Ripartire dalla casa. Dal ritrovare una propria stabilità dopo aver perso, in una notte, quasi tutto. Come evidenziato dal rapporto della Caritas di Faenza a un anno dall’alluvione, l’emergenza abitativa è una delle maggiori criticità sul nostro territorio. Lo era prima dell’alluvione, e lo è in misura ancora maggiore oggi. Una persona su quattro colpita dall’alluvione, si legge nel rapporto, è ancora fuori casa. Chi ha potuto, ha trovato accoglienza in questi mesi tra parenti e amici. Per altri, il cammino è stato ancora più complicato, in un contesto nel quale non sono da sottovalutare i risvolti psicologici delle persone dopo il trauma subito e l’aver perso i ricordi di una vita. Come si legge in alcuni commenti arrivati al questionario della ricerca «Spero di tornare a essere tranquilla e serena come prima dell’alluvione; spero di riuscire a trovare la voglia e la forza di vedere un futuro; tornare a casa è un segno di ripartenza». Da qui l’impegno della Caritas diocesana per stare a fianco delle persone e dare una risposta concreta a chi cerca un’abitazione.
L’impegno de La Bcc: presto appartamenti a San Domenico e altri due locali a disposizione degli alluvionati a Cotignola
E in questo è stato fondamentale il supporto de La Bcc. Dopo l’acquisto l’anno scorso di un pulmino con il quale svolgere lavori per il ripristino delle abitazioni e il contributo da 120mila euro dal gruppo Iccrea a sostegno degli alluvionati, La Bcc ha investito altri 180mila euro grazie ai quali la Caritas metterà a disposizione, prossimamente, tre locali nella parrocchia di San Domenico che saranno ristrutturati. Per dare il via ai lavori si attende l’imminente ok dalla Soprintendenza. Qui troveranno ospitalità famiglie alluvionate e in condizione di fragilità sociale. Nel frattempo, alcuni locali sono già stati messi a disposizione degli alluvionati. Sono di proprietà de La Bcc, per esempio, anche due appartamenti a Cotignola dati in comodato d’uso alla Caritas: uno di questi da dicembre ha accolto Andrea (nome di fantasia), giovane lavoratore e alluvionato faentino.
Una storia da Cotignola: Andrea, all’epoca residente a Faenza, ha perso la casa
«Ricordo ancora in maniera nitida la notte dell’alluvione – dice Andrea, all’epoca residente a Faenza, in uno dei corsi della città -, stavo guardando la semifinale di Champions Milan-Inter. Doveva essere una serata normale, ma a un certo punto mi è sembrato di vivere in un film, mentre vedevo l’acqua salire sempre di più nel mio appartamento». Poi la fuga inevitabile. «Mi porto dentro ancora tre sensazioni mentre lasciavo casa: l’ipotermia nell’immergermi in quell’acqua fredda e sporca, il panico dato dal buio e dal non sapere dove mettevo i piedi e la tanta adrenalina che avevo in corpo». Dalle emozioni di quella notte, alla sfiducia per il futuro. «Il mio appartamento dopo tre mesi era ancora inagibile, e tutte le volte che pioveva non dormivo la notte. Dovevo trovare una soluzione – ricorda Andrea -, ma a Faenza c’era molta difficoltà a trovare nuovi alloggi. Mi sono rivolto ad alcuni sacerdoti e, con il passaparola, sono arrivato poi a conoscere la Caritas e don Emanuele Casadio».
“Grazie alla casa, ho più fiducia nel futuro”
Dopo vari colloqui con gli operatori, la Caritas presenta ad Andrea alcune possibilità, tra cui l’appartamento a Cotignola. «Per me non è stato un problema trasferirmi da Faenza, anzi. Una cosa è certa: volevo spostarmi dal fiume. Non penso di aver più la forza di vivere in prossimità degli argini». Si procede così su questa strada. A fine dicembre chiavi in mano l’ingresso nel nuovo appartamento, che è stato arredato in parte dalla Caritas e l’inizio di un nuovo percorso. «Subito mi è sembrato come tornare alla vita universitaria – dice Andrea – il fatto di avere un posto sicuro in cui stare, però, mi ha dato tanta tranquillità, e ringrazio davvero tanto la Caritas per questo». Non tutto è tornato come prima dopo quella notte, ma intanto, è possibile guardare con più fiducia al futuro. «È passato un anno – conclude -, ma ancora non mi rendo conto di tutto quello che è successo. Da certe cose fai davvero fatica a uscirne. Quando l’altro giorno è arrivata la grandine a Cotignola, ho provato paura. Sicuramente l’avere trovato una casa mi ha aiutato a riprogettare la mia vita».
Samuele Marchi