Sono due i fascicoli “caldi” sulla scrivania della dottoressa Giulia Silvestrini, direttrice facente funzione dell’Igiene Pubblica dell’Ausl Romagna: West Nile e Covid. Come noto, l’infezione da virus West Nile conosciuto anche come febbre del Nilo, trasmessa all’uomo da zanzare comuni, del genere Culex, nella maggior parte dei casi è asintomatica. Può presentarsi con sintomi simili all’influenza, tra cui febbre e cefalea, ma anche nausea, vomito, linfonodi ingrossati e sfoghi cutanei, e in rari casi, con forme più gravi che interessano il sistema nervoso centrale come meningite, meningoencefalite, che possono rendere necessario il ricovero e, in casi ancor più gravi, possono portare alla morte. Il virus può essere pericoloso soprattutto in pazienti fragili, quindi già debilitati.

«Il virus viene trasmesso dalle zanzare infette all’uomo che però non può ritrasmetterlo»

Silvestrini spiega che la West Nile è un’infezione virale che può colpire gli uccelli, gli equini e gli esseri umani: «il virus viene trasmesso dalle zanzare infette all’uomo che però non può ritrasmetterlo ad altre zanzare né ad altri animali o persone. L’uomo infetto non è pericoloso». Per questa ragione i protocolli previsti in caso di West Nile sono diversi da quelli che vengono attivati quando si individuano casi di Dengue o Chikungunya. Secondo l’ultimo bollettino dell’Istituto superiore di sanità, pubblicato il 22 agosto scorso, sono complessivamente 171 i casi confermati di West Nile Virus in Italia da maggio 2024. Di questi, 101 si sono manifestati nella forma neuro-invasiva, 63 in Emilia Romagna, 21 sono stati i casi asintomatici identificati in donatori di sangue (di cui 11 in regione) e 49 quelli di febbre. Da maggio ad oggi, in Italia vi sono stati sei decessi per virus West Nile, di cui quattro in Emilia Romagna: un 78enne russiano e un 89enne a Carpi, in provincia di Modena, e due signore 80enni in provincia di Parma. «Nel territorio dell’Ausl Romagna si è registrato un solo caso di West Nile, deceduto in Veneto, e da maggio sono attive le procedure previste – sottolinea Silvestrini – dal Piano regionale di sorveglianza e controllo delle arbovirosi per il 2024. Per precauzione la Regione ha deciso, la scorsa settimana, di alzare il livello di rischio su tutto il territorio regionale così da potenziare le attività di controllo di competenza dei Comuni».

Nuove misure di prevenzione e controllo

Anche le province della Romagna sono ora nella fascia di “rischio tre”, e ciò comporta la messa in atto di nuove misure di controllo e prevenzione, spiega la direttrice: «Nello specifico, sono previsti trattamenti adulticidi, con cadenza settimanale fino al 30 settembre, nei parchi e nelle zone verdi delle strutture socioassistenziali e degli ospedali, sia pubblici che privati. È invece sconsigliato intervenire con trattamenti nei cortili delle scuole primarie, dell’infanzia e degli asili nido perché le zanzare Culex volano in cerca del pasto di sangue soprattutto in orari serali-notturni, quando le scuole sono deserte. Inoltre, i bambini hanno un rischio modesto di contrarre la malattia».
Le aree dove intervenire sono state selezionate e l’avvio dei trattamenti adulticidi nelle zone a rischio di Ravenna, Lugo e Faenza «dovrebbe iniziare proprio in questi giorni», assicura.

Nell’estate 2024 sono aumentati i contagi Covid

Il secondo tema “caldo” in questa calda estate 2024 è il Covid, che, negli ultimi mesi, ha fatto registrare un aumento dei contagi. «Stando ai dati nazionali, nell’ultima settimana, abbiamo registrato una flessione, ma non dobbiamo sottovalutare il fatto che i dati mostrano solo la punta dell’iceberg – evidenzia la direttrice dell’Igiene Pubblica dell’Ausl Ravenna – perché molte delle persone positive potrebbero essere asintomatiche o non segnalare la propria positività. Gli unici indicatori che abbiamo sono relativi alle persone che si sottopongono a tampone, quando vengono ricoverate in Pronto soccorso, o di chi comunica al medico di famiglia la propria positività. Possiamo sostenere che le varianti che stanno circolando non sono più aggressive delle precedenti e si presentano con sintomi da raffreddamento o influenzali, in alcuni casi con febbre alta. La diffusione è imputabile all’aumento di spostamenti legati alle vacanze estive, ma anche al permanere a lungo in ambienti chiusi con aria condizionata per proteggersi dal caldo. È un virus che non fa paura come nella fase di pandemia, ma è importante non sottovalutare il pericolo nel caso di persone fragili o con comorbilità. Ad esempio stiamo registrando un aumento di casi nelle strutture residenziali per anziani, in alcuni casi anche con necessità di ricovero». Silvestrini conclude ricordando l’importanza della vaccinazione anticovid per le persone anziane, fragili e i loro caregiver: «La campagna vaccinale antinfluenzale dovrebbe partire a ottobre e crediamo che sarà affiancata da quella anticovid. Attendiamo a breve la circolare ministeriale, con le modalità di somministrazione e le date di inizio».

Sara Pietracci