Allerta rossa in Romagna, con il costante monitoraggio del livello idrometrico dei fiumi e degli eventi franosi. Il comunicato è arrivato da Arpae. A partire dal pomeriggio di oggi 18 settembre sono previste precipitazioni diffuse, più consistenti sul settore centro-orientale della regione, che permarranno anche nella giornata di domani con una attenuazione a partire dal pomeriggio. Giovedì 19 settembre invece le scuole resteranno chiuse. Ad annunciarlo la presidente della Regione, Irene Priolo e a seguire è arrivata l’ordinanza del sindaco di Faenza, Massimo Isola, a confermare la chiusura delle scuole. Saranno chiusi anche i servizi educativi per la prima infanzia, dei servizi pre e doposcuola, dei centri di formazione professionale, dei centri diurni per anziani e disabili, dei centri socio-occupazionali, dei centri pomeridiani educativi e dei centri di aggregazione giovanile e gruppi educativi di sostegno e delle sedi universitarie in tutta l’Unione della Romagna Faentina. Saranno chiusi anche le scuole di musica e di disegno comunali, la biblioteca, la ludoteca e i musei, oltre agli impianti sportivi.
Nella stessa occasione la Priolo ha lanciato l’appello anche allo smart working. “Non è allarmismo – ha precisato – ma elevato stato di attenzione”.
Le precipitazioni in atto e previste potranno generare ingenti ed estesi fenomeni franosi, di ruscellamento e innalzamenti dei livelli idrometrici nei corsi d’acqua del settore centro-orientale della regione, superiori alle soglie 2 nei tratti montani e prossimi alle soglie 3 nei tratti vallivi degli affluenti di destra del Reno e dei bacini Romagnoli.
Per oggi sono previsti venti di burrasca moderata (tra 62 km/h e 74 km/h) da nord-est sul mare, localmente sui litorali. Mare al largo da molto mosso ad agitato in attenuazione nel corso della giornata di domani. La persistenza di onda e del livello del mare prossime ai livelli di attenzione, potrà generare localizzate erosioni ed inondazioni del litorale, possibili esondazioni di fiumi e canali alla foce per le difficoltà di deflusso delle piene in mare. I fenomeni dovrebbero attenuarsi nella giornata di venerdì 20 settembre.
La situazione nel faentino, il Marzeno a Rivalta supera la soglia rossa e preoccupa. Alcune strade già chiuse
Sotto la lente di ingrandimento in queste ore c’è in particolare il torrente Marzeno, principale affluente del Lamone che a Modigliana alle 11 ha superato la soglia gialla. Come riportano i dati dell’Allerta meteo Emilia-Romagna, alle 11.30 il Marzeno ha poi superato la soglia gialla a Rivalta, nei pressi di Faenza, superando poi la soglia arancione alle 12.45 (rimanendo però in soglia gialla a Modigliana) e toccando quella rossa alle 13.30. Nella frazione di Marzeno si sono già verificati diversi allagamenti e in alcuni punti il torrente è esondato. Come poi riporta l’osservatorio meteo Torricelli: “Nella zona di Modigliana caduti 170 mm nelle ultime 30 ore. A Faenza centro caduti 105 mm nello stesso arco temporale”. Il livello è ancora in aumento, ma lontano dai valori del maggio 2023 e per ora riesce a scaricare bene a Faenza perché il Lamone risulta più basso, per ora.
Impossibile monitorare la situazione del Lamone a Sarna per via della rottura, già da diversi giorni, della sonda. Nel pomeriggio però ha superato la soglia gialla in centro a Faenza. Alcuni lettori ci segnalano come “la strada di Sarna sia allagata in più punti, i fossi non ricevono più”. Situazioni simili vengono segnalate in via San Martino e via San Mamante, oltre che a Castel Raniero. Al momento la viabilità sulla strada di Santa Lucia è aperta ma la Polizia Locale ha chiuso lo svincolo per la cinconvallazione. “Sono diverse le strade già completamente allagate – ha detto il sindaco Massimo Isola -, soprattutto in zona San Biagio, Santa Lucia e Sarna. Stiamo disponendo la loro chiusura. Invito tutti a restare a casa e a non percorrere, per nessun motivo, le strade già allagate”.
Alcune famiglie, nella zona di via San Martino, sono state evacuate per sicurezza. Anche i residenti dell‘argine destro del fiume Senio, che per mesi si sono lamentati della lentezza dei lavori per mettere in sicurezza il territorio, sono stati costretti a evacuare.
Anche la collina soffre, come testimoniano alcuni scatti diffusi dai social nella zona di San Cassiano. L’alta collina brisighellese è stata una delle più colpite da eventi franosi nell’alluvione di maggio 2023 ed è una delle aree più attenzionate anche in questa fase. Già da ieri la linea ferroviaria è ferma. Per quanto riguarda il Comune di Brisighella, il numero di riferimento per le emergenze, attivo 24 ore su 24, è 0546 994444.
Le indicazioni del sindaco Isola: “Evitare spostamenti non necessari”
Il sindaco Massimo Isola raccomanda “di limitare gli spostamenti a quelli strettamente necessari e di non recarsi per nessuna ragione in prossimità di fiumi o sopra agli argini degli stessi. Raccomando, con la massima attenzione e prudenza, di mettere in atto tutte le misure di autoprotezione possibili”. Nelle prossime ore sono fissati incontri e riunioni con tutti gli organi competenti, i sindaci, la Protezione Civile, la Prefettura e le forze dell’ordine. Il telefono per le emergenze 0546 691313 è regolarmente attivo per segnalazioni puntuali.
L’effetto doping tra le cause di queste intense precipitazioni: il punto del meteorologo Randi
Cosa c’entra il caldo intenso di quest’estate con le precipitazioni di questi giorni? Tra le cause il meteorologo Pierluigi Randi indica il fatto che “siamo in presenza di un sistema mare-atmosfera ‘dopato'”. Le forti anomalie di temperatura superficiale dell’acqua dell’alto Adriatico nel periodo luglio-settembre (fino alla prima decade) 2024. “Se ricordate – spiega Randi – in più di una circostanza si è arrivati a 30°C. Quel calore accumulato in eccesso viene rilasciato, “consumato” e dissipato molto lentamente (l’acqua è pigra) e viene messo “a disposizione” per la parte più bassa dell’atmosfera“.
Cosa comporta tutto questo? Randi lo sintetizza in quattro punti. “Il primo è il fornire una maggiore quantità di vapore acqueo all’atmosfera. Il secondo è l’aumentare l’instabilità e il sollevamento atmosferico (più l’aria è calda e umida e più rapidamente si solleva, oltre a contenere più vapore; insomma è più instabile). Il terzo è il rilasciare più energia sotto forma di calore latente, rafforzando i sistemi perturbati o precipitanti. Il quarto è il favorire la formazione di rovesci e temporali più intensi sotto il profilo dei ratei di precipitazione”.
“Ecco che quando arriva un sistema perturbato, nemmeno così intenso come in questi giorni – conclude – il “doping” agisce. Peraltro, lo stesso effetto è in buona parte all’origine della catastrofe sui paesi danubiani: prima una profonda depressione si forma sul Mare Mediterraneo come risposta a un’intensa irruzione fredda dal Mare del Nord e si carica di energia sopra un mare bollente; poi essa si muove verso nord-est in zone dove fino a 24 ore prima c’erano 7/8°C in più della norma con temperature da piena estate, e in più, con la sua circolazione, va a richiamare altra aria calda e umida proveniente da un Mar Nero anch’esso rovente. Ed ecco servito il disastro, amplificato da questo squilibrio. Quindi il “che bello, oggi al mare l’acqua era caldissima e si stava da re” prima o poi presenta il conto”.