartaceo? Un valore da non perdere che responsabilizza i nostri ragazzi. Accolgono così docenti e genitori faentini le nuove disposizioni scolastiche. Nella scuola primaria Tolosano la reintroduzione del diario cartaceo viene accolta in maniera positiva dalla maestra Fato Bagnoli. «Sono favorevole alla valorizzazione del diario cartaceo, perché rappresenta fin da piccoli uno strumento consultabile subito, in maniera facile e immediata, dagli alunni. In questo modo il bambino viene responsabilizzato nel suo utilizzo: non c’è il passaggio obbligato sul computer per accedere al registro elettronico che deve coinvolgere anche i genitori». Questo riguarda non solo la consultazione dei compiti, ma anche tutte le comunicazioni che deve conoscere l’alunno. «Ci sono casi in cui un bambino magari torna a casa e poi deve attendere la disponibilità del genitore prima di poter leggere che compiti deve fare o vedere se deve portare qualcosa di particolare, mentre dovremmo favorire la sua autonomia». Inoltre così l’alunno deve restare concentrato durante le lezioni, prendere appunti e segnare per bene sul diario le indicazioni dei docenti. «Il diario poi può avere anche un significato più profondo – aggiunge Bagnoli – può diventare un vero e proprio oggetto personale su cui disegnare, scrivere, scherzare con i propri compagni, dando spazio alla creatività. È uno strumento più “caldo” rispetto a quello che può essere uno schermo. Questo non significa che il digitale non vada bene – precisa la maestra -, ma va integrato sempre con una dimensione concreta e analogica». Da qui l’usanza da qualche anno, al Tolosano e poi alle medie Lanzoni, di regalare all’inizio dell’anno scolastico il diario personalizzato della scuola a tutti gli alunni. «È nato come un bel messaggio di inclusività – spiega la docente – , penso agli alunni stranieri o alle famiglie con difficoltà economiche. Inoltre è corredato all’interno anche del libretto delle giustificazioni e di altro materiale utile alle famiglie che possano permettere di svincolarsi, in parte, dal registro elettronico».
La situazione è più complessa alle medie. «Non sempre gli alunni hanno l’abitudine a utilizzarlo – racconta una mamma di un’alunna delle Lanzoni -, perché comunque si pensa di trovare poi tutto segnato sul registro elettronico. C’è molta disomogeneità da alunno ad alunno sull’uso del diario, ma se il suo utilizzo è stato favorito prima, sicuramente nel passaggio dalle elementari alle medie è una buona abitudine che non viene dispersa». Per quanto riguarda il registro elettronico «anche qui c’è disomogeneità – commenta la mamma – su come i docenti segnano le proprie indicazioni all’interno, alcuni sono molti scrupolosi e puntuali altri meno: ed è qui che aver scritto in classe i compiti sul diario mentre il prof li assegnava può far differenza». In una società in cui si è sempre attaccati allo smartphone, favorire da piccoli l’utilizzo di carta e penna viene considerato un fattore positivo. «I nostri figli scrivono sempre meno – commenta la mamma – e tutto questo va a scapito della loro capacità di elaborare testi, dare forma al pensiero. Anche tramite il diario si favorisce secondo me un rapporto più diretto con la scrittura. È vero il diario è un peso in più da portare nello zaino, ma responsabilizza i nostri ragazzi».
Samuele Marchi