Franco Spada, 73 anni, di Brisighella, è pensionato, agronomo e agricoltore, presidente onorario del Consorzio olio Dop Brisighella. Candidato a sostegno della lista di Loris Naldoni, approfondiamo con lui i temi legati all’agricoltura.

Intervista a Franco Spada: “L’Amministrazione può supportare le aziende impostando piani strategici con una regia di sviluppo territoriale. Sto pensando alle certificazioni collettive per distretto, così da abbattere i costi di certificazione”

Spada, cosa significa per lei impegno politico?

Collaborare e impegnarsi al meglio per raggiungere obiettivi che migliorano la vita della propria comunità. La coerenza e la lealtà sono i valori che voglio avere con tutti. Mi sono candidato nella lista di Loris Naldoni perché ho trovato assonanza con il mio spirito libero da condizionamenti partitici e molto vicino alla cooperazione e al sevizio per gli altri.

Come valorizzare le eccellenze locali in ambito agricolo?

Brisighella è ricca di prodotti tipici perché ha un territorio adatto alla caratterizzazione delle produzioni. L’ambiente, la professionalità degli agricoltori, formati nella tradizione, ma anche dalle scuole agrarie romagnole, scuole che sono all’avanguardia nelle tecniche agricole. Poi le Università in primis Bologna, ma anche altre, lavorano e ricercano modelli produttivi che nei prossimi anni faranno la differenza e saranno la salvezza per continuare a produrre nelle zone più difficili delle nostre vallate ricchissime di biodiversità. Le produzioni di questi territori saranno all’avanguardia in termini di qualità e di mercato, perché lo spirito organizzativo di singole imprese agricole e della Cooperazione consolidata sarà concreto. Potrei fare esempi per l’ olio, per il vino, per il Carciofo Moretto, per cereali antichi, per il coriandolo, l’anice e per alcuni fruttiferi, da quelli di nicchia (frutti dimenticati), alla nuove creazioni frutticole di drupacee e rosacee. Lo sviluppo in agricoltura non si ferma mai. La valorizzazione fino a oggi è stata in prevalenza regionale e nazionale, per alcune produzioni dovrà essere ancora così. Per altre come l’olio Brisighella dop la valorizzazione dovrà concentrarsi verso quei mercati attenti all’alta qualità e in particolare a sviluppare l’export verso Germania, Svizzera e Paesi Arabi.

In che modo si può fare questo?

La risposta è il più mirato possibile utilizzando i sistemi comunicativi moderni, ma ancora di più, far degustare i prodotti, spiegandoli e facendo capire le emozioni che producono in chi li produce per trasmetterle a chi le consuma. Occorre però fare una premessa. Non credo che qui da noi che si possa fare economia con un’agricoltura da “apecar e da carretto ambulante”. Nelle nostre valli si fa un’agricoltura con una valenza di specializzazione che farebbe invidia alla California. Questa agricoltura affronta i mercati mondiali da oltre sessant’anni. Il sistema è governato dalle nostre maggiori cooperative, ma c’è un rischio frammentazione per la voglia di andare nel mercato direttamente con la propria produzione e questo può indebolire il potere di penetrazione nel mercato stesso, in specie nell’export.

Come favorire dunque le sinergie agricoltura-turismo?

Ci sono nella medio-alta valle le produzioni adatte per il turismo. Fra queste produzioni, alcune importanti come quella olivicola. Per altri prodotti agricoli quali il carciofo moretto, il miele e altri ancora il mercato turistico è una risorsa da sviluppare, così come il mercato del contadino nelle nostre città. Penso che alcune frazioni del comune di Brisighella potrebbero differenziarsi con la produzione di alcune colture tipiche proprie sia orticole che zootecniche e questo arricchirebbe l’offerta del pacchetto turistico.

Come contrastare l’abbandono dei campi?

Si contrasta solo con l’aumento del reddito dei residenti e degli operatori mettendo in atto un sistema che valorizzi il prodotto e diminuisca i costi di produzione e dei servizi. La diminuzione dei costi si può avere collettivizzando i servizi, facendo in modo che anche piccole aziende, magari con personale anziano, trovino dei servizi da terzi che gli consentono di gestire il loro podere. Gestioni moderne che in modo collettivo gestiscono macchine e attrezzi che la singola azienda non potrebbe gestire.

Cosa blocca lo sviluppo del settore? Cosa non bisogna assolutamente perdere?

Il post-alluvione sarà l’occasione per una ripartenza che se ben studiata, porterà cambiamenti radicali; ma non bisogna perdere troppo tempo, perché in caso di blocco dello sviluppo la ripartenza diventerebbe difficile. Essenziale è che vengano attuati i servizi di competenza del pubblico. Non è possibile che nelle frazioni, nelle abitazioni e nelle aziende delle nostre valli manchi la connessione alla banda larga o ci siano difficoltà nella telefonia. Direi che non bisogna perdere fiducia. Occorre rimboccarsi le maniche e per quello che si può, dare una mano a chi è più in difficoltà. L’Amministrazione può supportare le aziende impostando piani strategici con una regia di sviluppo territoriale. Sto pensando alle certificazioni collettive per distretto, così da abbattere i costi di certificazione (seminativi, castagneti e forse anche per gli oliveti tradizionali dei versanti sud della valle del Lamone) e tante altre materie evidenziate nel programma di lista.

Perché c’è bisogno di un cambiamento nell’Amministrazione?

Mi sono candidato nella lista di Loris Naldoni perché ho trovato assonanza con il mio spirito operandi libero da condizionamenti partitici e molto vicino alla cooperazione e al sevizio per gli altri. Poi i cittadini sono elettori sovrani e decideranno chi governerà Brisighella nei prossimi cinque anni e comunque vada il mio atteggiamento libero rimarrà sempre.