Tre importanti opere d’arte della Pieve di San Giovanni Battista in Ottavo, più comunemente conosciuta come Pieve del Tho, di Brisighella hanno ritrovato il loro antico splendore e sono pronte a essere ricollocate nelle loro posizioni originarie con grande soddisfazione dei parrocchiani, dei tantissimi turisti e delle comunità locali. Gli importanti lavori di restauro sono stati finanziati dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna per oltre 25mila euro e giunti a conclusione: si tratta della pala d’altare dipinta su tavola, ancora nella sua cornice originaria, datata 1516, collocata nella navata destra della chiesa e riferita ai pittori faentini Carlo Mengari e Sebastiano Scaletti e di altri due dipinti restaurati, il San Paolo che predica nell’Aeropago di Atene (soggetto ispirato agli Atti degli Apostoli) attribuito al pittore urbinate Benedetto Marini (1590-1627) autore, tra l’altro, di affreschi nel Duomo di Faenza, e l’altro, di minori dimensioni, rappresentante la Decollazione di San Giacomo Battista, il santo titolare della Pieve, riferito ad artista veneto della fine del Seicento.

Ritorneranno nella chiesa più antica della Valle del Lamone

La Pieve di San Giovanni in Ottavo, detta Pieve del Thoè la più antica sorta nella Valle del Lamonele sue origini risalgono a Galla Placidia, figlia di Teodosio, che l’avrebbe fatta erigere con i resti di un tempio dedicato a Giove Ammone, e l’epoca della sua costruzione è collocata tra l’VIII e il X secolo. Il termine ‘Ottavo’ è legato al fatto che si trova all’ottavo chilometro della romana via Faventina, che collegava Faenza con l’Etruria, a poche centinaia di metri dal centro dell’abitato di Brisighella. L’incantevole bellezza del tempio in stile romanico a pianta basilicale, la sua storia affascinante iniziata oltre mille anni fa nell’epoca sospesa tra Oriente e Occidente, la collocazione in una meta meravigliosa per turisti e appassionati di arte e di storia, fanno della Pieve un prezioso gioiello nazionale cui il recente restauro hanno restituito anche una luce più vivida ed attraente.

Con questo importante contributo “la Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna presieduta da Ernesto Giuseppe Alfieri consolida la sua attenzione per il territorio e le sue eccellenze – si legge in una nota – dimostrando sempre di più la sua attenzione mirata alla conservazione dei beni monumentali ed artistici che fanno della nostra terra una meta straordinaria e incessante di visitatori e studiosi”.