C’è un settore, in Italia, che non conosce crisi e che cresce di anno in anno: è il gioco d’azzardo. A fine maggio, Cgil e Federconsumatori hanno presentato il Libro nero dell’azzardo. Dalla ricerca emerge che nel 2023 la raccolta complessiva dell’azzardo in Italia, fisica e online, è stata di circa 150 miliardi di euro, con un incremento di oltre 10 punti percentuali rispetto al 2022, e più che triplicata rispetto a quanto giocato complessivamente nel 2006.
La classifica nazionale è dominata dalle provincie del Sud, a partire dalle regioni Campania, Sicilia e Calabria. Al 50esimo posto si trova la provincia di Bologna (su 102), prima dell’Emilia-Romagna con una crescita rispetto all’anno precedente dell’11,2% e una media di 1.665 euro pro capite. Bologna, tra le province del nord, è al quinto posto sorpassata da Milano e Torino. I dati del Rapporto indicano Ravenna al 62esimo posto in Italia, prima in Romagna, con una raccolta pro-capite delle giocate online a 1.454,46 euro, in aumento rispetto al 2022, quando era di 1238,23 euro.

Secondo Federconsumatori, la provincia di Ravenna prima in Romagna

La raccolta del gioco d’azzardo online nella nostra provincia nel 2023 è stata di 401 milioni di euro, contro i 340 del 2022 (+18%). In classifica, poco sotto Ravenna troviamo Rimini, al 65esimo, con 1.418 euro di giocate online, e in 83esima posizione la provincia di Forlì-Cesena con 1.268,30 euro giocati on line procapite. Gli uomini e le donne dell’Emilia-Romagna hanno speso nel 2023, 4,477 miliardi nell’azzardo online, perdendo 231 milioni di euro. Una raccolta che è cresciuta del 25,7 % rispetto al 2021, e del 12% rispetto al 2022.

Fuschini: «Si vuole comprare un sogno, ma a rimetterci sono le fasce più deboli»

«La posizione in classifica di Ravenna fa pensare: gli elementi da analizzare sono più di uno – riflette Vincenzo Fuschini, presidente di Federconsumatori Ravenna – ma sono convinto che incidano la chiusura, negli ultimi anni, di aziende importanti, e una popolazione con un alto numero di anziani. Oggi, per comprendere il gioco d’azzardo non si deve pensare semplicemente a un vizio, ma a una conseguenza della frustrazione della vita legata soprattutto alla crisi economica». È noto che il gioco colpisce i più vulnerabili. «Il consumo dei giochi ha i suoi effetti più forti nelle fasce sociali più deboli della popolazione, dove più forte è il desiderio di “comprarsi un sogno”. Si tratta di una speculazione su una speranza, per migliorare la propria condizione», prosegue il presidente. Il report evidenzia una relazione inversa fra la situazione socioeconomica finanziaria e l’incremento del gioco d’azzardo: l’acutizzarsi della crisi corrisponde a una crescita della propensione al gioco e a una conseguente contrazione dei consumi. Motore di questa dinamica è l’idea illusoria di una vincita in grado di garantire la risoluzione “in un colpo solo” dei problemi economici. Emblematico, ad esempio, è il dato che evidenzia che nei giorni di riscossione delle pensioni e anche in quelli immediatamente successivi, la partecipazione ai giochi registra un’impennata significativa. A cosa si gioca? «Notiamo che il maggior consumo del gioco d’azzardo avviene attraverso le lotterie istantanee, come i Gratta e Vinci – risponde Fuschini – mentre il gioco tradizionale come il poker o simili stia diminuendo. Quando ero giovane si giocava al Totocalcio, che aveva anche un ruolo comunitario perché ci si trovava in gruppo per compilare la schedina. Oggi invece questa dimensione si è persa e addirittura si preferisce giocare da soli, in casa propria online, lontani da occhi indiscreti». I dati del Report mostrano anche come il gioco da remoto, sia diffuso in alcune zone del Sud Italia rispetto al Nord. Ad esempio nella provincia di Messina, prima in classifica, dove si gioca quasi quattro volte più di Rovigo, ultima. Secondo Federconsumatori ciò rende evidente la profonda penetrazione delle mafie e dell’economia irregolare all’interno del gioco legale: in particolare l’online è diventato, per i suoi meccanismi, un luogo privilegiato per il riciclaggio di denaro sporco.

La nuova sala slot a Faenza

Il tema è caldo anche a Faenza, dove verrà aperta una nuova sala slot in via Granarolo, nonostante le proteste di molti cittadini. Tutto è in regola sulla carta, ma «su questa nuova apertura non posso che rimanere perplesso – commenta Fuschini -, pur riconoscendo che sarà temporanea». Questi colossi multinazionali «scelgono dove aprire le nuove sale sulla base di ricerche di mercato molto approfondite – precisa – per cui Faenza è stata scelta in maniera ponderata». Il contesto è quello ideale, dopo un’alluvione che ha visto tante famiglie e persone perdere quasi tutto, «e un tessuto produttivo sempre più in difficoltà rispetto al passato» aggiunge Fuschini, «a livello etico però ’giocare’ con le speranze di persone in difficoltà ci pone degli interrogativi». È lo Stato in primis però a incentivare il gioco d’azzardo, «grazie a cui, oggettivamente, ci guadagna, e non è una novità. Come Federconsumatori – conclude Fuschini – quello che possiamo fare è denunciare il fenomeno, ma poi ci si deve muovere per vie politiche e sensibilizzando le persone, perché gli interessi in gioco sono molti».

Quanto ’vince’ lo Stato? 11,22 miliardi di euro…

La seconda edizione del Libro nero dell’azzardo è scaricabile dal sito nazionale Federconsumatori.it. Dai dati emerge come nel 2022 l’erario abbia guadagnato dal mercato del gioco d’azzardo 11,22 miliardi di euro. «Nel contrasto a questo fenomeno – commenta Fuschini – ci si muove in maniera sporadica e improvvisata, anche per questo motivo. Lo Stato è il primo ad avere interessi su questo mercato, e allo stesso modo la situazione si riflette anche su quanto accaduto a Faenza, con l’apertura di una nuova sala slot». «Purtroppo – conclude – le persone non si rendono conto che il gioco d’azzardo è fatto apposta per farle perdere, perché altrimenti chi lo propone non ci guadagnerebbe. Subentrano però aspetti irrazionali, il sogno di voler cambiare vita, e tanti altri fattori di disagio che spingono a continuare il gioco».


Sara Pietracci, Samuele Marchi