Una croce di legno con appeso un salvagente, simboli di fatica e di rinascita quelli che accompagnano l’associazione Retrouvaille, che punta a recuperare matrimoni in crisi o addirittura già finiti. Già il nome, che significa “ritrovarsi”, vuole essere un segnale di speranza per i naufraghi delle relazioni, diventate oggi sempre più complesse da gestire tra ritmi snervanti, preoccupazioni e figli. Grazie ad un weekend da trascorrere con un team composto da tre coppie e un sacerdote, è possibile salvare una relazione arrivata al capolinea.

Con Retrouvaille oltre il 70% delle coppie si sono ritrovate

Nata in Canada alla fine degli anni ’70, Retrouvaille opera in Italia dal 2002 grazie all’interessamento dell’Ufficio famiglia della Cei e tutt’ora promossa e sostenuta dalla Pastorale familiare. In oltre vent’anni ha ricevuto più di 25mila telefonate, aiutato oltre 2.800 coppie grazie a 197 programmi in diverse regioni, con una percentuale di successo che supera il 70%. Una delle coppie responsabili per l’Emilia-Romagna è composta dai coniugi faentini Arianna e Graziano Cicognani, sposati da 32 anni, tre figli, da venti impegnati nell’associazione. «Cerchiamo di aiutare coppie in gravi difficoltà di relazione – spiegano – in procinto di separarsi, separate o divorziate, a ricostruire la loro relazione. Offriamo una tecnica di comunicazione che consente di affrontare buona parte dei temi scottanti del matrimonio. Il team non fornisce però consulenza matrimoniale – ci tengono a precisare – né psicologica».

Il programma: un weekend dal 20 al 22 settembre e 12 incontri rivolti a tutti

Il programma, di matrice cattolica, è aperto a tutti. La mano tesa è infatti rivolta anche a coppie sposate civilmente o conviventi con figli, oppure appartenenti ad altre religioni, con l’intento di rimettere in moto il sogno che le aveva portate a formare una famiglia. L’iniziativa, unica nel suo genere, offre un weekend da venerdì sera a domenica pomeriggio da trascorrere insieme al proprio partner (o ex) e altre coppie in crisi. Per i romagnoli il prossimo appuntamento è previsto dal 20 al 22 settembre, con una quota di iscrizione che copre i costi vivi. Il percorso successivo (post-weekend) prevede dodici incontri nell’arco di tre mesi con l’obiettivo di ripristinare la comunicazione tra gli sposi attraverso il dialogo. «Nel corso del programma – precisano i coniugi Cicognani – vengono forniti gli strumenti per rivedere in modo nuovo e costruttivo la relazione matrimoniale. Le coppie hanno l’opportunità di riscoprirsi e rivedere la loro vita in un modo nuovo e positivo – aggiungono -. Ci proponiamo fra gli obiettivi di testimoniare che la grazia ricevuta dal sacramento è un forte aiuto per superare sofferenze, fatiche e divisione e questo è un sostegno per tutta la famiglia». Veicolo di speranza sono non solo sacerdoti, ma soprattutto altre coppie che hanno vissuto le stesse difficoltà «e che sono rinate grazie al proprio impegno e all’aiuto del programma proposto da Retrouvaille. Per la nostra relazione di sposi è stato un significativo aiuto – concludono Arianna e Graziano – e come gratuitamente abbiamo ricevuto, gratuitamente diamo».
Per informazioni su date e programma www. retrouvaille.it
Telefono: 346-2225896

La testimonianza di Giovanna e Paolo: l’esperienza di un matrimonio “salvato”

Un’esperienza felice di un matrimonio “salvato” e ricomposto è quella di Giovanna e Paolo. «Giovanna ed io eravamo arrivati al matrimonio con estrema naturalezza, ci amavamo molto – racconta Paolo – Non vedevo l’ora che arrivasse la sera per vederla, stare e parlare con lei. Mi sentivo appagato in quell’amore e nei semplici gesti quotidiani della vita familiare. Finalmente le mie giornate avevano un senso, il mio scopo era quello di realizzarmi e per fare ciò era necessaria la presenza di Giovanna, perché con lei tutto diventava semplice e luminoso. Dopo i primi tempi però – prosegue il racconto di Paolo – routine, stanchezza delle giornate lavorative e frustrazioni quotidiane tornare a casa era diventato un peso e un dovere. A casa non mi sentivo considerato – aggiunge Paolo -. Percepivo il disagio di mia moglie, ma prevaleva il pensiero egocentrico che ero fatto così, perché lei non mi capiva? Mi sentivo criticato. Stavo meglio al lavoro, dove mi sentivo realizzato e importante. Mi sono invaghito di una collega e ho deciso di lasciare Giovanna. Poco alla volta, ho iniziato a rendermi conto di tutto il dolore provocato a coloro che mi circondavano a causa delle mie scelte sbagliate, e questo mi ha gettato nello sconforto. La solitudine di quella casa in affitto, il silenzio, interrotto soltanto dal frastuono dei ricordi».

«Abbiamo ricostruito la relazione»


«Dopo l’impatto iniziale della separazione – precisa Giovanna – ho provato un senso di liberazione, come se un peso mi fosse caduto dalle spalle. Solo dopo qualche tempo ho incominciato a sentire la solitudine in quei giorni bui, nei quali ho provato una profonda tristezza. Mi sono resa conto di essere una persona difficile, che non sa accettare le proprie debolezze, né quelle degli altri. Criticando Paolo, cercavo di ferirlo in quello che io consideravo un suo lato debole, senza sfuriate, ma criticandolo continuamente. Dopo anni di separazione abbiamo deciso di partecipare al programma di Retrouvaille, che ci suggerì un conoscente». «Non è stato facile prendere la decisione di chiedere a Giovanna di perdonarmi e di perdonare me stesso – conclude Paolo – ma il nostro impegno, l’aiuto e il sostegno di altre coppie e le loro condivisioni, oltre all’aver applicato gli strumenti imparati in Retrouvaille, ci hanno aiutato a ritrovare e ricostruire la nostra relazione, consapevoli che si tratta di un cammino continuo».